La bicicletta sicuramente è un mezzo che suscita passione fin da bambini. Essa rappresenta una attività sportiva molto affascinante perché permette di spostarsi con un mezzo. Lo stesso che genera una propria indipendenza, al di là della fatica di pedalare. Ma questa fatica raffigura una sfida da affrontare e vincerla significa soddisfazione. Tra l’altro – e credo che chi va in bici possa testimoniarlo – poiché la bicicletta è una passione quella pedalata viene svolta dal soggetto umano con amore al tal punto che la stessa non è sentita assolutamente pesante o faticosa. Un po’ come il lavoro, quando svolgiamo un’attività lavorativa con passione e amore alleggerendo quella pesantezza e fatica. La bicicletta è un sport che come tanti altri sport unisce tante persone, ma non solamente nelle gare del ciclismo. È vero che questa unisce tante persone e tifosi o appassionati dello stesso ciclismo, però la bicicletta avvicina le persone anche in altre occasioni e attraverso di lei è possibile entrare in contatto con la natura o i paesaggi che ci circondano. Ne è una testimonianza la manifestazione ciclistica Intrepida di Anghiari organizzata dalla G.S Fratres Dynamis Bike, associazione sportiva che è stata fondata nel 1996 da un gruppo di amici accomunati dalla passione per la bicicletta e dal richiamo storico del ciclismo. Gli stessi si sono visti realizzati il proprio sogno nel 2012. Cos’è L’Intrepida? Si tratta di una pedalata d’epoca con delle bici storiche e con abbigliamento consono. Un’iniziativa in tal senso sublime perché la sfilata delle bici viene accompagnata dall’abbigliamento di un tempo. L’occasione giusta per ricordare e far conosce come si vestivano le generazioni passate – i nostri nonni o bisnonni. Gli stessi che sicuramente erano appassionati della bicicletta, mezzo che, come mi hanno raccontato alcuni anziani di Anghiari, rappresentava anche un veicolo per andare a lavorare.
Una giornata da vivere in un ambiente in cui poter ammirare anche i bei paesaggi che ci circondano. Che non sempre assaporiamo nelle automobili. La bicicletta unisce le persone, l’Intrepida è la possibilità di stare insieme divertendosi con una pedalata. Questa si svilupperà su tre diversi percorsi (lungo da 85 km, corto da 42 km, intrepido da 120 km) a cui, oltre la partecipazione di ciclisti muniti di bici storiche e con abbigliamento consono, saranno ammessi coloro che si presenteranno ai nastri di partenza con biciclette da corsa su strada (non da ciclocross o da crono) costruite prima del 1987, con telaio in acciaio, con leve del cambio sul tubo obliquo del telaio, con i pedali muniti di fermapiedi e cinghietti, con il passaggio dei fili dei freni esterno al manubrio. L’INTREPIDA si svolgerà a Anghiari sulle strade che il 29 giugno 1440 ospitarono la battaglia resa poi celebre dal maestro Leonardo da Vinci: La Battaglia d’Anghiari[1]. Leonardo da Vinci ci ha lasciato nelle pagine del Codice Atlantico (foglio 133v) il disegno di una bicicletta intorno al 1493[2]. Un appuntamento da non perdere assolutamente il 15 ottobre 2017, con l’Intrepida che giunge alla sua 6° edizione, donandoci l’opportunità di percorre pedalando uno dei luoghi più belli della Toscana e del mondo, pieno di storia. Un’occasione da vivere con le nostre biciclette e l’amore e la passione per le stesse, mezzi che ci accompagnano nella vita da tanto tempo e che dopo i disegni di Leonardo hanno subito delle evoluzioni, infatti la storia della tanta amata bicicletta proseguita con il Celerifero realizzato dal parigino conte Sivrac nel 1790, costituito da due ruote di legno collegate da un travetto, anche questo di legno. Per farlo muovere, il conducente doveva stare a cavalcioni del travetto e spingere puntando i piedi a terra. Trent’anni dopo il tedesco Drais perfezionò il Celerifero con l’applicazione di uno sterzo e di un sedile molleggiato. Anche questo veicolo, detto Draisina, dal nome del suo costruttore, si muoveva puntando i piedi a terra. L’invenzione dei pedali è del 1855; nel Velocipede dei fratelli Michaux e nei successivi Bicicli (con ruote di diversa grandezza), i pedali erano applicati direttamente al mozzo della ruota anteriore. Nel 1868 compare la prima bicicletta con la catena di trasmissione. Attraverso successivi miglioramenti (cuscinetti a sfere, freni, struttura tibolare, pneumatici, ruota libera, cambio di velocità), attorno al 1890 la bicicletta arriva ad assumere la forma rimasta sostanzialmente immutata fino hai nostri giorni[3]. Oltre questa immutata forma possiamo parlare anche di immutata passione e amore da parte dell’essere umano.
Giuseppe Sanfilippo