Mi chiamo utero sono in affitto, sono contro la proprietà privata e socio di minoranza di un fenomeno sovversivo che si chiama “grand reset” di cui non trovo la traduzione nemmeno sull’Enciclopedia Treccani

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Se non avete ancora organizzato la vostra vita e volete programmare la vostra futura genìa, io faccio al caso vostro, mi chiamo utero e sono contro la proprietà privata mio padre semmai io ne abbia avuto uno si chiama Marx e predicava il capitale come un pesticida insolente che tutto fa tranne che ammazzare la peste funesta di tante cavallette che ombreggiando il cielo delle vostre esistenze si dimena senza allargare il borsellino per dire “prendete e distribuite prima che sia troppo tardi”.
Dopo di me ci sono i marsupiali che in caso di mio stato invalidante dovuto a troppa attività di fertilizzante, mi fanno le veci sostituendomi come se io fossi diventato un vuoto a perdere e quindi inutilizzabile come un forno a microonde da inserire nella vostra raccolta differenziata accuratamente effettuata per evitare che io disperda quello che resta della mio energia in una discarica a cielo aperto con tanti altri uteri come il sottoscritto che gridano al ratto dell’utero occupato da tante uova che non sapendo dove schiudersi, hanno accettato di farsi riscaldare a temperatura ambiente dentro le nostre confortevoli pareti di uteri in libera uscita…
Noi uteri ,parlo anche a nome dei miei colleghi, siamo contro la proprietà privata tant’è che le donne a cui eravamo stati affidati ci hanno lasciati in balia della nostra libertà, liberi di fecondare e di fabbricare il futuro della vostra genia, ma su commissione muniti di catalogo con indicazioni precise su altezza, quoziente intellettivo, colore degli occhi e dei capelli, tant’è che arrivando da esperienze precedenti dove un certo dott. Joseph Mengele mi aveva preso di mira mi inoculò il siero del silenzio da interrompere qualora fossimo arrivati al punto che da contenitori a forni a microonde non ci fosse più stato alcun ostacolo, oggi siamo i protagonisti della famiglia futura in cui noi saremo padre ,madre e figlio insieme, diventando di fatto la trinità della nuova religione in cui Dio è stato mandato in esilio sostituito dalla tecnologia che per diventare buona ha stretto un patto di non concorrenza con la biologia…
Marx è congelato da qualche parte e per evitare che qualcuno lo inviti ad un G8 come ospite sgradito, sono stati attivati gps spaziali che dall’alto dei cieli dove Dio è in stato di reclusione permanente messo al 41 b is il che gli impedisce pure di parlare con Marx che resta refrigerato, controllano che il nostro filosofo del capitale-animale non parta per la tangente violando le norme della buona educazione che lo vorrebbero in cattedra e non in un freezer a spiegare come mai il capitale-animale per non ammalarsi cannibalizza tutti i suoi figli per restare da solo a guidare il pianeta da un punto oscuro a denominazione di origine video sorvegliata, tale luogo conosciuto come microchip al suo interno ha tutto, ospitando il surrogato di pensiero di un élite che sa contare solo fino a 1…
L’élite si chiama Unopercento e provvede per mille , noi uteri da affittare siamo stati messi su uno scaffale ognuno con le sue caratteristiche ergo dinamiche, capienza, profondità ingombro e resistenza meccanica ai colpi che subiamo quando ci portano in tribunale e in Parlamento…
Pare si stia discutendo una legge che ci ridurrebbe togliendoci la parola a meri contenitori bio sostenibili, coloro che ci ospitavano sono state messe sotto silenzio in quanto colpevoli di essere donne genitrici con tanto di patente per partorire con o senza marito, compagno o partner occasionale e con ciò ospitandoci per la destinazione d’uso del nostro ingombro…
Avendo una crisi di identità in cui noi uteri non riconosciamo più i nostri simili e pensiamo di essere dei marsupiali, stiamo tentando di fermare questo fenomeno di estinzione di massa, visto che se venissimo abbandonati al nostro destino senza essere portati in “grembo” da coloro che un tempo erano le nostre tutrici, rischiamo di finire al museo del feto da vaccino, così da stare in bella compagnia di coloro che non avendo chiesto di venire al mondo si ritrovano a fare “la storia della medicina “ come noi che un tempo eravamo la storia dell’umanità, una parola che salvo smentite dell’ultima ora sta per essere sfrattata anche dall’enciclopedia Treccani, invano chiediamo lumi anche agli accademici della Crusca i quali in stato confusionale ci dicono che al momento aspettano istruzioni su chi cancellare dalla lingua corrente italiana e su chi salvare.
