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“TERRA DEI FIORI”: INTERVISTA A CARRESE

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Le canzoni e la musica raffigurano l’espressione d’eccellenza, non solo per esprimere i propri sentimenti, ma soprattutto per raccontare un tempo dell’uomo, accompagnandolo nel cammino, non dimenticando che le canzoni e la musica sono delle poesie d’amore, esse non si fermano mai o meglio non si fermano solo ai sentimenti e al tempo dell’uomo, poiché esse possono racchiudere anche dei messaggi, volte all’invito alla riflessione. Una riflessione che non solo invita a pensare, ma anche costituire attraverso questa una nuova etica, volta a dare una nuova educazione. La stessa che può condurre l’uomo a costruire una vita e un presente migliore.

Questa volta a invitarci a fare questo è la cantautrice Carrese, nome d’arte di Roberta Carrese. Roberta a 11 anni inizia a suonare la chitarra, strumento che tutt’oggi suona per accompagnare le sue canzoni. A 14 anni intraprende un’attività live musicale per club e piazze locali. Dopo il diploma di Liceo Classico all’età di 19 anni si trasferisce a Roma per frequentare il DAMS presso l’università di Roma Tre e si laurea in Cinema,Tv e Nuovi Media nel 2017. I primi anni romani sono significativi per la sua carriera. Nel 2015 partecipa alla terza edizione di The Voice of Italy nel team di Piero Pelù, ottenendo il secondo posto in finale. Come afferma l’artista, “il talent è stata un’esperienza di crescita all’interno del difficile contenitore televisivo e mai un punto di arrivo.” Dopo la partecipazione televisiva seguono due anni di concerti in tutta Italia, da sola (voce e chitarra) o con la band. Verso la fine del 2017 interrompe la sua attività musicale per dedicarsi alla scrittura del suo primo album: inizia così a lavorare come commessa in un noto department store a Roma e fuori dal lavoro compone le sue canzoni. A settembre 2018 incontra la produttrice Marta Venturini (Studionero/Rumore di Zona) con la quale attualmente collabora per la produzione musicale dei suoi brani. In questo 2020 Carrese pubblica quattro brani: il singolo d’esordio “Smart”, seguito da “Vetro”, “Nodo in gola”, “Effetto speciale” e di recente, precisamente il 5 novembre, lancia “Terra dei fiori”.

Ciao Roberta, bentrovata al Corriere dello Spettacolo. Ti faccio i miei complimenti per i tuoi brani e in particolare per “Terra dei fiori”. MI PARLI DI QUESTO?

Ho iniziato a scrivere “Terra dei fiori” (ho chiamato questo brano così, per non dire esplicitamente “Terra dei Fuochi), quest’anno, poco prima della quarantena. L’idea del brano nasce dopo aver visto le famose inchieste fatte da Nadia Toffa, che si era molto spesa nel raccontare attraverso le Iene cosa succedeva nella Terra dei Fuochi. Ho avuto l’idea di parlare di qualcosa, raccontare dell’argomento, senza parlarne esplicitamente. Poi un giorno con la mia produttrice Marta Venturini ci trovammo in studio e buttammo giù il primo accenno di melodia e poi durante la quarantena ho iniziato a scriverlo. Quindi fondamentale è nato nei mesi di lockdown e per questo inizialmente lo abbiamo prodotto a distanza e poi in studio. Tra l’altro, rispetto agli altri miei brani, al livello di produzione in questo brano c’è stata una new entry, il grande produttore Diego Calvetti. Insieme a Marta e Cristiana Della Vecchia siamo andati da lui, nel suo studio per produrre il prezzo. Insomma, c’è stato proprio un team più esteso e quindi pareri diversi che si sono ritrovati, nel pezzo. Di tutto questo ne siamo veramente felici.

Quando sentiamo o leggiamo l’espressione “Terra dei Fuochi” ognuno di noi indica ovviamente la Campania. Visto che ci sono e ci sono stati coloro che hanno disegnato questo territorio in modo ingiusto, scorretto e assolutamente speculativo, visto che la questione non riguarda solo la Campania, TI VA DI DIRE QUALCOSA SULLA GENTE DI QUESTA REGIONE?

Io sono nata in Molise, a pochi km dal mio paese, che si trova in provincia di Caserta. Sono nata in Molise, perché l’ospedale più vicino si trovava qui, ma io sono campana. A parte questo, mio padre napoletano, la famiglia di mio padre, i miei nonni paterni sono tutti napoletani e mia madre è della provincia di Caserta.

Di base, in questa canzone, c’è anche la voglia di dare una speranza, di poter essere, diciamo, qualcuno che può fare la differenza in un futuro, cioè… noi tutti possiamo fare la differenza, se si vuole. Però quello che intendevo dire – magari non si sente esplicitamente nel brano – è la voglia di dire che la Campania non è soltanto una Terra dei Fuochi. È bruttissimo sentire dire da chi non è campano: “però li avete i pomodori contaminati”. Questa cosa è bruttissima, sia perché la Campania non è solo questo, sappiamo che Napoli è una delle città più belle del mondo e infatti c’è una frase nella canzone che dice: “se ci vivi poi muori”, nel senso positivo. Ovviamente, come in tutte le situazioni, c’è il brutto e il bello. Poi bisogna dire che ci sono persone che hanno portato alla situazione della Terra dei Fuochi. Non è che è nata da sola. Purtroppo è nata a causa delle persone malate e non erano solo campani a creare la situazione. Vi erano anche altri.

