MUHAMMAD ALI’. Rincorrere il fulmine

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“In scena proviamo a rincorrerlo…”, scrive tra le note il regista Pino Carbone, sul palco insieme al protagonista Francesco Di Leva in Muhammad Alì, al Piccolo Eliseo fino al 18 aprile. Del resto, la proverbiale velocità dell’immenso campione e autentica icona di un’epoca, di un sentimento, di un movimento di emancipazione quale fu Cassius Clay (il suo nome “da schiavo”) sin dalle Olimpiadi romane del 1960, è difficile da raggiungere, seppure su un palco invece di un ring. Francesco Di Leva, attore che mi piace molto, ha il pregio in questo caso di dare vita a movenze di una leggerezza tale che si sposano perfettamente con la poesia che si sprigiona soprattutto all’inizio dello spettacolo, dopo un momento di grande bellezza, con quell’entrata in scena in accappatoio, spalle al pubblico, da brivido. Vola anche lui come una farfalla e punge come un’ape coi versi del grande pugile.

 Frutto di accurato studio della vita e della documentazione riguardante Alì, la drammaturgia di Linda Dalisi ci porta, in una scena da set televisivo, in una ardita ma affascinante ricostruzione delle fasi salienti della vita privata del campione e istrione, della sua forza e onestà intellettuale, dei suoi pregi e dei suoi difetti, anche delle sue fragilità nel rapporto con la moglie. Incontro e ricostruzione ardite per il modo non convenzionale della rappresentazione, in parte straniante. Affascinanti per il talento di Di Leva, che ha il pregio, ammirato anche in altre occasioni, di polverizzare la quarta parete con uno sguardo, un movimento, una parola, sempre caratterizzate da una loro verità che arriva dritta al cuore di chi osserva e per il coraggio del regista Carbone. Il corpo di Alì, nello spettacolo, racconta la sua personalità, le sue sfide, la sua fiducia nel prossimo, nei suoi “fratelli”, negli esseri umani, la strada, la rabbia, la caparbietà, la sua rettitudine, finanche una certa utopistica visione della vita. Gloria, sacrificio, lotta, dolore, ribellione, spiritualità. Alì è nero, è bianco, è americano, è napoletano. Alì è “Io, noi.” Troppo veloce per chiunque.

Paolo Leone

 

Roma, Teatro Piccolo Eliseo, fino al 18 aprile 2019.
Produzione Ente Teatro Cronaca VesuvioTeatro presenta:
Muhammad Alì, uno spettacolo di Pino Carbone e Francesco Di Leva. Drammaturgia di Linda Dalisi.
Con Francesco Di Leva.
Costumi Ursula Patzak; Luci Cesare Accetta; Scene Mimmo Paladino; Musiche Marco Messina e Sacha Ricci; Ricerche e consulenza Anna Maria Di Luca e Fausto Narducci; Assistente scenografo Mauro Rea; Collaborazione alla scenografia Vincenzo Aquilone, Mariateresa D’Alessio, Michele Lubrano Lavadera; Aiuto regia Riccardo Pisani; Assistente costumista Giovanna Napolitano. Regia di Pino Carbone.
Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Eliseo nelle persone di Maria Letizia Maffei e Antonella Mucciaccio

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