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Ralph De Palma trionfa all’Ariano International Film Festival. Intervista al produttore Mario Tani

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Ralph De Palma – L’uomo più veloce del mondo, docufilm diretto da Antonio Silvestre (La stagione dell’amore; Le Avventure di Mr. Food & Mrs Wine) che ha scritto anche il soggetto e la sceneggiatura e prodotto da MAC film in collaborazione con Twister film ha vinto un altro premio prestigiosissimo, quello della giuria popolare durante L’Ariano International Film Festival. Al centro della storia narrata da Simone Montedoro (Don Matteo; Enrico Mattei – L’uomo che guardava al futuro) troviamo le vicende umane e sportive di uno dei più grandi piloti del motorismo sportivo di tutti tempi, interpretato da Alessandro Tersigni (Il paradiso delle signore). Nel cast insieme a lui, troviamo: Vincenzo De Michele (Le indagini di Lolita Lobosco, Tre tocchi, Non sono un assassino) e Alessandra Carrillo (Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma; Poveri ma ricchi, Andrea Rizzi e A. Urbano Silvestre. Per conoscere da vicino il progetto e le ragioni del suo grande successo, abbiamo intervistato Mario Tani, regista e produttore, e tra i fondatori di MAC film, di cui è amministratore dal 2005.

Come è nato il progetto Ralph De Palma?

È stato il regista Antonio Silvestre a parlarmi per la prima volta di Ralph De Palma. La storia mi ha incuriosito sin dall’inizio, soprattutto perché mi sembrava davvero incredibile che un personaggio così tanto stimato oltre oceano, e con una storia così affascinante, fosse da noi praticamente uno sconosciuto. Quando ho letto il primo trattamento, ho capito immediatamente che sarebbe stato un plot perfetto per un documentario.

Ci parli del tuo coinvolgimento nel docufilm?

La mia collaborazione con Antonio Silvestre ha origini antiche; con la mia società di produzione, MAC film, avevo già realizzato in precedenza due cortometraggi, uno in tempi recentissimi. È stato spontaneo per entrambi ritrovarci su questo nuovo progetto, che, rispetto al passato, ha segnato un incredibile salto di qualità dal punto di vista dell’impianto produttivo messo a disposizione del film.

Come è stato raccontato Ralph De Palma?

Non credo di sbagliare nel dire che Silvestre ha trovato una chiave di lettura davvero interessante ed efficace per arrivare al pubblico, soprattutto perché non va dimenticato che di De Palma sono arrivate a noi pochissime informazioni e praticamente quasi nessun contributo audiovisivo. Stiamo parlando di uno sportivo che ha raggiunto i suoi maggiori successi in un periodo storico i mezzi di comunicazione di massa erano agli albori. L’idea del regista di costruire un racconto arricchendo il repertorio e le interviste con scene di fiction girate ad hoc è stata vincente perché guardando il docufilm si riesce ad entrare perfettamente in quell’atmosfera dei primi del secolo scorso, quando i nostri compaesani erano costretti ad abbandonare la propria famiglia e la loro terra natia nella speranza di un futuro migliore dall’altra parte del mondo. Credo che la grande emozione che suscitano queste sequenze contribuisca non poco ad alimentare il mito De Palma rispetto al pubblico italiano.

Che tipo di clima di lavoro hai trovato nel cast che ha lavorato a questo docufilm?

Magnifico, sin dal primo momento. Sono molto soddisfatto della ricerca che il regista ha fatto; il protagonista, il bravo Alessandro Tersigni è perfetto nel ruolo di Ralph De Palma, così come altrettanto calzanti sono Vincenzo De Michele ed Alessandra Carrillo, che interpretano i suoi genitori, oltre che Antonio Urbano Silvestre che veste i panni del meccanico di De Palma con un volto ed una espressività davvero d’altri tempi. I bambini e il piccolo Andrea Rizzi, poi, sono davvero emozionanti. Una parola in più la merita il narratore, Simone Montedoro, bravissimo anche a creare sul set, con la sua simpatia, un’atmosfera davvero piacevole.

Cosa ha rappresentato per te questa produzione?

È stato un passo avanti molto importante per MAC film; uno sforzo produttivo non da poco quello che abbiamo messo su per le esigenze del film. Avevamo a disposizione un budget molto ridotto, ma non ci siamo voluti fermare davanti alle richieste del regista. Sapevo che erano fondamentali per il buon esito dell’operazione e per far sì che il docufilm avesse qualcosa di più. Abbiamo ricostruito ambienti italiani e newyorkesi di inizio ‘900; abbiamo trovato una vera auto da corsa, come quella di De Palma, e l’abbiamo fatta arrivare in Puglia per le riprese; abbiamo coinvolto un numero elevato di professionalità e seguito la post-produzione per oltre un anno, e girando in Italia, ma anche negli Stati Uniti. È stato un lavoro immenso, possibile grazie all’impegno del regista e di tutto il cast tecnico e artistico; e realizzabile grazie al contributo di Fortore Energia, il nostro main sponsor che ha immediatamente creduto nel progetto, della Fondazione Apulia Film Commission, e del supporto del Comune di Biccari, un paesino in provincia di Foggia, che ha dato i natali a Ralph De Palma.

