Un vecchio camper anni ’70 ( The Leisure Seeker) , due vecchietti malconci per patologie quasi complementari . Ella un cancro terminale ma con la mente ancora vigile ed acuta e John al contrario fisicamente integro ma con memoria a ‘ sprazzi’. Questi sono i reali protagonisti del film del livornese Paolo Virzi ispirato dalla lettura del romanzo di Michael Zadoorian “In viaggio contromano ” ed aiutato nella stesura della sceneggiatura dai collaboratori di sempre Francesco Piccolo e Francesca Archibugi insieme a Stephen Amidon.
Virzì aveva già lavorato oltre oceano all’inizi della propria carriera girando il film ” My Name is Tanino” con una storia però italiana. Questa volta siamo invece in presenza di un film tutto a stelle e strisce dove però il regista livornese sembra avere un pò sacrificato la personale carica emotiva che normalmente sovrasta la perfetta sovrastruttura dei poderosi impianti cinematografici dei suoi film . La tematica strappalacrime di un ” amore eterno” che vince perfino la morte sembra un teatrino ben confezionato per esaltare la recitazione grandiosa di due mostri sacri del cinema mondiale: Helen Mirren e Donald Sutherland, quest’ultimo in procinto di ritirare il meritatissimo Oscar alla Carriera nel corso della assegnazione degli Oscar 2018.
Le musiche , la fotografia e la straordinaria capacità espressiva dei due interpreti sembrano i potenti cardini sui quali il regista ha basato completamente la riuscita del film senza ricorrere a quell’inconfondibile sigillo personale fatto di ‘genio e sregolatezza’ che aveva caratterizzato tutti i suoi film da ” la bella vita ” del 1994 al penultimo ” La pazza gioia” del 2016.
Un film nel complesso che piacerà agli spettatori del genere” gonfi ma soddisfatti ” certamente in grado di offrire un valore aggiunto alla personale sensibilità particolarmente acuita in soggetti anziani , ma …. che provoca delusione per coloro che conoscono la filmografia di Virzì.
Mauro Guidi