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ALLA SCOPERTA DI CURIOSITA’ IN ESTATE

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Agosto tempo di vacanze, di sole, mare e dei monti, qualunque sia la vostra destinazione se il relax fa parte del vostro programmava bene anche in altri mesi. Le categorie delle persone non mancano, abbiamo gli oziosi del dolce far niente, il mattiniero runner che corre lungo il bagnoasciuga, la ginnasta con i suoi esercizi al l’evar del sole o l’escursionista. Poi ci sono quelli che tra un bagno e l’altro, fanno la passeggiata distensiva sulla battigia per vedere bellezze distese come lucertole al sole cocente e magari ci scappa qualche visual top…less! Quelli che arrivano in spiaggia quando tutti iniziano ha riprendere la strada verso l’albergo o la casa in affitto per essere pronti alla passeggiata serale. La fila delle tipologie umanoidi si allunga a vista d’occhio senza escluderne alcuna. Le cittadine marinare o montane della nostra penisola, offrono molto di più di quanto stiamo per descrivervi, iniziando dalle sagre alle feste imbastite per i turisti e chissà ancora, basta sapersi programmare la giornata informandosi. Senza voler essere o prendere spazio agli addetti al Turismo, soprattutto senza alcun fine, forniremo indicando alternative su un tracciato che per molti potrebbe essere ignaro o fuori dell’ordinario, per un’escursione pomeridiana allontanandosi dalla risacca delle onde alla scoperta di nuovi luoghi. Riportiamo a seguito qualche suggerimento che potrebbe essere preso in considerazione, visitando il Museo Civico di Diano Marina, istituito nel 1970 è accolto nel Palazzo del parco, in questo luogo troverete la storia del Golfo, iniziando da Lucus Bormani (stazione della romana via Iulia Augusta, ricca di reperti archeologici), con le sorgenti termali dalle doti curative. Protette dalle divinità delle fonti come Borvio… il ribollente. Spostandosi a Imperia, troviamo il Museo dell’olivo, sorge accanto all’azienda olearia Fratelli Carli, sono esposte anni di storia della pianta simbolo della riviera di ponente.

Che dire delle ”Grotte di Toirano” a Borghetto Santo Spirito (SV), piccole ma interessanti, un diversivo per combattere la canicola estiva, mentre si scoprono cose nuove. Se poi ci va d’immergerci nel 1500, durante il periodo in cui si praticava ”la caccia alle streghe” non resta che avviarsi a poche decine di chilometri da Imperia, dove si trova un piccolo borgo medievale conosciuto come il “Paese delle streghe”, qui infatti nel 1587 si tenne la più grossa caccia alle streghe che l’Italia ricordi. Il luogo è Triora, popolato da circa quattrocento anime, pronti per andare alla ricerca delle bàgiue (termine usato in Liguria per definire le streghe), in notturna, tra leggende e storie di fattucchiere. La Pro Triora, ha aperto i battenti al suo Museo etnografico e della stregoneria di Triora, dedicato ai processi dell’Inquisizione e alla ricostruzione delle torture. Lo spazio, allestito a Palazzo Stella, si pensa sia appartenuto a una presunta bàgiue. Sul Monte delle Forche, chiamato così poichè la maggior parte delle streghe incontrarono il loro cruento destino, almeno quattro delle presunte bàgiue furono impiccate su quel monte. La Cabotina invece era il posto dove le streghe avrebbero stretto i loro patti mortali con il diavolo. La città, sembra sorga su un ”fanum” un luogo sacro per il culto e sempre dal latino, pare che il nome di Triora derivi dalla parola: tria ora, tre bocche… Ricordate Cerbero, il cane infernale… a tre teste? Se questo non vi basta, avrete la possibilità di vedere un autentico menhir, usato in tempi antichi per culti analoghi. Disse Voltaire < Le streghe hanno cessato di esistere quando noi abbiamo cessato di bruciarle > A parte questo spaccato di leggenda o realtà del tempo andato, qui potrete gustare prodotti locali, come il pane di Triora, marchio DOP e membro dell’associazione dei 37 Pani d’Italia. Per cambiare discorso, giacchè si ha la possibilità di farlo, dirigiamo la prua dell’auto verso Ventimiglia e Sanremo… vi aspettano due singolari visite, una più interessante dell’altra. La prima è Bussana vecchia, l’altra è Seborga. Due città diverse sotto tutti gli aspetti, ma altrettanto interessanti, da ogni prospettiva la si desideri vedere. Una non esclude l’altra, prendendosi tutto il tempo che occorre per visitarle, lontano dal sole cocente vacanziero, il bisbiglio delle persone in spiaggia, lo sciaquio delle onde sul bagnoasciuga. Dopo il terremoto avvenuto il 23 febbraio del 1887 a Bussana, distrusse quasi tutta la frazione collinare del Comune di Sanremo, al punto che gli abitanti dovettero ricostruirne una nuova a valle chiamandola con lo stesso nome lasciando la ”vecchia Bussana” al suo degrado totale. Nel corso degli anni, alcuni artisti di qualunque forma espressiva e nazionalità, s’insediarono in quella che venne definita ”Bussana Vecchia” ridandogli la vitalità di un tempo, trasformandola da cittadina fantasma qual era a meta d’interesse turistico. Uno Stato nello Stato, stiamo parlando di Seborga, nucleo abitativo di trecentoquindici anime, distante a pochi chilometri dal confine francese, tra Ventimiglia e Bordighera (IM). Visitandolo, sarete catapultati in uno spazio-temporale di un’altra epoca. Si (auto)definisce un principato che non riconosce lo Stato Italiano, sebbene sia in territorio italiano, La piccola comunità, è sorretta da un monarca, batte moneta propria. Singolare a vedersi è il cambio della guardia, la Casa del reggente, la sua effige la troverete esposta in qualunque esercizio commerciale. Un avvertimento: qualsiasi cosa penserete di acquistare sul territorio dalla tazziana di caffè al souvenir, dovrete convertire la vostra moneta… in luigini… Potrete farlo solo sulla sua giurisdizione, caso contrario non potrete fare alcun acquisto. La curiosità sul ”luigino” quello di valore numismatico risale al suo primo conio del 1666. E per finire… considerato che la città d’Imperia… potrebbe definirsi il comune ”più giallo” della Liguria, spicca in modo particolare ”lo Stato di Seborga” di cui è produttrice del simbolo dell’otto marzo: le mimose. Non solo, in quel periodo si riscopre una ricetta che si perde nella memoria locale, apprezzando anche in tavola, il gusto servito delle frittelle alla mimosa.

Daniele Giordano

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