Roma, Teatro Golden, dal 17 dicembre al 12 gennaio 2020
E’ un campo da tennis quello che accoglie gli spettatori al Teatro Golden dal 17 dicembre al 12 gennaio 2020, con tanto di righe e rete. In Doppio misto infatti, la nuova commedia scritta e diretta da Danilo De Santis, la storia si svolge all’interno di un circolo sportivo, con gli spogliatoi anch’essi a vista, nell’originale scena di Andrea Simonetti. Una emergente stella del tennis, Luna, interpretata dalla giovane Giulia Todaro, perfetto phisique du role, il suo allenatore Armando, un esilarante Danilo De Santis, i suoi genitori Mara e Giulio, rispettivamente Marco Fiorini e Milena Miconi, abili nel proprio ruolo e in grande sintonia. La ragazza sta scalando le graduatorie internazionali del tennis, la sua vita è ad un bivio importante e questo scatena le aspirazioni del padre, ossessionato dalla probabile carriera della figlia, dalla realizzazione del sogno di Luna. O dal suo? La madre, dal suo canto, tenta disperatamente di instaurare un dialogo con la figlia, pontificando dall’alto della sua esperienza e saggezza. Ma è immacolata come dice, la sua gioventù? L’allenatore è un incallito dongiovanni, farfallone imperterrito, che vive ancora con la mamma e che non è al corrente delle conseguenze della sua scapestrata giovinezza ormai passata. Tutti e quattro stanno per scendere in campo per un doppio misto, al fine di festeggiare i successi della giovane Luna, ma accadrà di tutto, anche l’impensabile. Questi gli ingredienti della commedia, non si può svelare altro per non rovinare i tanti colpi di scena che accadranno fino all’ultimissima azione. Come il tennis, “lo sport del diavolo”, la partita non può dirsi mai finita finchè non è davvero finita.
Doppio misto è una commedia interessante, bella a vedersi per la scena e per la regia molto dinamica, che mette in risalto contemporaneamente quel che accade in campo e negli spogliatoi, in una bella concatenazione che via via affascina e coinvolge lo spettatore, forse all’inizio un po’ spiazzato. Il tennis come metafora di vita. Si ride per le situazioni, per i fraintendimenti, gli equivoci, e si apprezza la rappresentazione della distanza generazionale tra figli e genitori, con gli ultimi che non sempre fanno il bene dei primi, seppur in buona fede. I quattro attori danno vita ad uno spaccato di vita credibilissimo, godibile, divertente e con un bel messaggio. Originale.
Paolo Leone
