“Motherless Brooklyn”. Un film da vedere e da ascoltare, e da non dimenticare

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“Motherless Brooklyn” cui, non si sa perché, i distributori italiani, per eccesso di zelo o stupidità innata, hanno aggiunto “I segreti di una città”, incrinando la bellezza del titolo americano e dell’omonimo romanzo di Jonathan Lethem, è un film noir scritto, diretto e prodotto da Edward Norton, ambientato nella New York degli anni ‘50, una città di nebbia e di notti, di grandi macchine e di corruzione, d’ investigatori privati e di malfattori, di belle donne e di uomini alla loro caccia, di jazz e di libertà.
Norton si è sempre fatto apprezzare per il suo innato talento che gli ha dato la possibilità di entrare e scavare in personaggi assai diversi tra loro, pensiamo ad American History X, Fight Club, Schegge di paura, Il velo dipinto, Una fuga d’amore, Gran Budapest Hotel, Birdman, e tanti altri, creando qualcosa di personale e di unico, diventando così uno degli attori più interessanti nel panorama cinematografico mondiale. I suoi occhi azzurri da eterno bambino, che sembra sempre un po’ spaurito davanti al mondo dei grandi, hanno saputo penetrare lo schermo per arrivare al cuore di ogni spettatore, lasciando un segno indelebile nella storia del cinema. Anche in questo film Norton sceglie un personaggio fuori dalle righe, Lionel Essrog, il motherless del titolo, che soffre del disturbo neurologico della sindrome di Tourette, infatti la sua mente a volte va per conto suo e gli fa dire cose buffe o completamente fuori luogo anche nel bel mezzo di una conversazione seria o in pieno dramma. Come se in lui vivesse un altro Lionel, un Lionel libero dalle convenzioni, dagli schemi, malato ma dotato di grande intelligenza e memoria nel ricordare numeri e fatti, tanto che di mestiere fa l’investigatore privato, mestiere in cui ha la possibilità di usare queste sue doti particolari.
Il film è di grande bellezza formale e stilistica, e per due ore e venti minuti, ore che passano senza quasi accorgersene, ci lasciamo avvolgere dall’atmosfera azzurrognola e contrastata della fotografia di Dick Pope, entriamo nei locali fumosi dove si suona il jazz, la colonna sonora di Daniel Pemberton è strepitosa, nelle cantine scrostate, nei tunnel, nei quartieri poveri, camminiamo nella notte lungo il famoso ponte di Brooklyn, o per le strade deserte da cui salgono i vapori della metropolitana, e pensiamo, senza alcun dubbio, che New York sia la città più bella e affascinante del mondo.
La storia ha tutte le caratteristiche del noir, uomini politici corrotti che fanno capo a Moses Randolph, un Alec Baldwin che migliora col tempo, investigatori privati che ci lasciano le penne per avere messo le zampe dove non dovevano, ecco Bruce Willis nei panni di Frank Minna il private eye e dove ci sta da Dio, donne vittime di loschi affari e di atti di violenza, la bella e brava Gugu Mbhata-Raw nel ruolo di Laura che combatterà al fianco di Lionel per far vincere la verità e la giustizia, fratelli pronti a rivelare segreti famigliari come succede a William Dafoe nella parte di Paul Randolph. Tutti personaggi che ruotano intorno e con Lionel in questa giostra di menzogne, abusi, omicidi, promesse non mantenute. E le note della sensuale e roca ballata “Daily battles” scritta da Thom Yorke & Flea e musicata da Wynton Marsalis avvolgono tutto, il bene come il male, due facce della stessa medaglia chiamata Uomo.
E anche se la storia è ambientata negli anni cinquanta, ci appare più attuale che mai, New York diventa ogni parte del mondo perché ogni parte del mondo fa capo a lei, il centro fagocita la periferia e diventa un tutt’uno, spaventoso e magnifico insieme. Forse è una della ragioni che hanno spinto Norton a non abbandonare il progetto, nonostante tanti anni di incubazione. E bene ha fatto.
La voce fuori campo è sempre stata la caratteristica di molti film noir e qui è la mente incasinata di Lionel che parla, quasi scusandosi per quel suo difetto che lo fa sentire “un fenomeno da baraccone”, un diverso, uno straniero, ma che grazie all’amicizia con Frank Minna ne ha fatto il suo punto di forza.
Norton è straordinario nel recitare Lionel e le sue due facce, un momento è concentrato a capire, ad ascoltare, a guardare, per poi memorizzare tutto e il momento dopo spasmi e tic lo trasformano in un’altra persona che sembra vivere di vita propria. E proprio questi personaggi su cui fare un lavoro attoriale così intenso e realistico ama Norton, mostrandoci così, per la nostra immensa gioia, tutto il suo talento, senza bisogno di make up particolari e inutili.
E c’è qualcosa di puro e di romantico in Lionel, in tutto quello che fa e che dice, in quella sua espressione di stupore davanti al male, o alla bellezza di una donna. Come si fa a non amarlo? La sua solitudine ci piace, come anche la sua patologia, o il suo essere senza madre, è l’eroe “negativo” che cerchiamo continuamente quando leggiamo una storia sia essa noir che non, quasi un voler ritrovare noi stessi in quel grande affascinante, ipnotico, senza tempo e senza spazio mondo che è il grande schermo.

