Al Teatro Vascello di Roma
Come secondo appuntamento della rassegna ”fuori programma” in svolgimento al teatro di Monteverde vecchio, dopo la formazione ”LA VERONAL” Catalana di Barcellona con il suo astrattismo figurato, abbiamo osservato il collaudato ottetto Romagnolo di Ravenna ”Nanon” che ha presentato la creazione di Miv. Amico e R. Bracci ”XEBECHE”, derivante dal film di Jim Jarmush “dead man” nel 1995. In questo si nega l’identità, si tende a produrre l’irrazionale, l’es inconscio che dà vita ad altri ideali, nuove aspirazioni. XEBECHE infatti è colui che usa una forte tonalità senza dire nulla e perciò gradisce essere un novello Ulisse-Nessuno. Tanti indistinti ballerini che si agitano a braccia in alto e piedi ben piantati oppure rovesciati in avvitamento carpiato e flessuoso movimento su due tappeti di carta che, con diverse misure,potevano assomigliare a rivestimenti di salotto o battigia del mare,dove prendere il sole con occhiali scuri. Il corpo da solo o con bellissimi assembramenti dinamici tende sempre a superare le recinzioni con un’infinita immaginazione di spazi che s’aggrovigliano fino a sovrapporsi senza un netto distinguo. La premiere è andata in scena nel giugno dello scorso anno,con il sostegno di Santarcangelo dei teatri ed il contributo alla ricerca dell’espressività tersicorea contemporanea dell’assessorato alla cultura della regione Emilia Romagna, che ha il suo più insigne centro della danza nell’ater balletto, nonché del Mibact. Rispetto al grande interesse del folto pubblico per gli iberici della scorsa domenica, s’è notata una flessione d’astanti per questa prima regionale. Venerdì sarà la volta in meno di un’ora del progetto creato da Stefano Mazzotta e Chiara Guglielmi per loro stessi, che costituiscono il duo ZEROGRAMMI di Torino con il titolo JENTU ispirato al capolavoro Epico-Picaresco e fantasioso di Miguel Cervantes ”Don Quijote”.
Susanna Donatelli
