GUDESMAN & JOO, tra fantasia e divertimento

Data:

Cavea-Auditorium Parco della Musica

Meravigliosa ed indimenticabile serata di brillante musica classica e surreale, fantasiosa, comicità, con lo strabiliante duo di virtuosi solisti I GUDESMAN & JOO in “up beat”. Strabiliante apporto parodistico e sonoro di Bollani come guest star.
Facile dire che avevamo presentito giusto e che dunque l’attese non sono andate deluse,anzi è stato un vero tripudio,per la performance a Roma del duo musicale e stravagante, bizzarro, A. J. GUDESMAN & JOO, formatisi alla Yehudi Menuhin school, dove scoprirono d’avere in comune non solo il talento per uno strumento musicale, ma pure. L’estro ed il genio mcchiettistico alla Stanlio ed Olio per sconvolgere l’ordine sul palcoscenico e sfidarsi a colpi di trovate bizzarre ed estrose. Da qui il nome del nuovo, irriverente dissacrante, spettacolo ”up beat” presentato a Roma in prima nazionale al”summer festival. Del Parco della musica,dopo il trionfale successo riportato fin dal suo debutto il 3 marzo 2016 nello stato di Washington negli USA a Seattle con la simphony Orchestra di quella capitale,che turbarono nell’ordine costituito come qui hanno messo a soqquadro l’orchestra dell’accademia di Sant’Cecilia che però è stata ben volentieri al gioco con, vocalizzi, piroette circensi, numeri fantasmagorici come quello dell’abito da sposa indossato infine da Joo. I due si sono dati il cambio nella direzione dell’orchestra, hanno sciorinato loro prestigiose invenzioni musicali soliste ed hanno sarcasticamente riarrangiato famosi pezzi classici che hanno permesso al pubblico caleidescopicamente attraverso i vari tipi di musica: dalla romantica al rock, dall’hip hop al jazz moderno. L’infernale sarabanda s’è introdotta con”an Austrian in America” parodia di un Americano a Parigi, di G. GERSHWIN in 5 movimenti in cui artificiosamente i due s’alternavano sul podio, senza un progetto unitario. Poi Aleksey j Gudesman con il suo violino Santo Seraphin del 1717 e l’ausilio creato dal liutaio Bostoniano Benoit Roland nella rivisitazione da par suo del brio di M. Ravel avvertito in “tzigane in blue”, nel presto del concerto per pianoforte in sol cui ha aggiunto di suo una polka de Espana; e da ultimo la rielaborazione Wagneriana della”ballata delle Valchirie”in allegra e scanzonata versione kletzmer degli Ebrei sefarditi dell’est, come M. Ovadia c’è da dire che a dar loro man forte,durante interventi estemporanei di spirito ed assoli al piano,come quelli di JOO nella prima parte con una sfrenata cavalcata sui tasti da HOLBERG reflection. La ripresa dello spettacolo è stata segnata da”ring in the classic”,poema sinfonico e suoneria Nokia commissionato loro dalla YORK PHILARMONICA ORCHESTRA in cui si è sentito perfino il trillo di un cellulare. JOO non si è fatto pregare per prendere in giro i GUDESMAN di cui ha messo in risalto la pelata sotto il basco, con “My perfect man”… Di cui tuttavia per ossimoro non ha saputo trovare che difetti:russare,mandare cattivo odore, prenotare voli sbagliati e frequentare locali trasandati.Dopo la riflessiva concentrazione per gustare l’esecuzione pianistica di Bollani ed una dolce sviolinata alla sua patria adorata da parte di Gudesman, un goliardico ed irrefrenabile entusiasmo s’è sollevato con la partitura del Britannico JOO, di evidente origine coreana per i tratti somatici, ”You have just to laugh”. Non poteva infine mancare un omaggio alla terra madre della nostra civiltà classica:l’antica Grecia che da poco ha smesso d’essere emarginata dal consesso della UE, cui dovrà restituire il debito pregresso.La melodia Zorba del maestro THEODORAKIS si è trasformata per genialità di GUDESMAN in un cremoso pastiche finale di prelibati ingredienti: si andava da riecheggiare la danza delle spade di KHACHATURIAN all’ondeggiare della sublime orchestra sulla scena, con momenti di gloria sul proscenio tra lo sfarzoso agitare di archi e strumenti di tanto prodigio musicale che gli spettatori hanno reclamato fino a notte fonda per essere qualcosa di bello veramente e d’insolito.Nel bis,ampio come poche volte capitano, l’arguto e bravo Bollani ha ricordato all’infaticabile duo che Bach andava suonato non in modo pomposo ma mistico e religioso come avviene nelle CHIESE protestanti a partire dalla sua lipsia dove era organista e padre di venti figli. ALTRO appuntamento imperdibile sarà quello con il grande Ezio Bosso,direttore tra l’altro della scuola di musica di FIESOLE che dirigerà il concerto nuovi mondi. Con l’orchestra sempre di S. Cecilia: lui presenterà la sinfonia n. 1 di sua composizione”oceani” e poi da Dvorak sarà eseguita la n. 9 dal Nuovo Mondo.

Susanna Donatelli

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