Indira Acosta, la modella che ama e difende il Venezuela

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Indira Acosta è una modella venezuelana, ma più che parlarci del suo lavoro preferisce concentrarsi su cose più importanti, parlandoci della situazione critica che sta vivendo il suo Paese. Ascoltiamola.

Ciao Indira, grazie per questa intervista, anche perché ci stai per dire delle informazioni molto importanti. Cosa sta avvenendo in questo momento nel tuo Paese, in Venezuela?

Grazie a voi in anzitutto, il mio Paese è in preda alla dittatura comunista, il livello di corruzione è talmente alto che i cittadini hanno timore dei militari, dei poliziotti. Siamo sommersi in una situazione d’impunità e mancanza di legge totale. Sono quindici anni che protestiamo, senza nessun risultato, visto che non abbiamo le forze armate dalla nostra parte. Le proteste del’anno scorso hanno lasciato tantissimi morti in strada per bombe lacrimogene sparate direttamente ai manifestanti oppure per spari d’armi da fuoco. All’aeroporto di Caracas rischiamo che i militari non ci facciano entrare se non diamo soldi… è veramente un’incubo. Dopo aver lavorato per vari anni come avvocato in Venezuela sono venuta in Italia e senza la possibilità di legalizzare (sempre per i problemi di corruzione) i miei documenti mi sono vista costretta a reinventarmi come modella e per fortuna ci sono riuscita, perché per adesso è impossibile tornare in Venezuela, senza rinunciare alle condizioni minime per avere una vita normale (cibo, mezzi di trasporto, sistema sanitario).

Qual è la situazione politica al momento lì?

E’ un disastro, abbiamo perso un po’ le speranze, abbiamo un presidente palesemente illegittimo, visto che le elezioni sono state chiuse ai mezzi di comunicazione con i centri elettorali vuoti e poi come risultato hanno dato dei numeri superiori. Dall’altra parte abbiamo un presidente riconosciuto dalla comunità internazionale e dovrebbe essere il presidente della Assemblea Nazionale (Juan Guaidò), ma i risultati che lo eleggono tale sono scomparsi. Hanno cercato di mandare l’aiuto umanitario nel confine con la Colombia e i militari venezuelani hanno bruciato il contenuto dei camion, siamo a una
percentuale del 90% di povertà estrema visto che uno stipendio normale non supera i due Euro ma un chilo di pomodori costa 7-8 Euro, le cifre dei venezuelani che hanno abbandonato il Paese stanno per superare quelle di Siria.

L’Italia come si sta comportando?

L’italia purtroppo non si è mai schierata, non ha voluto mai dare un parere ufficiale, addirittura Di Maio non ha voluto ricevere una commissione di italo venezuelani a favore del presidente interino Guaidò, cosa che ci ha lasciato veramente stupiti, visto che il Venezuela ha una delle comunità più grandi di italiani al mondo.

Secondo te cosa si potrebbe fare?

Informare, diffondere la nostra situazione. Tantissimi di noi sono stati costretti ad abbandonare il nostro Paese e riniziare da zero. Io cerco sempre di diffondere ciò che accade. Abbiamo in Europa l’immagine del tipico Paese povero, quando in realtà è stato ricchissimo e ha offerto a tanti immigrati l’opportunità di ricominciare in un contesto pieno d’opportunità. Adesso ci troviamo nella crisi più profonda della nostra storia, senza che nessuno che ci difenda.

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