Si sa la lingua ci dà attribuzione di esistenza se veniamo pronunciati esistiamo se veniamo taciuti allora ci preoccupiamo perché anche cambiando l’ordine delle cose al momento noi anche si in balia di un numero che si chiama UNO e che vuole diventare la percentuale per eccellenza chiamandosi Unopercento, avremmo il sospetto di essere sostituiti da pacchi postali con all’interno un’incubatrice dove incubare il futuro che non arriva perché già morto ancora prima di nascere.
Tra morti per morte fetale-vaccinale, morti perché congelati per anni e nati dopo tanti anni di sonni al fresco sotto lo zero (che in confronto il Polo Nord che soffre di calura estiva non producendo più+ quel sano freddo tanto caro a orsi e foche è diventato un’oasi nel deserto di un mondo avariato), noi ci riscopriamo i nuovi millennials quelli che messi in stato di manutenzione permanente abbiamo sul groppone l’ordine di produrre tanto e tra cordoni ombelicali che non si tagliano e latte e placenta che si rifiutano di abiurare al loro compito naturale di nutrire il nuovo venuto, diventiamo macchine per gestazione di terzi…
Ignoriamo chi siano i terzi, noi siamo sempre stati primi i secondi erano e sono i nascituri cui noi provvediamo al nostro interno dotando i futuri neonati di insonorizzazione, servizio bar in camera e filodiffusione, mentre in Parlamento è in atto una guerra fratricida tra coloro che nati attraverso il nostro contributo ci vorrebbero far diventare dei conto terzisti al pari di coloro che lavorano la materia prima in una catena di montaggio di una filiera che produce salsicce partendo dalle interiora dei vari animali sacrificati alla vostra dieta proteica…
In Parlamento gli animi si stanno scaldando, un cielo arcobaleno strisciando per non farsi vedere è entrato a casa vostra, padri e madri che non riconoscono più i loro figli sono stati ricoverati con un TSO senza precedenti, ambulanze impazzite arrivano sotto i vostri pianerottoli, la medicina al servizio della pazzia ha risolto anche il nostro problema di apolidi senza fissa dimora, l’arcobaleno ha aumentato la sua colorazione diventando un neon da cinema di periferia, un gran fracasso alimenta il nostro sconforto in Parlamento hanno deciso che noi possiamo essere trattati come minorati mentali senza un orientamento che l’arcobaleno darà a seconda delle richieste di affido …
Noi restiamo uteri allo sbando , dei senza tetto formato contenitore alimentare , siamo diventati una merce preziosa al pari delle zanne degli elefanti ,un bracconaggio avveniristico ci dice che noi siamo le nuove prede da conquistare, al mercato nero siamo quotati con cifre da Unopercento moltiplicato all’infinito e pensare che volevamo andare alla zoo camuffandoci da marsupiali per non farci riconoscere come il più grande uovo di Colombo senza che quest’ultimo abbia niente per farci diventare delle uova da covare .
Una lunga processione di donne sfinite sfila sotto i nostri occhi semmai noi uteri in stato di abbandono avessimo occhi e orecchie, sono le vittime di altro fenomeno che voi avete chiamato legiferando “femminicidio” pare sia altro fenomeno di estinzione di massa dove loro, le donne che un tempo ci portavano a spasso, sono state private della patria potestà su di noi, considerati appendici di un mondo da creare e inventariare.
Messi al bando con loro, morte per femminicidio le nostre ex portatrici di uteri in stato di adozione, ritornano per dissentire da tale pratica che separa noi uteri da loro, gridano al ratto della mamma e all’orrore della mamma-nonna, a fare da coro a questo grido da muro del suono tanti neonati che non sapendo dove siano le loro madri che li hanno ospitati grazie al nostro intervento di guscio termostatico ,hanno messo in atto una protesta senza precedenti rifiutando il latte in polvere e consumandosi per la fame mettono in atto altro fenomeno di estinzione di massa chiamato al momento clandestinamente “infanticidio”, dove l’infante che non trova sua madre grida la sua vendetta rifiutandosi di mangiare il latte in polvere che la genitrice accomandataria di tale nascita offre al nostro pargolo nato orfano e non per colpa sua…
La genitrice accomandataria vuole il suo bambolotto senza avere la pancia per nove mesi (noi uteri, saremo la pancia in questione) con relativa cellulite e smagliature per restare “forever young” fino a quando la sua menopausa l’avviserà che è arrivata l’ora di invecchiare, a quel punto noi uteri messi in stato di libertà vigilata saremo in compagnia di botulini e acido ialuronico addetti alla sistemazione dell’impalcatura della mamma nonna nel frattempo messa nella centrifuga della bellezza plastificata senza trascurare le indicazioni per una raccolta differenziata politicamente corretta.
