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MARIA TERESA INFANTE: TONEREMO A GUARDARE IL MARE

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Ogni volta che scrivo una recensione di un libro di un autore o autrice è sempre una grande emozione oltre che responsabilità. Ma farlo è sempre un grande onore e anche un bisogno. Il bisogno di raccontare un libro che ti dà tanto. Oggi questo bisogno lo manifesto parlandovi del meraviglioso libro “Toneremo a guardare il mare. Pensieri riversi, posizioni fetali”, Oceano Edizioni, febbraio 2021, di Maria Teresa Infante. Maria Teresa è una autrice, poeta accreditato WikiPoesia nonché co-fondatore e presidente onorario. Vice Presidente dell’associazione culturale L’Oceano nell’Anima; responsabile settore editoriale di Oceano Edizioni. Direttrice artistica del Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea L. A. Seneca. Consigliere del Senato Accademico dell’Accademia delle Arti e delle Scienze filosofiche di Bari. Presidente del Premio poetico “Ciò che Caino non sa”. Collaboratrice del Corriere di San Severo; Corriere Nazionale, Corriere di Puglia e Lucania. Redattore per la Puglia della Rivista di arte e cultura La Ballata. Una grande autrice e persona che ho conosciuto per caso, vedendo il suo libro di cui vi parlo. Una grande donna e meravigliosa persona che ho voluto contattare per esprimere il mio desiderio di averla all’evento “Il pomeriggio del libro: livre festival” (realizzato con il Corriere dello Spettacolo), andato in diretta dalla mia pagina Facebook Giuseppe Sanfilippo Filosofo il 23 maggio 2021. Cos’è “Toneremo a guardare il mare. Pensieri riversi, posizioni fetali”?

Potremmo giustamente dire “un libro” fatto di prosa e poesia, ma sostenere questo è molto riduttivo. Infatti prima di essere un libro “Toneremo a guardare il mare” è il frutto di un colloquio intimo. Un dialogo dissacrante e illogico, forse, ironico e doloroso di una ricerca silenziosa nelle notti in cui il lockdown non è riuscito a spegnere le luci sul pensiero che non voleva saperne di dormire e si ripara, in posizione fetale, aspettando l’alba, perché dormire era togliere vita all’esistenza. Un testo che inizialmente racconta la vita di un autore che si cala nella scrittura, ma non per volontà o progetto di scrivere un nuovo racconto o una raccolta di poesia o così via, bensì per il bisogno di scrivere, raccontare, raccontarsi, dialogando nella notte (luogo in cui poeti o autori in genere scrivono). Un dialogo potremmo definire con se stessi, da un lato, dall’altro vi è in dialogo che l’autrice fa con un’amica vicina, ma distante. Un’amica con cui si vuole parlare, confidare. In un tutt’uno in cui il libro è fatto di racconto, prosa e poesie, non ci sono solamente la storia, i sentimenti personali di chi scrive, ma si trovano frammenti delle nostre vite. Dialoghi che tante volte ci troviamo a elaborare, nei nostri momenti di timori, dubbi, smarrimento, rifiuto e rivolte interiori. Dialoghi che certe volte facciamo con noi stessi e quindi non sempre avendo davanti un’amica o un amico. Parliamo di momenti in cui abbiamo bisogno di parlare.

Nel libro di Maria Teresa trovo questo, e non solo, ma anche l’importanza dell’amicizia e della bellezza delle cose. Emozioni represse, soppresse e riemerse per non arrendersi alla speranza di tornare ad accarezzare il mare, simbolo degli elementi naturali – da cui siamo stati allontanati – e a cui naturalmente torneremo. “Toneremo a guardare il mare – dice l’autrice – nasce per caso, alla stregua delle cose che non ti aspetti”. Un libro non programmato, ma un libro che viene da sé, lì dove l’autrice quando scrive non pensa, ma lascia andare la mente – è lei che opera – inseguendo voli di mente, musicando sentimenti. “Sono momenti in cui senti vibrare in te una nuova creatura”, dice l’autrice, nell’attimo in cui “cominci ad averne cura, ad ascoltarne ogni battito mentre scalcia per venire alla luce, già sapendo quanto l’amerai”.

Parole immense troviamo nell’opera che ci porta a guardare tutto in modo diverso e dove l’amore è un aspetto importante per vivere e costruire una vita migliore. L’amore che non è solo quello che lega e unisce delle persone, ma è anche un canto alla vita, al mondo circostante, l’amore è una creatura che puoi sentire venire alla luce e amarla. E tutto parte da dentro di noi, dalla nostra anima. Da quella dimensione in cui trovi la spiritualità e il contatto con il Creato. Da quella dimensione dell’anima in cui “avverto – dice l’autrice – incessante la necessità di essere parte delle “cose di fuori” in simbiosi con l’armonia del Creato in cui ravvisare tutta la bellezza e la meraviglia di un bene supremo, l’unico a cui devo ubbidienza”. L’immagine della copertina “Come in cielo così in terra”, acquerello di Marika Grassano, ne è testimonianza visiva. In un contesto in cui c’è bisogno di armonizzare l’inevitabile e, se necessario, incalzare il progresso della tecnologia alle primarie necessità, per distanziarci dalla follia ordinaria in antitesi con l’armonia naturale. Maria Teresa ci invita quindi a ritrovare in noi la bellezza delle cose, da cui siamo stati allontanati e quindi ritrovare ogni espressione della natura, e tutto si può solo se rafforziamo il credo spirituale, ma non nel senso di ritrovare Dio, ma di trovarlo in noi, dentro di noi. Il volume comprende tre elaborati, la prima parte, in 78 pagine, intitolata “Arredi 2020- Interni ed esterni con affaccio a vista sul lockdown” (una narrazione in prosa poetica –forma epistolare – e poesie contestualizzate); una seconda parte: racconto storico SOS Adriatico in denuncia delle eco mafie narrando dell’arenarsi a Marina di Lesina della EDEN V, che riversò in mare rifiuti tossici, e una terza parte: Cercando(mi). Tra utopiche follie (prosa poetica, alla ricerca di me stessa e del senso dell’esistenza umana).

Infine, voglio ricordare che Maria Teresa Infante è autrice di 7 sillogi di poesia di cui una è distribuita in Serbia; una raccolta di poesie per bambini: Rap di-verso; due opere di narrativa; cinque antologie AA.VV collana “Ciò che Caino non sa” contro la violenza di genere e minori. Inoltre la stessa è Co-autore di antologie in polacco, inglese serbo. Presente su più Riviste letterarie in Spagna e in Grecia. Al di là di tutto è una grande Signora della cultura, non dico italiana, perché quando fai cultura o ti occupi di questa non lo fai per un Paese, ma per amore, l’amore per l’umanità che ti porta a sentire quel rigore dell’anima che ti impone di scrivere, di fare e donare agli altri.

Giuseppe Sanfilippo

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