A Vallo della Lucania la prima edizione del Premio per la LEGALITÀ

Data:

Al Teatro Auditorium “Leo de Berardinis” Vallo della Lucania, nella data di oggi, i premiati: la Professoressa Mascia Milito e allieve Corso Progettazione Tessile e Moda IIS Cenni-Marconi

L’idea del Premio si ispira all’opera “Paolo Borsellino Essendo Stato” (una produzione Teatro Segreto, 2012): scritto e interpretato da Ruggero Cappuccio. Il monologo teatrale – transcodificato in un docufilm, in occasione del ventennale della  scomparsa del magistrato palermitano, con l’introduzione del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti – dà corpo a un “itinerarium mentis ad mortem” di un uomo che, ferito a morte nell’attentato di Via D’Amelio, il 19 luglio 1992, ripercorre gli ultimi istanti di una vita spesa per la giustizia e la lotta alle mafie. L’intensa testimonianza parte dall’ultimo secondo di vita di Paolo Borsellino e si basa su fonti secretate, le dichiarazioni del magistrato rese davanti al  Consiglio Superiore della Magistratura il  31 luglio del 1988, per le interviste rilasciate ai quotidiani “La Repubblica” e “L’Unità”, nelle quali denunciava il preoccupante stato di smobilitazione del pool antimafia di Palermo. In questo perfetto intreccio tra drammaturgia e documentazione d’archivio, tra invenzione poetica e ricerca storica, si concentra l’opera di Ruggero Cappuccio, che dilata un singolare residuo di tempo, gli ultimi istanti di vita del magistrato, in un intenso film documentario (peraltro con molte scene girate nel Cilento, nell’antico borgo di Valle Cilento – in particolare a Palazzo Coppola – e tra  i resti della Chiesa di Santa Maria degli Eremiti, a San Mango, Sessa Cilento).

Coro Istituito R. Goitre Vallo della Lucania Direttrice Santina De Vita
Coro Istituito R. Goitre Vallo della Lucania Direttrice Santina De Vita
Il docufilm è prodotto da Rai Storia – “Diario Civile”:  http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma-puntate/diario-civile-paolo-borsellino-essendo-stato/
Sito ufficiale: www.teatrosegreto.it/opere/paolo-borsellino-essendo-stato-2004/
Reading, a cura di Carmen Lucia
Installazione scenografica ispirata a Paolo Borsellinoa cura della Prof.ssa Mascia Milito e delle allieve del Corso di Progettazione Tessile e Moda dell’I.I.S. “Cenni-Marconi” di Vallo della Lucania. 
Musiche, del Maestro Marco Betta dall’opera Paolo Borsellino Essendo Stato

Giornata dedicata alla legalità. Giorno 19 marzo

PROGRAMMA DELLA MATTINA, Giornata della Legalità, I.I.S. “Cenni-Marconi”, Aula Magna, ore 10:00

Gli allievi dell’IIS Cenni-Marconi incontrano l’Autore Ruggero Cappuccio, al termine di un percorso interdisciplinare (Italiano-Storia-Diritto), che ha avuto al centro dell’iter formativo il docufilm “Paolo Borsellino Essendo Stato”.

Ore 10:30     Saluti istituzionali

Dott. Cosimo Petraglia, Dirigente I.I.S. “Cenni-Marconi” e Avv. Genny  de Cesare, Assessore del Comune di Vallo della Lucania.

Interventi:

Carmen Lucia, Docente IIS “Cenni-Marconi”

Antonia Lezza, Università degli Studi di Salerno

Ruggero Cappuccio, Direttore del Napoli Teatro Festival Italia

Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Paestum.

 Cerimonia di conferimento dei riconoscimenti ad alunni e docenti che si sono distinti con ricerche-azioni nel campo della cittadinanza attiva e della legalità. Il premio speciale cultura viene conferito al Direttore del Parco Archeologico di Paestum, Dott. Gabriel Zuchtriegel, per la valorizzazione e la promozione di Paestum dalla Dott.ssa Maria Rosaria Duraccio, MO.V.I. CAMPANIA Onlus e U.N.I.T.A.L.S.I.  Agropoli.

