Al Teatro la Comunità di Roma, fino al 25 febbraio 2018
Gli inizi dell’Ottocento furono segnati dal sorgere dei nazionalismi patriottici contro l’imperialismo napoleonico e dalla forza prorompente dell’amore pure per la donna, per cui l’uomo era pronto spesso a soffrire, lottare e dannarsi l’anima per i propri ideali. Nelle opere di Goethe abbiamo entrambi questi tipi d’essere umani: da una parte l’ambizioso e volitivo, carnale e sensuale Faust che vende l’anima a Mefistofele per gustare di tutti i piaceri dell’esistenza e sedurre la giovane Margherita, che poi alla fine lo redimerà; dall’altra invece c’è il povero ed innamorato Werther per il quale non ci sarà compassione e redenzione, poiché la sua infatuazione per la bella Lotte lo spingerà alla rovina. Tuttavia non sarà più l’epoca dei cavalieri medievali e dei romanzi epici, con al centro Orlando bensì il duello e la lotta control’avversario,saranno sostituiti dall’accettazione della propria impotenza e dalla redenzione espiatrice attraverso il suicidio che è un delitto contro la sacralità della vita, per chi crede. WERTHER si impegna a districarsi da tutto ciò scrivendo all’amico Guglielmo, similmente al romanzo epistolare le ultime lettere di J. Ortis di U. Foscolo, combattendo in Germania in guerre ufficiali cruente contro i Transalpini che non consentono la desiata pace, quindi ripara nella grande mela americana dove frequenta per spirito d’evasione il “musical” di Broadway e viene circuito dalla bella Rosina che sta interpretando Non si scherza con l’amore di A. De Musset. Qui palcoscenico e vita si combinano, abbiamo la strategia ludica del ”teatro nel teatro” perciò la splendida attrice in guêpière si avvolge intorno ai loro drammi distruttivi ed annichilenti. Vivranno momenti ascoltando le splendide canzoni della soubrette lirica Camilla resa in argentato vestito e dolci melodie da Adele Tirante, ma alla fine,il loro fato ineludibile si compirà e torneremo al sepolcrale d’apertura per l’affranto e straziato, però deciso a mettere in atto l’unica via di liberazione dalla sua tragedia come per Alfonso Nitti in una vita” di I. Svevo. Straordinari interpreti della pièce sono stati i giovani attori della scuola di recitazione del drammaturgo ed autore del testo Giancarlo Sepe: M. Imparato e F. Stefaneli erano le due vittime dell’eros del loro cuore, mentre M. Auci e S. Bertin davano vita alla coppia innamorata,che invano Werther cercadi spezzare e trovare per la sua sospirata felicità. Lo spettacolo si replica fino al 25 FEBBRAIO.
Susanna Donatelli