Regia: Carlos Saldanha ; Casa di produzione: Blue Sky Studios, 20th Century Fox Animation; Distribuzione :(Italia)20th Century Fox ; Montaggio:Harry Hitner; Sceneggiatura: Robert L. Baird, Tim Federle, Brad Copeland; Fotografia: Renato Falcão; Montaggio: Harry Hitner; Musiche : John Powell; Effetti speciali: Aditi Kapoor; Art director:Thomas Cardone; Character design: Sylvain Deboissy, José Manuel;Paese di produzione: Stati Uniti d’America; Anno: 2017; Genere: animazione, commedia; Durata: 107 ‘; Girato in 2D e 3D
Il primo titolo di questo film è stato ”Il toro Ferdinando” in omaggio al libro ispiratore di Munro Leaf “La storia del toro Ferdinando” edito nel 1936. Lo sceneggiatore per trasformare il libro in film ha inserito nella trama nuovi personaggi come i tori Angus e Bones, il porcospino Cuatro , la capra Klaus ed altri riuscendo però a lasciare intatto il patos della storia dalla quale emergono l’antimilitarismo ed il diritto di ciascuno all’autodeterminazione. Valori da difendere strenuamente ieri , quando in quel periodo erano al potere fascismo e nazismo, come oggi che, se pur nella democrazia, anche in Europa talvolta aleggiano strani pensieri di intolleranza.
Un bell’impegno quindi per il regista Carlos Saldanha che il pubblico conosce anche ricordando alcuni episodi da lui diretti in ‘ L’era glaciale’ e ‘Rio’ perchè il film sarà sicuramente visto dai bambini accompagnati dai rispettivi genitori, per cui necessita di una doppia lettura : una più accattivante e fiabesca per stimolare la simpatia dei più piccoli spettatori ed una più ammiccante di valori per i più grandi da approfondire in famiglia.
D’indole tutt’altro che bellicosa e amante dei fiori, il toro Ferdinando ha un temperamento molto diverso dai propri simili, non ama la lotta mentre si interessa molto della bellezza dei fiori . Il bello è che crescendo diventa un vero ‘ fusto’, enorme nella mole, muscoloso , nero come la pece ma sempre con il solito carattere oltretutto sostenuto dall’affetto di una bambina che vive in un posto incantato e perfetto per l’ indole di Ferdinando. Ma… ad un certo punto dovrà anche lui lottare in un certo modo nell’Arena di Madrid per sopravvivere.
La breve fiaba “La storia di Ferdinando” di Munro Leaf, illustrata da Robert Lawson, fu pubblicata nel 1936 e da subito venne messa al bando dai regimi totalitari dell’epoca semplicemente perchè il toro Ferdinando era chiaramente pacifista, rivendicando il proprio diritto ad essere diverso dagli altri e sperare in un mondo migliore. I grandi valori furono immediatamente percepiti dal grande Disney che dopo pochi mesi produsse come adattamento del libro un suo cortometraggio, uscito nel 1938 e diretto da Dick Richard.
Tornando all’attuale lungometraggio : efficace l’animazione, belle le musiche ma la diffusa percezione dei personaggi che sembrano fatti di plastica rovinano un po’ l’effetto visivo finale. Perfettamente individuabili e comprensibili i principali valori che sono la vera finalità dell’opera.
Mauro Guidi