Il Premio Fersen, alla regia e drammaturgia, XIV ed. al Teatro Di Documenti di Roma – domenica 7 Aprile 2019

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Il suggestivo Teatro di Documenti, creato dallo scenografo Luciano Damiani, ospita per il quarto anno consecutivo il Premio Fersen, dedicato ad Alessandro Fersen, regista, drammaturgo e innovatore del teatro europeo de XX secolo, mettendo in scena alcune letture di brani tratti dai testi premiati nell’ultima edizione svoltasi il 5 dicembre 2018 presso il Piccolo Teatro di Milano, chiostro ‘Nina Vinchi’, alla presenza della figlia del Maestro, Ariela Fajrajzen, giunta da Israele per l’occasione.

La nostra serata romana è così iniziata dinanzi ad un numeroso pubblico di addetti ai lavori come Iacopo Bezzi, in rappresentanza della SIAD (Società Italiana Autori Drammatici) e di appassionati spettatori con il saluto di Anna Ceravolo che, con la sorella Carla, fa gli onori di casa e inoltre, come membro della giuria, sottolinea il carattere non convenzionale del Premio in quanto, fin dalla sua fondazione, la giuria ha scelto di privilegiare, a parità di qualità, quei testi e quegli spettacoli che più sono in grado di rappresentare la convulsa e contraddittoria società dei nostri tempi. Nel mio breve intervento, come fondatrice del Premio, ho ricordato la sua nascita a Milano nel lontano 2003 grazie alla preziosa collaborazione di autorevoli rappresentanti della cultura teatrale milanese, fra cui Ugo Ronfani e Andrea Bisicchia, e ho presentato Giovanni Berardinelli, vicepresidente della Fondazione FERSEN, che ha parlato dell’antico sodalizio del suo studio legale con il Maestro, ricordando come il mondo della cultura romana non abbia pienamente riconosciuto i suoi meriti e ha illustrato brevemente l’attività della Fondazione oggi concentrata soprattutto a Genova, presso il teatro Akropolis, in cui ha sede appunto il Centro Studi Fersen.

In seguito Anna Ceravolo ha dato inizio alla lettura di alcuni brani tratti dai testi premiati presentando Luciana Luppi, autrice di L’Eco di Socrate nell’ultima primavera, drammatica pièce in cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in un immaginario dialogo in riva al mare della loro amata Sicilia, rievocano i difficili inizi della loro lotta contro il crimine organizzato e prevedono il loro tragico destino decretato da una politica corrotta e spesso collusa con la malavita. Segue la lettura di un brano di Caro Buio di Paolo Bensi, interpretato dall’attrice Cristina Maccà, in cui l’autore tratta il tema della vera cecità, quella che colpisce tutti gli esseri umani quando non riescono a ‘vedere’ ciò che avviene intorno e dentro di loro. Successivamente Marco Romei, autore di Fragile, presenta il suo testo costituito da quattro monologhi in cui i personaggi parlano, senza cadere nel patetismo, delle loro diverse condizioni di vita rese fragili, appunto, dall’ineluttabile isolamento diffuso ormai in forma endemica nella nostra società; uno di questi monologhi viene interpretato dall’attrice Franca Fioravanti. A seguire il testo Sala d’attesa di Stefania De Ruvo racconta le storie di sei donne, ormai morte, che descrivono i diversi tipi di violenza che hanno subito dai loro partners, spesso senza essere riuscite a valutarne in tempo la gravità e pericolosità; uno di questi episodi è interpretato con intensa partecipazione da Cristina Corso. Prosegue la lettura di un brano, interpretato dall’attrice Valentina Getti, di Edipo mio padre di Vittorio Pavoncello, dove Ismene, la mite e ignorata sorella di Antigone, rievoca i complessi rapporti con i componenti della sua terribile famiglia. Conclude brillantemente la lettura dei testi premiati, il monologo Clitè di Francesco Randazzo, interpretato con straordinaria verve dall’attore Franco Mirabella, in cui vediamo una Clitennestra in stato di grazia cercare di convincere suo figlio, un indeciso Oreste, a non ucciderla per vendicare la morte di suo padre.

Infine lo spettacolo Otellook, premiato nella sezione regia, viene presentato dagli attori/registi della giovane ma già affermata Compagnia Kaos-teatri che inscenano un momento del loro spettacolo dedicato alla piaga del cyberbullismo in chiave shakespiriana.

Un conviviale brindisi chiude felicemente la nostra bella serata romana.

Ombretta De Biase

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