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La complessa riunione d’un cast d’attori per la problematica realizzazione d’un giallo Americano in ”A casa di Nathalie”

Data:

Fino al 22 ottobre 2017 al Teatro Ghione di Roma

Gli amanti del palcoscenico generalmente sono abituati ad andare ad assistere ad uno spettacolo senza altro fine, che quello di rallegrarsi e dimenticare i problemi quotidiani, poche volte badando ad un autentico messaggio profondo del lavoro con valori spirituali ed esistenziali, per cui la commedia prevale sulla tragedia e testi letterari Non molti si ricordano i nomi degli attori che hanno osservato e tantomeno si chiedono il loro ”background” o si domandono che cosa ci sia nella loro carriera, e difficoltà incontrate nell’allestimento della pièce, in una parola il backstage del lavoro in cartellone. Questo risulta dal sondaggio campione cui prendiamo atto ogni domenica della stagione teatrale da una brillante trasmissione televisiva sul meglio del periodo, perciò ben venga una commedia come quella di Alessandro Capone sull’impegno che richiede la preparazione d’uno spettacolo con le mille difficoltà provocate dalla necessità di far convivere i diversi attori con il loro carattere, le singole impellenze e le rivalità per protagonismo o le gelosie.Non è una novità perché qualcosa del genere avevamo già seguito in passato sulla vita degli attori, registi ed impresari, tra cui una produzione del teatro Manzoni con la regia del maestro S. Giordani ma il commediografo Alessandro Capone ha il merito di continuare nella sua analisi antropologica. Qui, una delle protagoniste del noir americano, Nathalie ha da poco partorito,dopo essersi separata dal marito, per cui è costretta ad ospitare a casa sua i compagni di scena con il regista Alex, di cui è innamorata e da ciò scaturisce la sua scenata di gelosia allorchè la seducente bionda ben fornita, ex assistente universitaria di letteratura russa, senza flirtare con l’amante.L’ospitalità è imperniata sullo studio del testo sulla terrazza dell’appartamento intorno ad un tavolo ideato da Lisa De benedettis,interrotto spesso da alterchi offensivi dovuti alla differente interpretazione ed alla mancanza d’un preciso stile connotativo ricercato dal regista. Nell’insofferenza per la rivale, dileggiata con vari epiteti,nonché negli scontri verbali tra i sei personaggi del giallo, attori che sono più attenti al trillo del telefono per le ricerche delle “tate”, o per contemporanei contatti con il mondo del piccolo e grande schermo; sono gli spassosi ed esilaranti interpreti del copione che scatena il pubblico sulle poltrone,non essendoci una battuta da perdere ed aggiungendovi il barista di turno che viene con la sua ilarità iberica, a rifornire il gruppo e partecipa sonnecchiando talora, alla rielaborazione recitativa finchè non arriverà una nuova telefonata. Sarà il”deus machina”Euripideo per un finale ossimorico che,naturalmente non sveliamo. Gli attori sono giovani e dunque non v’è un ruolo chiave o personaggio leader,ma l’encomio va a tutto il collettivo, formato da F.Valtorta, R.Rigillo, G. Mancini, G. Lupano, M. Fasanella, F. Guzzo, .R.Infanti,E.Propizio; che indossano vestiti scelti per loro da G. Pera. Sottofondo musicale curato da S. Caprioli. Lo spettacolo fino al 22 OTT. AL TEATRO GHIONE.

Susanna Donatelli

con Giorgio Lupano, Francesca Valtorta, Giampiero Mancini, Rubén Rigillo e Rossella Infanti
scritto e diretto da Alessandro Capone

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