Mi permetto di dire un mio pensiero sull’argomento e cioè che per colpa delle cattive persone non possono scontarla tutti. Non è gusto che a quel pezzo di comunità che accetta di sacrificarsi e sacrificare tocca prendersi tutte le colpe. Per questo credo che bisogna avere il coraggio di ribellarsi. È una questione che riguarda tutti, non solo l’Italia, ma tutto il mondo. Credo che dobbiamo riflettere umanamente e procedere per fare in modo che i rifiuti non siano nocivi per noi e nemmeno per la natura.

Prima, nell’introduzione, ho detto che le canzoni e la musica ti permettono di esprimerti, ma allo stesso tempo possono essere un invito alla riflessione e a scrivere una nuova etica, per dare una nuova educazione. In questo contesto, l’essere umano possiede un potenziale enorme per costruire: il pensiero e la facoltà di comprendere sia il bene che il male, in un contesto in cui le canzoni e la musica possono illuminare il pensiero e la facoltà di comprensione dell’essere umano. Tuttavia, partendo dal potenziale umano, cioè il “pensiero” e la facoltà di comprendere cose belle o brutte, PERCHÈ SECONDO TE L’UMANITÀ FA FATICA AD ABBATTERE CERTI ASPETTI, ANCHE SE CONSAPEVOLE CHE SONO SBAGLIATI?

Diciamo il potere – questo è risaputo – rende cieco l’uomo. Rispondiamo così a questa consapevolezza: se io contamino la mia terra, dove io stesso mangio e dove mangeranno i miei figli e nipoti per il potere e i soldi, questo fa capire quanto questi abbiano rovinato l’umanità intera. Fondamentalmente io credo che finché questa non capirà ciò, la porterà alla rovina. Sperò che capirà, non so se riuscirò a vedere un mondo cambiato, ma di sicuro so che il potere e il denaro porteranno alla rovina dell’uomo, in un contesto in cui l’uomo è innaturale, rende la natura tale e la violenta. Allora, penso che bisogna fare luce e parlare di più di quelle piccole realtà che possono fare la differenza. Prendiamo ad esempio i giovani attivisti dell’ambiente. Tutto può partire dal piccolo che un giorno può diventare grande. Quelli saranno i punti forti, i famosi fiori che cambieranno la situazione in generale del mondo.

Condivido molto il tuo pensiero, è necessario partire dal piccolo, ma soprattutto c’è bisogno di molta riflessione da parte dell’uomo, e poiché, come dici tu, iniziare dal piccolo è ancora una cosa molto lontana, possiamo sperare che con il tempo l’essere umano inizi a fare quelle piccole cose per fare grandi cose, per se stesso e per la natura. Ti faccio le due ultime domande in unica domanda: COSA TI HANNO DETTO LE PERSONE CHE HANNO ASCOLTATO “TERRA DEI FIORI”? E POI INFINE CHE PROGETTI HAI PER IL PRESENTE, FARAI UN ALBUM O EP?

Innanzitutto, hanno visto sicuramente la differenza rispetto agli altri singoli. “Terra dei fiori” è stato un pezzo a sé, diciamo che non è un pezzo da considerare come un continuo degli altri. Questa è stata una scelta fatta perché volevo pubblicarlo come lavoro autonomo, diverso sia per tematica che per arrangiamento e sound. Sentiamo che è un brano pop, quindi ha poco di indie. Questa cosa è stata avvertita, perciò mi hanno chiesto se avevo cambiato rotta a livello musicale. Assolutamente no, qui apro una parentesi: la musica pop non è una musica brutta assolutamente. Chi fa indie non discrimina la musica pop. Per me pop significa vincente, cioè che ha una facilità di comunicazione universale. E proprio perché “Terra dei fiori” tratta una tematica forte volevo che il pezzo avesse un taglio più pop. “Terra dei fiori” doveva essere così come è stata prodotta. Tuttavia, hanno notato la differenza, il distacco rispetto agli altri brani. Mi hanno detto anche sono riuscita a emozionate, e non solo coloro che mi conoscono, ma anche persone che non mi conoscono direttamente.
Per quanto riguarda l’album o Ep, diciamo che stiamo pensando e lavorando a un progetto… insomma stiamo lavorando.

Confesso che anch’io mi sono molto emozionato ascoltando il brano, che trasmette tantissimo, arriva proprio al cuore. Ci salutiamo, innanzitutto ringraziandoti del tuo tempo che mi hai dedicato. C’è da ricordare che “Terra dei fiori” è accompagnato da un videoclip (che ognuno può vedere anche su Youtube), il quale vanta la regia di Paolo Furente e l’aiuto regia di Elsa Campini. Lo stesso è stato interamente girato tra Caserta e le campagne vesuviane.

Giuseppe Sanfilippo

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