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OMAGGIO A ADRIANA PROLO

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Stiamo per narrarvi una storia iniziata molti anni or sono, la protagonista di questo racconto è una bambina che rimase infatuata assistendo per la prima volta ad una proiezione di un film muto “Occhi che videro” di Ubaldo Pittei 1914, oppure perché in città si stava sviluppando una nuova industria… quella cinematografica. Sta di fatto, che da quell’istante la sua passione prese vita, unendo quella fermezza che regnava già in lei da adolescente. Così iniziò a cercare ogni sorta di materiale cinematografico, sino a trovarsi tra le mani un’intera collezione. Sarà a causa della sua passione o chissà per quale altra ragione che i gestori delle sale cinematografiche le diedero un grazioso appellativo, quello di “Signorina cinematografo” quando si presentava nei luoghi delle sue ricerche.
Ovunque si presentasse, per tutti quello era il soprannome di Maria Adriana Prolo, storica del cinema e futura fondatrice del Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Si poteva dire per lei il cinema era vita… o la sua vita era per il cinema, giacché nella mente si faceva avanti un pensiero fisso da tempo e ben presto divenne il progetto di tutta un’esistenza dedicandola al cinema e che la città avesse il suo museo. Con sacrificio e tenacia si diede da fare per realizzare il suo sogno, ottenendo i primi risultati con l’apertura di una sede del cinema nel Palazzo Chiablese (1958), proprio a due passi da Piazza Castello e dal Duomo della città mettendo a disposizione tutto il materiale recuperato negli anni. La soddisfazione unita al risultato la faceva gioire ma questo non le bastava, per lei fu solo l’inizio di una scalata, il suo obiettivo andava oltre, quello di poter fare diventare realtà quel minuscolo “scarabocchio” stilato su un pezzetto di carta tanto tempo fa, trasformandolo in Museo, proprio nel luogo della città che mise le prime basi, con le sue Case di Produzioni Cinematografiche, cercando di sfatare quella fatidica frase: Il cinema è un’invenzione senza futuro (Louis Lumière). Giorni, i mesi e gli anni, susseguirono a quella citazione, la “Signorina cinematografo” imperterrita proseguì il cammino senza fermarsi, inaugurando la Bibliomediateca tra i più attraenti come completezza didattica d’Europa, dedicandola a Mario Gromo (giornalista, critico cinematografico) e nel 1965 il suo sogno divenne realtà: Il museo fu riconosciuto come Museo Nazionale del Cinema. La cinematografia abbinata alle nuove tecnologie ha fatto un’evoluzione se paragonato al tempo passato, continuando a stupire il pubblico… sfatando la citazione dei fratelli Lumière…

Daniele Giordano

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