Per chiudere in bellezza la stagione di balletto 2017-2018 il Teatro dell’Opera di Roma sceglie di riproporre un titolo celeberrimo e amato dal pubblico: La bella addormentata di Jean-Guillaume Bart in scena da sabato 15 a domenica 23 settembre 2018.
La fiaba delle fiabe, già al Costanzi nel febbraio 2017 e in torunée al Teatro La Fenice di Venezia nel maggio scorso, questa volta si impreziosisce ulteriormente grazie alle presenza di Marianela Nuñez, principal dancer del Royal Ballet di Londra nel ruolo di Aurora e di Vladislav Lantratov, principal del Teatro Bol’šoj e vincitore del Premio Benois della Danza 2018 in quello del Principe Désiré, che si alternano alle nuove stelle del Teatro dell’Opera di Roma Susanna Salvi e Claudio Cocino, con l’étoile Alessandra Amato ad interpretare la Fata Carabosse.
La bella addormentata è, per cronologia, il secondo dei tre balletti di Pëtr Il’ič Čajkovskij: debutta al Teatro Marijnsky di San Pietroburgo nel gennaio 1890, riceve una discreta accoglienza e diventa negli anni una pietra miliare del balletto classico. Nel maggio 1888 Čajkovskij riceve dal Direttore dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, Ivan Vsevolozhsky, l’incarico di comporre un balletto ispirato alla favola di Charles Perrault La belle au bois dormant. La coreografia è affidata a Marius Petipa, co-autore del libretto insieme a Vsevolozhsky.
Bart è legato fin dall’inizio del suo percorso artistico a questo titolo che lo ha visto in qualità di figurante da giovanissimo, fino alla scalata al ruolo di Desirè che nel 2000 lo ha portato alla nomina di étoile sul palco dell’Opera Garnier.
Eleonora Abbagnato per il suo Corpo di Ballo “in rinascita”, come lo stesso Bart lo definisce, ha voluto fortemente proporre una versione tanto attenta e curata nell’allestimento di Aldo Buti.
Una storia danzata infatti, quella di Bart, che pone l’accento sulla narrazione, la chiarezza pantomimica, la leggibilità dell’azione scenica proprio come avrebbe gradito lo “scienziato” Noverre che aveva teorizzato un racconto fluido e chiaro in quelle Lettre capaci di rivoluzionare tutta la storia della danza. Ma la versione di Bart non si ferma qui perché mentre affida un ruolo significativo, dinamico, attivo e narrativo al Corpo di Ballo (spesso dimenticato e disegnato sullo sfondo), pennella anche una Fata Carabosse seducente e ammaliante e un Principe Desirè decisamente di spessore. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è affidata alla bacchetta del Maestro Nicholas Brochot.