Mujeres nel Teatro chiede di salvare il teatro!

Data:

-Al Sig. Presidente della Repubblica Italiana

Sergio Mattarella

– Al Presidente del Consiglio

Prof. Giuseppe Conte

– Al Ministro dei Beni Culturali e del Turismo

On.le Avv.to Dario Franceschini

Desideriamo richiamare la Sua attenzione sulla gravissima situazione finanziaria del settore spettacolo dal vivo. Riprendere il lavoro, per i mesi a venire, senza aver discusso un sussidio di quarantena inclusivo di tutti, professioniste e professionisti, senza aver ridiscusso i parametri dei finanziamenti MiBACT, e/o azioni mirate a fronteggiare gli eventuali debiti accumulati durante il fermo di questi mesi, significa uccidere definitivamente un’intera categoria.

Riaprire il 15 giugno, che per altro è un lunedì, tradizionale giorno di chiusura per il teatro, in un periodo in cui la stagione solitamente si chiude, denota una mancata conoscenza delle condizioni disperate di migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori e una quanto meno distratta valutazione delle pratiche artistiche. Attrici e attori, danzatrici e danzatori, non possono lavorare indossando la mascherina, senza toccarsi, senza avvicinarsi, senza quelle libertà di movimento ed espressione alla base dell’atto teatrale. Sarebbe necessario garantire costantemente i tamponi, non certo a carico di un settore che non possiede la potenza economica di altre realtà, come ad esempio società calcistiche e/o grandi produzioni cinematografiche e televisive.

La riapertura a giugno, inoltre, condanna soprattutto le piccole e medie realtà teatrali e associative, luogo e spinta per tutti coloro che fanno di questo mestiere base fondante della loro vita, che sono padri, madri, figli e nuclei famigliari di ogni tipo e che moriranno schiacciati dai debiti se non si progetta un piano di supporto insieme. Realtà che vivono sia di programmazione teatrale che di laboratori, altra pratica impensabile da riprendere mantenendo il distanziamento, dopo tanti mesi chiusi senza alcuna sospensione di bollette, affitti, senza guadagno, con un aggravio di spese, fosse anche solo per mascherine, guanti e sanificazione, con gli ingressi contingentati che riducono il pubblico, non potranno più permettersi di riprendere l’attività.

Con questi parametri, si potrà parlare di un’eventuale, e non certa, ripresa solo per gli spazi all’aperto e ragionevolmente per i grandi circuiti mainstream, nei quali opera una contenuta percentuale di professionisti. Crediamo che non si possa, decretando l’apertura, considerare chiusa l’emergenza e che non si debba avviare una conseguente rischiosa divisione in lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Vogliamo fermarci e dirLe a gran voce che la cultura, l’arte, il teatro, che “tanto ci fanno divertire e tanto ci fanno appassionare” rischia il collasso.

Le chiediamo di intervenire per assicurare il dialogo con tutto il settore, compreso il circuito meno visibile, humus e presidio culturale di questo Paese.

Le porgiamo, nel mentre, distinti saluti.

Il Direttivo

Mujeres nel Teatro

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