Venerdì 14 dicembre 2018 alle ore 17:30, presso il foyer del Teatro Vascello a Roma, verrà presentato il libro di saggistica teatrale “Il Teatro di Aldo Braibanti”, scritto da Riccardo Frattolillo e pubblicato da Annales Edizioni nel 2018, a cinquant’anni dall’arresto di Braibanti del 1968, accusato di plagio mentale nei confronti dei due giovani Pier Carlo Toscani e Giovanni Sanfratello.
Questo libro nasce da una rielaborazione della tesi di laurea magistrale di Riccardo Frattolillo in Drammaturgie dello Spettacolo, discussa dal relatore prof. Roberto Ciancarelli e dal correlatore prof. Guido Di Palma nel gennaio 2017 presso il Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma. La tesi ha vinto inoltre il “Premio Giulio Cesare Castello” come miglior tesi sul teatro e sul cinema, conferito dalla Fondazione “Bice, Oscar e Giulio Cesare Castello” nel maggio 2017 presso l’Università degli Studi Roma Tre.
Nel corso della presentazione interverranno la Direttrice Artistica del Teatro Vascello Manuela Kustermann, il regista cinematografico Leonardo Carrano, l’artista Gianpaolo Berto, il presidente di Plexus International Sandro Dernini, il Direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale del CNR Gilberto Corbellini e le attrici Pilar Castel e Luisa Sanfilippo.
Aldo Braibanti è nato a Fiorenzuola d’Arda (PC) nel 1922, ed è morto a Castell’Arquato (PC) nel 2014. Nel 1951 si è laureato in Filosofia all’Università di Firenze, con una tesi sul grottesco. Aldo Braibanti è stato un poeta, filosofo, artista, scrittore, drammaturgo, regista e teorico teatrale, sceneggiatore cinematografico e radiofonico, uno studioso di mirmecologia e un partigiano.
Durante la seconda guerra mondiale prese parte alla resistenza fiorentina, venendo arrestato per due volte dalla polizia nazifascista, che bruciò tutti i suoi scritti composti fino a quel momento e lo torturò, senza riuscire a fargli mai confessare i nomi dei suoi compagni di lotta.
Dopo aver conosciuto Carmelo Bene, che lo definì come “l’intellettuale maggiore che avesse l’Italia all’epoca”, e uno dei suoi tanti padri, colui che gli “insegnò a leggere i versi”, nel 1962 Braibanti si trasferì a Roma, dove cominciò a sperimentare un progetto di regia totale, che dalla pratica del laboratorio teatrale sconfinasse nel cinema, e in spettacoli appositamente creati per luoghi extra-teatrali.
Questo progetto teatrale venne tuttavia interrotto dall’arresto del 1967, e dal successivo processo e dalla condanna del 1968 per plagio mentale di Pier Carlo Toscani e Giovanni Sanfratello, che era il suo compagno di vita e che nel 1964 già era stato rapito all’interno della propria abitazione e condotto con la forza in manicomio. Gli anni di prigionia di Aldo Braibanti furono poi scontati a due, ma lasciarono aperta una ferita indelebile nella vita di questo autore, dipinto all’epoca come un mostro.
Nei successivi anni Aldo Braibanti continuò la sua attività di poeta, di artista, di drammaturgo, di regista teatrale e di sceneggiatore cinematografico e radiofonico.
Il libro intende a fare luce sull’attività di Aldo Braibanti come poeta, autore e filosofo, e mira a offrire una possibilità di consultazione agevole di alcune sue opere, altrimenti difficilmente reperibili.
L’intera opera di Aldo Braibanti è accumunata da temi portanti quali il pacifismo, la non violenza, la lotta ecologica in difesa dell’ambiente, la condanna per le prevaricazioni e per il concetto di antropocentrismo e primato dell’uomo, l’amore per la libertà e per tutte le forme di vita, che la rendono ancora oggi estremamente attuale.
Queste pagine vogliono rammentare ad alcune persone le sue parole:
“Bisogna ricordarsi anche di colui che non sappia più dove la via conduce”.