Dal 15 febbraio al 4 marzo 2018
Lo spettacolo portato al Teatro Vittoria, scritto da Eduardo Aldan e diretto nella nuova versione italiana da Ricard Reguant ed Enzo Masci e tradotto e adattato da Franco Ferrini vuol far concorrenza al cinema in materia di spavento.
Si presenta come un esperimento condotto da Gianni Garko, che spiega al pubblico il rapporto che si ha con la paura e presenta la storia che fa da cornice.
Il Teatro Vittoria ha subito un incendio in cui sono scomparsi due corpi dei teatranti, a questo episodio tragico se ne legano altri tre avvenuti in epoche e luoghi diversi.
Queste storie horror vengono messe in scena con una struttura similare, i tre malcapitati sono costretti a stare in uno spazio che non conoscono, soggetto all’intervento di una forza soprannaturale.
La tensione crescente è generata più dalla presenza di attori con le maschere a gas in sala (in omaggio dell’incendio avvenuto) che dall’elenco delle fobie o dalle diapositive utilizzate per la spiegazione. L’idea di essere toccati, suggestionati dalle storie raccontate è più forte del pericolo impersonato.
L’interazione reale non c’è e capito il meccanismo ci si può mettere anche comodi.
L’idea è buona, peccato guardi troppo l’arte visiva sfruttando poco le unicità del teatro: la vicinanza col pubblico e la possibilità di poterlo coinvolgere.
Quello che si vede è un’esibizione da fiera, ossia da spettacolo che cerca lo stupore immediato e la reazione anche falsificata, piuttosto che un sentimento autentico.
Il target indicato è quello degli adolescenti che potranno divertirsi e provare una forte scarica di adrenalina “senza aver paura”.
Federica Guzzon
CREDITS