Roma, Teatro Golden, dal 10 al 29 aprile 2018
Graziosa e insolita commedia quella in scena al Teatro Golden dal 10 al 29 aprile. Insolita perché stavolta gli autori non sono quelli del celebre “quadrumvirato” a cui eravamo abituati nel salotto di Via Taranto, quello composto dai fratelli Fornari, Maia e Sinopoli. Ha i suoni e i ritmi d’oltralpe questa tipica pochade delicata, Un piccolo gioco senza conseguenze, scritta da Jean Dell e Gerard Sibleyras e vincitrice di ben 5 premi Moliére nel 2010. Di conseguenze, invece, il piccolo gioco o meglio la piccola bugia che apre la commedia ne avrà eccome, sconvolgenti. Perché si sa, in ogni bugia c’è un pizzico di verità e in questo caso svelerà anche i pensieri e scatenerà le azioni delle persone che orbitano intorno alla coppia formata da Bruno (Roberto Ciufoli) e Chiara (Elena Di Cioccio).
Pirandello fu il rivoluzionario che analizzò e portò alla ribalta le realtà dei punti di vista altrui. Una coppia che, quasi per gioco, finge di lasciarsi per tenere a bada la fastidiosa idolatrìa nei suoi confronti di un cugino bizzarro (Toni Fornari) che vede in essa la perfezione assoluta, può scatenare tante verità che la coinvolgeranno fino alla rovina, forse, o più semplicemente quella stupida bugia può mettere allo scoperto quel che ognuno in cuor suo sapeva e non diceva. L’ago della bilancia sarà Sergio (Simone Montedoro), invitato alla festa organizzata nel giardino del casale di campagna della famiglia di Bruno, fascinoso e misterioso quel che basta per risultare decisivo nell’impasse scatenata da quella bugia, e un ruolo non secondario ha la migliore amica di Chiara, Sabrina (Laura Di Ruocco). Niente o quasi è come sembra(va) e tra un sorriso e l’altro si fa strada un’amarezza di fondo che rende questa commedia realistica e finalmente senza un finale latte e miele. Bravi tutti gli interpreti, affiatati, equilibrati, ognuno ben definito nel proprio personaggio. Roberto Ciufoli e Simone Montedoro sono convincenti, Laura Ruocco si muove con la consueta esperienza nella bellissima scenografia, dalla Di Cioccio mi aspetterei più verve nel personaggio, meno convincente che in altre occasioni, Toni Fornari (suo l’adattamento) affronta un ruolo davvero bizzarro e lo fa con grande capacità empatica. La regia di Augusto Fornari è come sempre molto attenta ai movimenti scenici, molto armonici e precisi nelle entrate e uscite. Una commedia gradevole e molto più seria di quel che si potrebbe pensare.
Paolo Leone