Un film raffinato, diretto e scritto da un artista intelligente e sensibile, che forse non è stato pubblicizzato abbastanza, come se il genere noir non avesse la stessa dignità di un dramma, come se non avesse doti artistiche sufficienti per vincere Oscar (cosa che gli auguro), come se l’essere un maverick , un animale indipendente, un anticonformista fosse il vero peccato di Hollywood, e non solo.
Quest’anno, 2019, è uscito anche un altro film, Joker, dove il protagonista è un eroe negativo che soffre di una particolare patologia, ride incontrollabilmente e senza ragione e allora ci chiediamo se, stufi della crescente ipocrisia che ci circonda, non siamo forse alla ricerca di personaggi insoliti, insani, inspiegabili, che rappresentino il vero essere umano, con le sue sofferenze, le sue bassezze, il suo coraggio di essere quello che è veramente e non un fake, come ce ne sono tanti.
Joker e Lionel, solitari, emarginati, tristi, incontrollabilmente allegri, perpetuamente alla ricerca di qualcosa, fenomeni da circo, stranieri in patria, immortali…

Daria D.

 

Titolo originale
Motherless Brooklyn
Lingua originale
inglese
Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Anno
2019
Durata
144 min
Rapporto
Widescreen
Genere
drammatico, noir
Regia
Edward Norton
Soggetto
Jonathan Lethem (romanzo)
Sceneggiatura
Edward Norton
Produttore
Bill Migliore, Edward Norton, Michael Bederman, Gigi Pritzker, Rachel Shane
Produttore esecutivo
Adrian Alperovich, Sue Kroll, Daniel Nadler, Robert F. Smith, Brian Niranjan Sheth
Casa di produzione
Warner Bros., Class 5 Films, MWM Studios
Distribuzione in italiano
Warner Bros.
Fotografia
Dick Pope
Montaggio
Joe Klotz
Musiche
Daniel Pemberton
Scenografia
Beth Mickle
Costumi
Amy Roth
Interpreti e personaggi
Edward Norton: Lionel Essrog
Willem Dafoe: Paul Randolph
Bruce Willis: Frank Minna
Gugu Mbatha-Raw: Laura Rose
Alec Baldwin: Moses Randolph
Bobby Cannavale: Tony Vermonte
Cherry Jones: Gabby Horowitz
Leslie Mann: Julia Minna
Ethan Suplee: Gilbert Coney
Josh Pais: William Lieberman
Fisher Stevens: Lou
Michael K. Williams: Wynton Marsalis
Robert Wisdom: Billy Rose
Dallas Roberts: Danny Fantl

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