L’Antigone di Sofocle al teatro Bellini di Napoli. Traduzione e adattamento Laura Sicignano, Alessandra Vannucci

Data:

Al Teatro Bellini di Napoli, fino al 12 gennaio 2020

«A proclamarmi questo non fu Zeus, né la compagna degl’Inferi, Dice, fissò mai leggi simili fra gli uomini. Né davo tanta forza ai tuoi decreti, che un mortale potesse trasgredire leggi non scritte, e innate, degli dèi. Non sono d’oggi, non di ieri, vivono sempre, nessuno sa quando comparvero né di dove.». Una delle tragedie dell’antica Grecia più famose di sempre: L’ Antigone di Sofocle approda al teatro Bellini di Napoli

La trama è nota :

A Tebe, si è appena conclusa la guerra civile che ha visto Eteocle e Polinice, i due figli di Edipo, contendersi il trono. Entrambi sono morti e Creonte, fratello di Edipo, è
il nuovo re, il suo dovere è sancire il confine tra vincitori e vinti, tra buoni e cattivi. È per questo che emana un editto che vieta la sepoltura del cadavere di Polinice, ritenuto un traditore della patria, perché, come re, deve seguire la Ragion di Stato, sradicando ogni possibile focolaio di ribellione. Sua nipote Antigone, la giovane sorella di Polinice, però, si oppone a questa decisione: senza odio personale e in nome di un giustizia umana che precede e supera le leggi.

Il mito di Antigone è arrivato ai giorni nostri, conservando sempre la sua attualità nonostante tutti i secoli trascorsi proprio per la sua attualità, oggi più che mai, della sua forza femminile in una società, la nostra, dove si parla continuamente di Girl Enpowerment e soprattutto per lo spirito ribelle della donna che la porta a scontrarsi col sovrano di Tebe, in nome proprio delle divinità greche che ella invoca in nome di giustizia.

 Qui si viene a creare il quesito, forse, più antico del mondo: <<  A questo mondo bisogna seguire la giustizia divina o quella terrena?>>

La caratteristica più sorprendente della tragedia di Antigone è il fatto che la donna che da il titolo alla rappresentazione sta pochissimo in scena, eppure ha il suo nome poiché tutto ruota attorno a lei e al suo gesto e alle conseguenze che ciò porterà dopo la sua dipartita. Dalla morte prima del figlio, poi della moglie del re e cosi il suo tormento da uomo finito.

Nota di merito va sia al mago che preannuncia le sorti al re, che di rimando poi a tutto il cast attoriale, poi anche al musicista/ rumorista che è presente sul palco per tutto lo spettacolo, proprio come si faceva nel teatro dell’anticaGrecia.

Marco Assante 

con Sebastiano Lo Monaco e con Lucia Cammalleri, Egle Doria, Luca Iacono, Silvio Laviano, Simone Luglio, Franco Mirabella, Barbara Moselli, Pietro Pacescene e costumi Guido Fioratomusiche originali eseguite dal vivo Edmondo Romanoluci Gaetano La Melaaudio Giuseppe Alìregia Laura Sicignanoproduzione Teatro Stabile di Catania

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