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UN RITO CHE SI TRAMANDA NEL TEMPO

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Chi non ha mai assaggiato una barretta o sorseggiato una fumante e densa cioccolata, alzi la mano. Quanti invece si sono chiesti della sua origine, Per saperlo bisogna ritornare molto indietro almeno intorno al 1800 a.C. ma solo nel 600 d.C. ebbe inizio la sua vera storia. Su questo fascinoso viaggio, aleggiano leggende e come il popolo Maya prima, gli Aztechi dopo, usassero questo Kakaw conosciuto come “bevanda degli Dei” adoperata sovente anche nei loro rituali. Tutto il territorio dello Yucatan fu “invaso” da queste fave di cacao sino a considerarlo moneta di scambio per pagare tributi e salari, queste informazioni furono scoperte col ritrovamento di statue che reggevano le fave del cacao o utilizzo nell’arte culinaria. Nel frattempo poteva mancare una guerra… eccovi accontentati: quella tra i Maya e gli Aztechi!

Con l’arrivo dei Missionari per fondare nuove colonie religiose e dei Conquistadores di Hernàn Cortès che sottomisero con la forza l’impero Azteco al regno di Spagna, su queste parentesi non fermarono le lancette del tempo a riguardo dell’evoluzione non ancora ben definita di questo sublime e gustoso prodotto, iniziandosi lentamente a estendersi in Europa e pare che proprio nella penisola Iberica abbia trovato il suo primo assaggiatore, il re Filippo II di Spagna (detto il Prudente, 1544). Le lancette del tempo corrono, come il nostro viaggio passando per Italia, fermandosi a Torino, dove ben presto divenne la capitale Europea del cioccolato (Il primo laboratorio fu avviato da Pier Paul Caffarel, 1826), seguì alla Corte de’ Medici, sino in Inghilterra. Con questo balzo siamo giunti al 1800, intorno a quei semi di cacao ruotarono nomi e invenzioni prima che venisse la trasformazione finale… ad Amsterdam Johannes van Houten trovò il modo di separare il burro dalla pasta di cacao. I risultati da conseguire erano ancora lontani per arrivare al 1847, dove la famiglia Fry riuscì a ottenere la prima barretta di cioccolato! Era una corsa tra esperimenti e invenzioni, alle volte anche insuccessi, mentre una si arenava, un’altra nasceva sulle sue “ceneri” non scoraggiando uomini come Heinrich Nestlè (1867) con il suo processo di evaporazione inventa il latte in polvere, idea che servì all’artigiano Daniel Peter (produttore di candele), dodici anni dopo unendolo al composto, fornirà la prima barretta di cioccolato al latte. A differenza del produttore svizzero Rudolph Lindt con la sua macchina di concaggio migliorò la qualità della cioccolata … facendola diventare cremosa e vellutata. Una singolare usanza del tempo, era quella di offrire all’ospite una tazza di questa bevanda, in segno di accoglienza e amicizia. Legata alla superstizione, stranamente questa bevanda era associata al mondo degli inferi, forse per i frutti che crescono all’ombra o per la trasformazione del colore, paragonabile all’oscurità, a differenza del mais che ha necessità di luce… ma questo non ha permesso di interrompere il suo lungo successo…

Daniele Giordano

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