Quali sono le difficoltà che hai avuto nella lavorazione del documentario?

Come detto, i limiti del budget ci hanno costantemente messo di fronte a scelte necessarie, a volte dolorose; qualcosa l’abbiamo dovuta sacrificare, ma per fortuna il regista aveva sempre le idee chiare su come risolvere i problemi proponendo opzioni artistiche alternative e comunque efficaci. La difficoltà di fare un documentario come questo sta nei tempi di lavorazione, che sono molto più lunghi di un film tradizionale. A parte le scene di fiction, ci sono state le riprese negli Stati Uniti, un’altra sessione di shooting addirittura un anno dopo il primo ciak, e tutto il lavoro di post-produzione durante il quale, oltre alla selezione delle scene, abbiamo anche dovuto acquistare, in fasi diverse, in base alle necessità narrative, molti filmati di repertorio. Per la fase finale dell’edizione devo ringraziare Twister Film, che ha co-prodotto il film e con cui abbiamo collaborato in modo eccellente. In generale, comunque, un lavoro di questa portata, a livello economico, è complesso da tenere sotto controllo, e non potevamo permetterci errori poiché tutto doveva essere perfettamente rendicontato agli enti pubblici che ci hanno sostenuto.

Cosa ti ha colpito maggiormente della vita di Ralph De Palma?

Credo la straordinaria storia di riscatto che accomuna tutti coloro che lasciano la propria terra alla ricerca di un sogno da realizzare. La tenacia alla fine paga sempre. De Palma lo ha dimostrato in ogni momento della sua vita, anche quando è stato costretto a spingere la sua auto in panne sul circuito per arrivare comunque al traguardo. Un momento, che abbiamo raccontato anche nel docufilm, che a livello metaforico ha una forza incredibile e che ha segnato la sua fortuna sportiva e umana, forse anche più dei successi ottenuti in gara.

Nel docufilm le musiche sono di Matteo Sartini. Come sono state scelte?

È stato il regista Antonio Silvestre ad ascoltare per la prima volta i brani del Maestro Sartini. Cercava qualcosa di epico che potesse raccontare al meglio ogni fase della nostra storia. A mio parere Sartini è stato il compositore perfetto per questo progetto; ha capito fin da subito cosa volesse il regista e le sue note si sposano perfettamente con le immagini. Ad oggi farei fatica ad immaginare il film con un’altra colonna sonora.

Nel 2018 hai prodotto il pluripremiato cortometraggio: “Le Avventure di Mr Food & Mrs Wine” distribuito su Amazon Prime Video ed adesso il Docufilm “Ralph De Palma – l’uomo più veloce del mondo” presentato alla Camera dei deputati il 5 Luglio 2019 ed attualmente visibile sulla piattaforma Chili è già un successo. Ti aspettavi questo ottimo riscontro dal pubblico?

Ad esser sincero non me l’aspettavo soprattutto per “Le Avventure di Mr Food & Mrs Wine”, ma solo perché sappiamo che i cortometraggi hanno sempre un mercato piuttosto difficile e di nicchia. Così non è stato, invece, per questo prodotto che sin da subito ha raccolto un sacco di premi e partecipato a moltissimi festival, in tutto il mondo. È una piccola chicca che sono contento di aver realizzato, anche qui con il talento di Silvestre e una squadra affiatata (che poi è la stessa che ha lavorato su De Palma). Il corto è stato realizzato in collaborazione con Motoperptuopress, e si basava su un ciclo di storie ideato da Stefano Belli, interamente dedicato al mondo del cibo ed in particolare della Carbonara, che è sempre una carta vincente. Mi auguro che anche il film su Ralph De Palma la strada possa essere altrettanto fortunata. Da qualche mese ormai il documentario è presente su Chili, su Amazon Prime Video e UAM Tv; non è poco, considerando che la distribuzione è stata interrotta sul nascere, lo scorso anno, a causa dell’emergenza Covid. In tal senso, sono molto contento del riscontro che il film sta ottenendo e recentemente ha ottenuto un altro premio prestigiosissimo, quello giuria popolare durante L’Ariano International Film Festival.

Se chiudi gli occhi quale nuovo docufilm vedi da produrre?

Qualche anno fa ho avuto la fortuna di produrre il documentario “Temporary Road. (una) Vita di Franco Battiato”, che ho anche diretto in collaborazione con Giuseppe Pollicelli. Oggi mi piacerebbe tornare a raccontare una storia legata alla musica, un territorio sempre molto affascinante da percorrere.

Daniela Di Genova

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