Maschere e pupazzoni Calabro-Lucani, ciaramelle soliste e doppie, canti e costumi folkloristici per la quarta edizione della ”Tarantella del carnevale”

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All’Auditorium della Musica di Roma,

Secondo la ritualità festiva dei saturnali che sospendevano il tempo ordinario nell’Antica Roma per delle licenze sociali e trasgressioni alle norme consuete, nell’ultima domenica di Carnevale l’animatore della ricerca ed esecuzione delle musiche e danze popolari delle varie parti dell’Italia Ambrogio SPARAGNA ha organizzato un intrattenimento spettacolo con i gruppi vivaci e caratteristici del Cilento, del Pollino e della Sila. Il pubblico, che ormai ha cominciato ad amare ed apprezzare l’arte ancestrale di Sparagna, ha riempito la sala Sinopoli e s’è lasciato coinvolgere dalla gioviale esuberanza festosa degli artisti con le loro caricature di cartapesta sormontate da specchietti e palle di stoffa ciondolanti dai bastoni,che toccate sono segno di buon augurio.In particolare tali sgargianti pupazzoni dal grande cappello di Alessandria del Carretto (cs) sono scesi tra gli spettatori senza “la quarta parete” ed hanno elettrizzato la sala. Codesta ricorrenza anticamente nella classicità era apotropaica dell’inverno e propiziatoria dei prodotti agricoli della primavera in abbondanza. Poi è seguito Raffaello Simeoni con la sua piccola ciaramella mentre il commesso di Caggiano,situato nel vallo di Diano, si esibiva nella divertente ed allegra tarantella meridionale, così da cacciare il demonio e la sua dannata frenesia simbolizzata dal vorticoso movimento e dalla mascherina sfoggiata diabolicamente dall’incantatore Simeoni. Vera curiosità orchestrale e strumentale hanno rappresentato le doppie ciaramelle, mentre il dinamico Sparagna galvanizzava tutti con il suo organetto a mo’ di ridotta fisarmonica. Prima dello spettacolo vero e proprio la parata musicale mascherata ha stimolato gioia e giulive sensazioni tra il porticato e lo spazio aperto, la CAVEA, DELL’AUDITORIUM, dopodiché hanno preso il sopravvento le maschere sonore  ZOOMORFE “summueri e sonagli” di LATINA e FROSINONE. Alla festa non poteva mancare,in segno di solidarietà ed incoraggiamento, il saltarello sabino di AMATRICE, in fase di lenta e difficile ricostruzione,che gli astanti hanno calorosamente incentivato ad esprimere il meglio del loro repertorio. A metà serata è salito sul palco il coro popolare diretto da ANNARITA COLAIANNI che ci ha fatto gustare alcuni motivi come ”Lascia mammeta e vieni con me”, ”Spogliate e vesti me” come la brutta cenerentola desiderava dalla maga, per non dire del ludico e scherzoso: ”LUCIA, LUCIA… CUCCURUCUCU”. Insomma s’è rinnovata la felicità lasciva ed onirica, trasognante, dei primi mesi dell’anno con uno sfrenato sarcasmo goliardico che continuerà il 7 aprile con i briosi e fescennini canti della “gatta cenerentola”.

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini

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