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I DISASTRI DELL’AMORE E LA BRAVURA DELL’ATTORE. LE CRISI CONIUGALI IN “ S_COPPIA” E L’ESPRESSIVA MIMICA IN “FACCIA UN’ALTRA FACCIA”

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L’essere umano è stato creato come individuo bisognoso d’una compagnia per completare il Creato popolandolo e vivendo come tipo dedicato dunque a formare un nucleo di relazione e costituire una famiglia quale cellula fondamentale della società, dopo le caverne ed i villaggi primitivi, come sosteneva a Platone, che lo concepiva quale “animal politicum” capace di fondare una Repubblica con le sue Leggi. Perciò il sentimento è forza vitale, luce interiore, calore umano e forza istintiva che domina l’uomo, tuttavia deve essere guidato dalla Ragione per realizzarsi in modo giusto e corretto come hanno insegnato i poeti classici greci , quelli latini alla corte imperiale d’Ottaviano Augusto alla scuola di Mecenate , od i lirici della reggia siciliana di Federico II ed inoltre i sommi Dante e Petrarca con le celestiali Beatrice e Laura. Naturalmente l’ individuo può anche la vocazione religiosa per donarsi totalmente a Dio con una scelta secolare e diocesana o regolare in un Ordine Religioso, comunque ciò richiede una scelta di vita superiore e totalizzante, poiché chi non resiste, quale epistolarmente afferma San Paolo, è meglio che si sposi, però pure così se l’eros e l’amore non si rinnovano giorno per giorno, anche attraversando delle crisi o dei momenti di riflessione, possono finire. Allora bisogna che i due si lascino serenamente ed in pace, sapendo che la vita non è proprietà di nessuno, se non di Dio, che ce la può richiedere quando vuole oppure uno sviluppo biologico che talora improvvisamente per un’ aritmia cardiaca o dopo una grave patologia terminale incurabile, per cui non si è autorizzati a gelosie vendicative con omicidi vendicativi o sfregi permanenti dell’altro con l’acido corrosivo. Come ammonisce un noto adagio, il rapporto sentimentale può in circostanze negative rivelarsi lo “ Scherzo più crudele dell’esistenza” a cui tuttavia pochi si sottraggono, secondo le proprie oggettive inclinazioni naturali. A siffattge considerazioni è stata ispirata la cavalcata storico – sentimentale “ S _COPPIA d’ istruzioni per l’uso” che, partendo da Adamo ed Eva che accusandosi reciprocamente per il peccato di superbia contro Dio, furono cacciati dal Paradiso dell’ EDEN e con dannati a guadagnarsi da vivere con la fatica quotidiana ed a partorire nel dolore, sono state analizzate antologicamente e con unaz sferzante satira le situazioni in cui il rapporto è crollato quasi subito o non ha resistito al logorio del tempo per incomprensioni caratteriali o contrasti andati crescendo insanabilmente , oppure per i tradimenti fedifraghi venendo meno alla fedeltà o lealtà etica. Il lavoro è stato interpretato da Gaia De Laurentiis, sempre stupenda, convincente ed affascinante con i suoi begli abiti lunghi, Gino Ariuso e Riccardo Barbera, che hanno dato vita ad una serie di quadretti e sketch dalle tinte scure, cominciando appunto dalle pagine di M. Twain, per passare alla poesia maliziosa ed amaramente sarcastica di S. Benni “ Ti amo” per arrivare alla spregiudicata Madonna Filippa del “ Decamerone” di G. Boccaccio, in cui un giudice corrotto dalla sua loquela seduttiva le dà ragione assolvendola con tono beffardo verso il povero marito fatto becco, per arrivare al grande poeta latino Tacito che negli “ Annales” svela l’uxoricidio d ‘una casta dama romana da parte d’un falso aristocratico quirite e culminate con la fescennina neorealista degli anni sessanta di Jurgens e della coppia artistica e reale Morelli – Stoppa “ Eleuterio e sempre tua” in cui la moglie conduce il marito ad una crisi di nervi e ad abbandonarla non concedendogli mai un attimo di pace e di riposo dalla sua asfissiante logorrea. Non è mancato nemmeno un celebre pezzo della drammatica “ Filumena Marturano” del grande scrittore, commediante e senatore, dottore in Lettere, “ Ad Honorem” Eduardo De Filippo, come pure aforismi e massime vitali, morali, tratte dalle composizioni di Guareschi, l’autore del sindaco Peppone e di Don Camillo nella sua Romagna, per non dire d’altri apologeti dell’Amore. Le musiche erano di M. Schiavoni, i costumi legati alle singole epoche e gli elementi scenici di F, Serpe, mentre ha firmato l’introspettiva e psicologica regia della scanzonata carrellata del più impegnativo dei valori e degli ideali umani, nelle cui sorti molti spettatori si sono rispecchiati, P. Pasquini. L’ ultimo lavoro presentato alla rassegna dei “Solisti del Teatro”, giunta con l’oculata ed attenta organizzazione della solerte Carmen Pignataro alla XXVII edizione, è stato il testo redatto dalla spumeggiante Tiziana Foschi, che ha voluto ricordare come nel corso della sua brillante carriera artistica abbia dovuto impersonare più di 40 personaggi, ogni volta dovendo adattare a questo la sua fonetica ed atteggiamento visivo in base ai differenti soggetti, emozioni e sensazioni. Per realizzare l’allestimento dello spettacolo s’ è valsa della regia di Antonio Pisu, che l’ ha accompagnata con lo strimpellamento della chitarra e talora ha rivestito anche i panni del protagonista. Basti rammentare la turista di mezz’ età che, avendo un problema alla cervicale, si reca in un centro estetico e qui trova un palestrato fisioterapista che le propone un massaggio completo, facendole provare dei brividi sensitivi piacevoli, anche se il dolore non sparisce, ma non si può avere tutto dalla vita. V’ è posto successivamente per la narcisista e quindi per la donna “cannone” che, credendosi bella, riceve dei secchi rifiuti ed è costretta a disilludersi. Logicamente non è mancato l’ accenno al periodo brillante della “Premiata Ditta”, con il gusto per la parodia grottesca e surreale dei tipi selezionati per farne una salace parodia e macchietta. Tali personaggi diventavano emblema delle tematiche sociali del quotidiano vissuto, del realismo delle condizioni marginali ed alienate dei soggetti delle classi più povere, tanto da ridurli ad oggetti di suggestive e paradossali allegorie, spietate, feroci, condanne come diseredati e “ borderline”, alienati ed esclusi dal tessuto sociale per una discriminata disperazione. L’ appuntamento ora è per la prossima edizione, confidando che nel frattempo il virus sia stato finalmente vinto e che il Covid 19 non sia che un brutto frangente storico archiviato dalla piena ripresa culturale ed artistica, tornando la gente a riempire sempre di più gli spazi urbani riservati al sapere tutelato dalle Muse, senza paure e misure precauzionali.

Giancarlo Lungarini

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