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Pat Garrett e Billy Kid (Pat Garrett and Billy the Kid)

Data:

USA 1973 105’ COLORE
REGIA: SAM PECKINPAH
INTERPRETI: JAMES COBURN, KRIS KRISTOFFERSON, BOB DYLAN, HARRY DEAN STANTON, JASON ROBARDS
VERSIONE DVD: SI’, edizione WARNER BROS
“SONO CAMBIATE LE COSE…” (GARRETT) “LE COSE PUO’ DARSI. MA NON IO!” (KID)

New Mexico, USA, 1881. In passato amici, adesso il maturo Pat Garrett (Coburn) e il giovane Billy the Kid (Kristofferson) si ritrovano a combattere su fronti opposti. Il primo, consapevole che i vecchi tempi sono finiti, amministra la legge per conto dei latifondisti: un lavoro come un altro per sopravvivere e, possibilmente, invecchiare. Il secondo, invece, continua a fare il bandito non rassegnandosi alla fine del selvaggio West decretata dall’avvento dei nuovi padroni, tra cui il potente John Chisum, che ha incaricato lo sceriffo Garrett di neutralizzare proprio il Kid, visto come la principale minaccia al nuovo ordine costituito. Dopo aver fallito con le buone, Garrett è costretto a fare sul serio, e lo scontro tra i due ex compagni diventa inevitabile…

Forse l’ultimo grande Maestro del western made in USA, Sam Peckinpah è noto in tutto il mondo per l’indiscusso capolavoro Il mucchio selvaggio, ma Pat Garrett e Billy Kid (conosciuto anche come Pat Garrett e Billy the Kid) non è da meno. Il film, ispirato alla vera storia di Garrett e Kid, – tra le più celebri di tutto il West e oggetto di varie altre trasposizioni cinematografiche, oltre che televisive e teatrali -, contiene gli elementi tipici della poetica del regista: l’amicizia virile, la violenza, il clima malinconico da “fine di un’epoca”, gli slanci eroici e le contraddizioni dell’animo umano, oltre a un certo pessimismo di fondo. Elementi, questi, che hanno portato la critica a definire i western di Peckinpah come “crepuscolari”.

L’aggettivo calza a pennello per questo film, in cui la vicenda dei due personaggi, spogliata dell’aura mitica che il tempo le ha posato sopra, si configura come un’amara riflessione sulla vita umana, con punte di lirismo che stemperano la consueta violenza “concreta”, senza sconti, di Peckinpah, che qui irrompe quasi all’improvviso, sconvolgendo solo temporaneamente il ritmo lento, per non dire contemplativo, della narrazione. L’anziano (per gli standard dell’epoca) Garrett è un uomo disilluso e pienamente consapevole che l’unica possibilità di sopravvivenza è l’adattamento alla nuova situazione, alla nuova America, l’America del Progresso e della Legge (che, attenzione, non è sempre sinonimo di Giustizia!). Al contrario, il giovane Kid non si rassegna alla perdita della libertà e continua – a modo suo – a lottare strenuamente contro tutti coloro che “METTONO STACCIONATE INTORNO A QUESTO PAESE”, impegnandosi in una vana quanto anacronistica difesa di un mondo in via di dissoluzione.

Sia Garrett che Kid uccidono non per odio, ma semplicemente perché costretti dalle circostanze. Lo sceriffo, prima di decidere di ricorrere alle maniere forti, concede un’opportunità di salvezza all’ex compagno, e lo stesso Kid, pur essendo un bandito, durante la sua evasione tenta – purtroppo senza successo – di risparmiare la vita alla guardia che lo sorveglia. Analogamente, in una delle sequenze più belle del film, Kid cerca – almeno a parole – una soluzione alternativa al duello fatale con Alamosa Bill, il vicesceriffo. E Garrett, infine, compiuta la sua missione, impedisce a uno “sciacallo” di sfregiare il corpo senza vita dell’amico di un tempo, lo stesso uomo al quale aveva sparato a sangue freddo poco prima – quale atto più umanamente contraddittorio di questo?

Il cast, oltre al protagonista James Coburn, ottimo, vanta il coinvolgimento di due grandi della musica: nel ruolo del coprotagonista Kid, la stella del country Kris Kristofferson, la cui carriera di attore non è secondaria a quella di musicista (lavorerà ancora con Peckinpah in Voglio la testa di Garcia, con Scorsese in Alice non abita più qui e, soprattutto, tornerà al western come protagonista del monumentale e sfortunato I cancelli del cielo di Michael Cimino); nel ruolo dell’enigmatico Alias, nientemeno che Bob Dylan, il cui contributo al film è fondamentale, più che per la recitazione, a tratti un po’ impacciata, per la splendida colonna sonora, che annovera una delle canzoni più celebri e leggendarie della storia della musica leggera: Knockin’ on Heaven’s Door. Piccola parte anche per Jason Robards, già protagonista in La ballata di Cable Hogue (1970), mentre nel ruolo di Alamosa Bill troviamo lo “specialista” western Jack Elam, attore che ha partecipato ad alcuni tra i più grandi capolavori del genere (come Mezzogiorno di fuoco e Terra lontana). Particina anche per Harry Dean Stanton.

L’edizione dvd italiana del 2005 propone due versioni del film: l’”Edizione Turner” del 1988, di 115 minuti, che rappresenta forse la miglior approssimazione possibile al Director’s cut, cioè alla versione concepita originariamente dal regista, e l’”Edizione speciale 2005”, di 105 minuti, più vicina alla versione internazionale uscita all’epoca nelle sale cinematografiche. Tra le scene recuperate, spiccano il prologo/epilogo con il Garrett anziano e il dialogo tra lo stesso Garrett e la moglie.

Una curiosità: il primo regista designato per dirigere il film fu Monte Hellman, all’epoca già in evidenza per pellicole di culto tra i cinefili come il lunare western La sparatoria (1966) e il road movie Strada a doppia corsia (1971).

Francesco Vignaroli

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