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La Scortecata di Emma Dante al Festival dei Due Mondi

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Al Festival dei Due Mondi di Spoleto

Emma Dante quest’anno partecipa al Festival dei Due Mondi di Spoleto con una favola tratta da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile: La Scortecata.

La regista palerminata continua a investigare nel genere favolistico riconsegnandolo alle proprie origini grottesche e inquietanti da cui è stato spogliato in adattamenti semplicistici che gli hanno fatto perdere il proprio connotato ammonitivo.

La Scorticata – scortecata nel dialetto napoletano seicentesco – racconta di un’anziana che riesce a sedurre il re mostrandogli la sua parte migliore: il mignolo. Così dopo una notte trascorsa insieme l’uomo scopre la truffa e la lancia dalla finestra, dove una fata la trasforma in una giovane fanciulla. Tornando a casa la donna racconta alla sorella invidiosa che si è tolta la pelle vecchia, spingendola a chiederle di essere scorticata per avere il medesimo risultato.

In questa riscrittura si mette a fuoco il rapporto delle due donne con il loro corpo segnato dall’età e la percezione che hanno di sé.

Emma Dante si è confrontata non solo con il testo, ma con il contesto di Basile, avvicinandosi al teatro del ‘600. I protagonisti sono due attori che interpretano le parti femminili e il linguaggio è il dialetto napoletano.

Il lavoro di Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola trova aderenza con le maschere della Commedia dell’Arte, i corpi rattrappiti e la sciatteria dei loro modi sono una crasi tra Pantalone e lo Zanni.

La scena si apre con loro che, di profilo sulle sedie, si succhiano il dito per renderlo più liscio. Sin dall’inizio la regia testimonia una ricerca concreta e visibile, dando un corpo alle parole della favola.

Ogni giorno le due vecchie si raccontano la stessa storia, per sfuggire alla realtà deprimente che le condanna da circa cent’anni su questa terra.

Tra di loro c’è un castello in miniatura, dietro il quale salgono per interpretare il principe venuto alla loro porta. Poi c’è la porta appunto, stesa a terra e sollevata nel momento necessario. Pochi oggetti simbolici, di un simbolismo necessario e non intellettuale, ogni cosa svolge la funzione che ha in sé che è ancora più profonda e vera di qualsiasi altra le si voglia affibbiare.

Torniamo ancora nella Commedia dell’Arte quando vediamo piccoli litigi, pari ai lazzi, sulla mancanza di igiene personale e della casa che l’una imputa a l’altra, oppure sui soldi che servono a mantenersi, o su come non si sono potute sposare per non lasciare la sorella in mezzo alla strada.

04/07/2017 60 Festival dei 2 Mondi di Spoleto. Teatro Caio Melisso, spettacolo La Scorticata testo e regia di Emma Dante. Nella foto Salvatore D'Onofrio e Carmine Maringola
04/07/2017 60 Festival dei 2 Mondi di Spoleto. Teatro Caio Melisso, spettacolo La Scorticata testo e regia di Emma Dante. Nella foto Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola

Vediamo poi le scene dell’innamoramento in cui viene descritto l’amato e le emozioni che scatena. Di grande impatto è la trasformazione in fanciulla, esaltato dalla luce che la abbraccia nel vestito bianco e la scelta di mostrarla solo di spalle aiuta il pubblico nel credere che ciò sia avvenuto veramente.

La musica inoltre è sempre un colpo al cuore e sulle note di Reginella viene da commuoversi, trascinati in questo sogno nostalgico, come l’ultimo giorno di un condannato a morte.

La vita quotidiana si innerva nelle ambizioni e nei sogni portandoci a toccare il cielo per scendere nel fango con tutti i limiti che la condizione umana ci impone.

Proviamo tenerezza per questi personaggi, che cercano un riscatto nella miseria a cui sono stati condannati. D’altro canto ce ne distacchiamo ritrovando in questa ostinazione la superficialità di cercare nei beni materiali e nell’aspetto una realizzazione che invece sta nell’amore e nell’essere se stessi.

Infine la prescelta dal re pone fine al gioco della farsa chiedendo di essere scorticata perché non ha niente da perdere e preferisce sperare che possa cambiare qualcosa e cessare per sempre di vivere così.

“Mi sono stancata delle favole, non ci credo più, mi devi scorticare”.

Le due donne si sono fatte compagnia per una vita intera, quasi si sono sopportate, hanno arrancato insieme senza scelta diventando l’una per l’altra un impedimento. Tutto ciò che avevano era il loro legame ma concentrate a cercare fuori e altrove non sono riuscite a riconoscerlo, tanto da restare senza niente, neanche della memoria delle gioie passate insieme.

Federica Guzzon

 

 

Credits
liberamente tratto da lo cunto de li cunti
di Giambattista Basile
testo e regia Emma Dante
con  Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola
elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro
assistente di produzione Daniela Gusmano
assistente alla regia Manuel Capraro
produzione Festival di Spoleto 60, Teatro Biondo di Palermo
in collaborazione con Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma

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