PremioCerimonia Teatro Auditorium “Leo de Berardinis”, ore 20:00

In onore di Ruggero Cappuccio, Eine kleine Nachtmusik, serenata in Sol maggiore K 525,  notturno per archi di W. Amadeus Mozart. Coro dell’Istituto Musicale “R. Goitre”, diretto da Santina De Vita,  “Premio Musica  e Formazione”;

Nino Melito Petrosino (pronipote di Joe Petrosino), “Premio Valorizzazione cultura italiana all’estero”;

 Gruppo “The Percufollpat” diretto da Patrizia Andreozzi, “Premio speciale ‘teatro musicale’, Leo de Berardinis”;

Dott.ssa Teresa Paola Marrone, Direttore del Centro FKT (Ente di Formazione di Vallo della Lucania), “Premio Giovani e Creatività”;

The Percufollpat
The Percufollpat

Antonella Ippolito e Renato Salvetti, Brucia la terra e tutti giù per terra. Storie di umanità offesa nel concerto spettacolo dedicato alla Terra dei Fuochi, “Premio speciale Teatro civile e Ambiente”;

Capitano Mennato Malgieri, Comandante della Compagnia Carabinieri di Vallo della Lucania, “Premio Legalità”;

Alina Di Polito e gli “Artisti Cilentani”, Premio speciale “Teatro e paidèia”, per Palinuro Nocchiero di Enea e per le produzioni della rassegna “teatro ragazzi” (in scena “La maledizione di Didone” dall’Eneide di Virgilio);

Dott. Marco Gaeta, Sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Isernia e Luogotenente C. S. Salvatore Spanò, Comandante della Stazione Carabinieri di Sessa Cilento, “Premio speciale Haec igitur prima lex amicitiae”;

Prof.ssa Antonia Lezza, Docente di Letteratura Teatrale italiana e Letteratura Italiana, Università degli Studi di Salerno, “Premio speciale Cultura e Formazione nel campo della degli studi sul teatro”;

Alfonso Salsano, Giuseppe Volpicelli, Andrea Cembalo, Alessia Primativo e Saverio Catino. “Premio regia–giovani” per il docufilm  “Elea e le piante officinali da Parmenide alla dieta mediterranea”, in collaborazione con gli allievi dell’I.I.S. “Cenni-Marconi” di Vallo della Lucania;

 “Premio per la regia” a Nadia Baldi (regista, attrice e Direttrice del Festival Segreti d’autore, Festival dell’Ambiente, delle Scienze e delle Arti);

E infine, Premio speciale per la cultura a Ruggero Cappuccio (regista, scrittore, drammaturgo e Direttore del Napoli Teatro Festival Italia).

Serata in onore di Ruggero  Cappuccio

Ruggero Cappuccio (1964), romanziere, drammaturgo, regista di opere liriche, di cinema e teatro è un artista versatile, multanime ed è sicuramente una delle voci più originali della drammaturgia contemporanea. Il suo è un teatro di incanti e memorie oniriche, gravido di echi e richiami letterari, un teatro di poesia, ispirato al lirismo, alla forza epica di una rêveire di nostalgica elegia, piegato al volo visionario, alla malinconia, ma anche al controcanto comico e ironico.

