“Mi viene in mente un episodio significativo: anni fa, ero da te, ho notato tra i tuoi libri “Lezioni private” di Sgarbi. La cosa mi lasciò perplesso e deluso ma per non urtare la tua sensibilità scelsi di non dire niente… Ma pensai fra me: come, un orgoglioso uomo di sinistra tiene tra i suoi libri un testo di Sgarbi che getta merda sui valori di sinistra fin dai suoi esordi? Potresti dirmi che si intende di arte, ma questo sarebbe un luogo comune oltre che qualunquista… io dal mio canto ho sempre disprezzato Sgarbi e il sistema che vi sta dietro e mette in vetrina buffoni come lui, animali televisivi, urlatori della cultura e compromessi con poteri che non ho mai condiviso e anzi osteggiato, a mio modo, con coerenza cristallina. Se mi dici che hai comprato il libro perché ti interessi di arte, anche questo lo trovo discutibile, esistono fior fiore di critici con una formazione e una sensibilità di sinistra, e più valenti, più onesti e meno compromessi senza bisogno di spolverare Lukacs che forse è un po’ obsoleto e non aveva una formazione squisitamente “artistica” anche se ha parlato brillantemente di arte. E se mi dici che guardi ai contenuti, in questo caso di critica dell’arte, che ne è dei contenuti del mio articolo su Eastwood (a seguito il link: https://www.corrieredellospettacolo.net/2019/05/03/brevi-cenni-a-the-mule-di-clint-eastwood-quella-pietas-riguadagnata/) che hai ignorato totalmente facendomi rilievi ideologici un po’ astratti? Che ne è della linea di principio se ti leggi Sgarbi che è a mio avviso tanto discutibile per usare un eufemismo? Abbiamo già discusso in passato della profonda inerenza della condotta al contesto dell’espressione dei propri talenti e competenze. Quindi? Che hai da dirmi o insegnarmi, R., sulla coerenza che io, a dispetto delle tue insinuazioni frettolose ho sempre avuto? Il guaio, R., è che Sgarbi non è deprecabile tanto perché è di destra, anche Eastwood lo è, ma perché è sintomo del vero crepuscolo della cultura che stiamo vivendo. Il sintomo di una cultura esibita, urlata, volgare, invece che serenamente condivisa – la condivisione è un valore topico della sinistra -, e appannaggio di chi fa vetrina per il potere e con il potere, il peggio del potere, in tv e nei media. Proprio la gente che Pasolini, e non solo lui, odiava. Bisognerebbe dire a certa gente che butta merda sul comunismo e per di più è prezzolata, che il comunismo italiano ha una sua specificità e un valore che trascende le loro stronzate sui totalitarismi, che Gramsci s’è fatto il carcere per quei valori ed è morto per i valori che loro imbrattano un tanto al chilo. Che non possono dire nulla di Berlinguer. Che le lotte per i diritti e per il lavoro, qui, le abbiamo fatte “noi” e non la destra. Che uguaglianza non è sbrigativamente egualitarismo bieco e omologante. Che molti di loro si dicono cristiani e dimenticano che Cristo parlava agli ultimi e professava valori protocomunisti, e aveva per discepoli umili pescatori. E infine che l’umiltà va a braccetto con l’onestà e il confronto serio, cose che mancano tutte e tre all’intellettuale di cui hai pagato il libro. A me non interessa la specificità di intellettuali come Sgarbi, che è comunque esigua, ma a cosa sono funzionali, cioè alla confisca della cultura che invece dovrebbe essere condivisa e patrimonio di tutti, e non loro ostaggio, ma strumento di lotta e emancipazione. Sgarbi sarà dimenticato e con lui tutti i gregari del potere che dicevamo, a me interessa dove mette uno Sgarbi, bisogna vedere oltre, essere lungimiranti. Oggi, il potere che dovremmo combattere invece di fare scaramucce di valore astratto e ancillare, è un nemico subdolo e suadente, capzioso e pervasivo come un gas, e persone come te che hanno votato Renzi e, a suo tempo ancora D’Alema, non hanno propriamente fatto una cosa di sinistra, avendo proprio loro distrutto quel poco del patrimonio genetico di valori e lotte che facevano parte della peculiare esperienza della sinistra italiana… Io personalmente, ho valori che sono appartenuti a intellettuali e fautori della sinistra, ma per dirla con Sciascia, non sono un cretino di sinistra!”
Massimo Triolo