Invecchiare è un diritto, avere un padre e una madre possibilmente non contoterzista e’ anche un diritto, venire al mondo per volontà dell’amore che si è fatto uomo e donna sarebbe poi la normalità semmai noi uteri che non vogliamo farci affittare ci lasciassero dove siamo sempre stati dentro la corporatura-armatura di una figura che si chiama donna.
E Dio nel frattempo che fa? Scappato da casa sua(Google maps sulla sua nuova dimora mantiene sul suo indirizzo il massimo riservo) che pare sia una grande piazza con un colonnato che abbraccia la circonferenza del pianeta, prende appunti non sapendo scegliere da che parte stare, avvisatolo della nostra irritazione, Dio si è rimesso in carreggiata ammonendo gonnelle rosso cardinale e nero sacerdotale sul fatto che il sole potrebbe tramontare sul capo pastore senza più ritornare per ombreggiare un cielo arcobaleno dove un tizio che grida al “lupo con il radiocollare” dice che gli arcobaleni sono a rischio discriminazione colpa del sole che a suo dire non vuole lasciare la sua orbita per mettersi da parte e lasciare che una nuova luce multicolor si affacci sul mondo in attesa del vaccino-becchino
che risolva la sindrome permanente della malattia anomalia denominata :repubblica sanitaria senza parlamento ma con un esercito di siringhe telecomandate pronte a colpire anche noi uteri in cerca di affido caso mai osassimo dire che di mamma ce n’è una sola…
Dal colonnato soffia un vento arcobaleno, Dio diventato daltonico non vede il semaforo verde che dà il via al passaggio della libertà d’espressione, così il pastore capo di tutte le pecore tosate per l’occasione in un momento d’ira scaglia la sua mitra piramidale contro il mondo che non si vuole vaccinare, l’etica si sa non e’ cosa su cui dubitare, per quello c’è Dio che con noi ha deciso
di gridare che lui non sapeva di essere un’idea ,che tutti lo hanno chiamato “dogma” e salvo errori di trascrizione battesimale tale lui resta con la nostra difesa d’ufficio di uteri in stato di rivolta sindacale.
Noi siamo uteri in cerca d’autore , offriamo massima riservatezza a chi vorrà tutelarci dal safari selvaggio messo in atto contro la nostra stessa natura, purché il capitale che invoca la patria potestà sui nostri destini venga messo a tacere da un virus letale , si chiama sempre libertà d’espressione e noi con il femminicidio che non arretra vogliamo segnalarvi che le donne tuttora gridano al ratto del bambino fabbricato su commissione con un hard disk da scrivere dove due papà e due mamme spiegheranno allo sfortunato pargolo che la famiglia è una società per azioni dove ognuno agisce per contro proprio in nome di un arcobaleno che ha rubato la bandiera tricolore per diventare lo stendardo di una finta rivoluzione, protagonista Marx uscito dal congelatore della “cancel culture” formato aspirapolvere che polverizzando il passato polverizza la vostra mente che verrà accuratamente resettata con nuove parole a rappresentare il “nuovo ordine mondiale” dove noi uteri saremo provvisti di autofecondazione a distanza per partorire l’estinzione del grido di un neonato senza paese e senza famiglia, il nuovo “single” che basta per se stesso e per la merce che produce, noi uteri merce da amministratore di sostegno vorremmo tornare indietro ma la “cancel culture” , che vorrebbe dire “amnesia organizzata di massa ” ci dice che “ indietro “è un luogo inesistente, un vuoto che avvolge il nostro sguardo perso nel vostro delirio di onnipotenza, l’ultima “trovata “ della scienza che sfidando Dio il quale continua a prendere appunti, ha deciso che noi non dobbiamo ricordare e non dobbiamo amare, ma solo produrre il “nuovo ordine mondiale” di cui tutti parlano ma nessuno sa esattamente che cosa sia.
Il safari è iniziato la caccia grossa al nuovo ordine mondiale è il nuovo sport elitario dove noi uteri restiamo la materia prima da sfruttare senza tutela sindacale.

Barbara Appiano

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