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Si sta per concludere a Trieste il progetto di video partecipativo “Città visibile – Laboratorio di memoria del quartiere aperto agli abitanti”

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La XIX edizione di ShorTs International Film Festival, la rassegna che l’Associazione Maremetraggio guidata da Chiara Valenti Omero propone d’estate a Trieste, è un evento cinematografico da sempre attento a promuovere la produzione delle nuove generazioni.

Alla molto articolata proposta è stato aggiunto quest’anno un ulteriore tassello con la creazione di “Città visibile – Laboratorio di memoria del quartiere aperto agli abitanti”, un progetto finanziato da “Siae Sillumina” e svoltosi all’interno di alcuni rioni periferici della città.

Grazie ad esso tre gruppi di ragazzi, affiancati da altrettanti artisti under 35 e da tutor di video partecipativo, si sono trovati impegnati da maggio scorso nella realizzazione di tre documentari brevi o docufiction con la “consegna” di coinvolgere gli abitanti del proprio quartiere dando particolare attenzione, qualora le condizioni fossero favorevoli, alle persone anziane.

È banale affermare che i giovani del Terzo Millennio siano dotati di un uso spontaneo e naturale delle nuove tecnologie e degli attuali mezzi di comunicazione “social” e di apprenderne con immediatezza l’uso professionale.

Forse è meno ovvio apprezzare, evitando con cura ogni generalizzazione, la loro notevole abilità di ragionamento strutturato secondo i canoni del pensiero divergente, punto di partenza necessario per riuscire a declinare in modo creativo qualsiasi ipotesi di lavoro e di esplorare così in modo interessante altri “mondi possibili”.

Ci troviamo tutti a galleggiare quotidianamente in una realtà che ci porta fin troppo spesso a modificare la nostra rotta, ci costringe a mettere da parte un modo di progettare basato su tattiche precostituite, ci invita a procedere lungo sentieri scarsamente battuti alla ricerca più o meno sicura di strategie alternative. Ed è davvero interessante osservare la facilità con cui chi oggi ha venti o al massimo venticinque anni riesca ad abbandonare un’idea iniziale di fronte all’evidenza della realtà; quel che alle persone più anziane può apparire come incapacità di progettare il proprio futuro è spesso invece espressione di una flessibilità che si adatta perfettamente alla liquidità della nostra epoca ben più di categorie concettuali ormai superate, a partire dal ragionamento basato sul rapporto causa/effetto, ancora necessario ma di certo non più sufficiente.

Nel 1998 un’intesa fra Comune di Trieste, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata e ATER (Azienda Territoriale per l’edilizia Residenziale) aveva dato vita al Progetto Microaree per promuovere il benessere e la coesione sociale in sedici quartieri ospitanti case popolari.

Le sedi decentrate di tale iniziativa sono state il punto di partenza, vent’anni dopo, per incontrare una ventina di giovani residenti in tre di essi che fossero disposti a raccontare la vita dall’interno armati di handycam, spirito d’osservazione e buon occhio critico, seguiti passo passo dagli esperti di video partecipativo Michele Aiello, Davide Crudetti ed Erika Rossi (che li ha coordinati in qualità di direttore artistico) e dai tutor triestini Margherita Panizon, Laura Samani e Filippo Gobbato .

Il Quadrilatero di Melara (quasi cinquecento appartamenti costruiti negli anni Settanta del Novecento e pensato come villaggio indipendente), le case rosse di Valmaura (all’incirca lo stesso numero di alloggi risalenti al decennio successivo nel rione che ospita due stadi, un palazzetto dello sport e la Risiera di San Sabba il campo di concentramento, smistamento e, unico in Italia, sterminio nazista) e quelle di Ponziana (il cui primo nucleo sorse negli anni Trenta, legato inizialmente al Porto di Trieste e costituite attualmente da quasi novecento abitazioni) sono stati così gli scenari che verranno resi visibili nel corso delle proiezioni previste nel mese di ottobre, naturale conclusione di un significativo percorso esperienziale, di scambio e di crescita collettiva di cui si attende con curiosità la visione, nella speranza che possa avvenire alla presenza partecipe delle persone attivamente coinvolte.

Paola Pini

Trieste, Associazione Maremetraggio
Città visibile – Laboratorio sulla memoria del quartiere aperto agli abitanti
Ponziana/Melara/Valmaura
Maggio – Ottobre 2018
Direzione: Chiara Valenti Omero
Direzione artistica: Erika Rossi
Comunicazione: Federica Marchesich
Di e con: i ragazzi dei quartieri di Ponziana, Valmaura e Melara
Guidati da: Michele Aiello, Davide Crudetti, Erika Rossi, Margherita Panizon, Laura Samani, Filippo Gobbato
Un progetto di Maremetraggio e ShorTs
Con il contributo di SIAE, Sillumina, Mibac
Grazie a ASUITs, Comune di Trieste, ATER, Habitat Microaree
www.maremetraggio.com
https://www.maremetraggio.com/wp/wp-content/uploads/2018/05/Citt%C3%A0-ViSibile.pdf

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