Alina Di Polito e Artisti cilentani
Alina Di Polito e Artisti cilentani

La cifra stilistica dominante è la memoria di quegli echi che l’autore definisce come “suoni dei sensi”, esplorati nella loro potente natura di strumenti poetici, generati soprattutto da quei “flutti immarcescibili delle lingue sconfitte”, come il dialetto napoletano, il siciliano e il veneziano (Cappuccio, Antologia teatrale, a cura di A. Lezza, N. Acanfora e C. Lucia, 2015, Liguori). Queste “lingue marginali”, perché confinate ai margini del repertorio delle lingue d’uso, ma centrali nell’eredità scenica della tradizione teatrale italiana –  fuse in un magma espressivo così denso, composito, in un mélange verbale originalissimo, insieme all’inglese, allo spagnolo – sembrano votate all’esecuzione di un unico contrappunto emozionale, espressivo, reso attraverso un tessuto di più o meno labili e ambigue evocazioni simboliche, affidate a partiture testuali e melodiche sature di ritmi e di accenti, che ricordano quasi una sinfonia o una partitura musicale. In un impasto sonoro mistilingue, insieme alla forza “euritmica” delle parole del dialetto, accostate alle lingue straniere in un pastiche di stampo espressionista, gli elementi dominanti della drammaturgia di Cappuccio, calati nell’evento scenico spesso slegato da coordinate spaziali e temporali, sono: una densissima memoria di fonti letterarie; un forte ancoraggio alla storia e al mito, con i prevalenti chiaroscuri tonali della melanconia e dell’elegia, ma anche dell’umorismo più sapido (evidente soprattutto nelle ultime pièces, Spaccanapoli Times e Circus Don Chisciotte, rispettivamente del 2015 e del 2017). Come per Testori, il lessico, impastato di più voci anche distanti sul piano diacronico, è frutto di uno sperimentalismo incessante, di una ricerca sui testi della tradizione e sul patrimonio dialettale, considerato da Cappuccio unico strumento in grado di esaltare l’espressività poetica della scena, per le sonorità, il ritmo, le rime nascoste e le assonanze che lo connotano e che mancano alla struttura analitica dell’italiano standard. […] Tutte queste infinite componenti evocate sulla scena sembrano come sospese tra presenze oniriche e spasmi di memorie, poiché prendono corpo in partiture sonore originalissime, in cui si agglutinano la ricerca di linguaggi mitici e primigeni, mutuati dalla memoria letteraria o dalla lingua di Basile, con l’interferenza di altri registri anche distanti cronologicamente e sempre in tensione, come per esempio in Delirio Marginale (Premio IDI 1993), Desideri mortali, oratorio profano per Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1996), Tieste (1997), Il sorriso di San Giovanni (Premio Ubu Migliore Novità Italiana 1998). Da qui la grande varietà di toni, di stili anche lontani dal punto di vista diatopico e diacronico (con l’accostamento del siciliano al napoletano, dell’uso della lingua del Seicento e dell’inglese), e soprattutto la grande varietà anche dei generi per una drammaturgia, che appare per questo difficilmente riconducibile ad un’unica dimensione interpretativa. Si pensi solo al composito quadro di suggestioni e di echi che affiorano nell’atto unico Desideri mortali (1996), il suo “debito d’amore”, insieme a Lighea, nei confronti dell’opera di Tomasi di Lampedusa; o alla classicità deformata e contaminata dalla phoné del dialetto napoletano e siciliano dell’Edipo a Colono (1997); alla tensione emotiva di tragedie metafisiche, come quella rievocata nel monologo Paolo Borsellino, Essendo Stato (2005); all’opera Il sorriso di San Giovanni (1997-8), dove la  storia appare evocata anche attraverso l’inganno e il mistero della lingua della poesia, o di una “lingua impossibile”;  alla rappresentazione di quello che possiamo considerare un periplo intorno alla morte e al desiderio, dominante in  Shakespea Re di Napoli (Premio Speciale Drammaturgia Europea 1994), una rapsodia unica, con i suoi straordinari esiti di stilizzata rappresentazione del registro letterario contaminato con il dialetto saturo di sonorità e suggestioni allusive di Basile; o per finire, si ricordi l’impasto sonoro (con l’intreccio di cantica e deverbia) di un’altra riscrittura, Le Bacchidi (1998) che, insieme al Tieste, costituisce il dittico ispirato alla classicità romana. La necessità di ispirarsi a un testo esemplare della tradizione classica, di confrontarsi con i miti classici, dona linfa vitale al processo inventivo della scrittura di Cappuccio che è innanzi tutto una scrittura poetica. Le fonti della tradizione classica e in particolare le opere di Shakespeare, Tomasi di Lampedusa, Cervantes spesso diventano un “avantesto”, da cui si dipartono mille derive interpretative, mille evocazioni simboliche.

(ESTRATTO DA) Carmen Lucia,  “La tradizione del romanzo di area napoletana: analisi di Fuoco su Napoli di Ruggero Cappuccio”, pp. 641-662 in Presente e futuro della lingua e letteratura italiana: problemi, metodi, ricerche, a cura di Elena Pirvu, Atti del VII Convegno Internazionale di Italianistica dell’Università di Craiova, 19-18 settembre 2015, Franco Cesati Editore, Firenze, 2017

 

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