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Venezia78: “Dune”, un sogno senza paura

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(NO SPOILER)

È stata sicuramente tra le première più attese alla settantottesima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Venezia, seppure fuori concorso. Parlo della proiezione in anteprima mondiale di Dune, la nuova pellicola fantascientifica di Denis Villeneuv. Un sogno che si realizza per il regista canadese che in età adolescenziale aveva letteralmente divorato il ciclo dei sei romanzi scritti da Frank Herbert tra il 1965 e il 1985. Un film sognato e pensato per il “teatro da cinema”, una vera e propria esperienza fisica che catapulta lo spettatore all’interno di un viaggio. È la storia di un cammino quello di Paul Atreides (interpretato da Timothée Chalamet) alla ricerca dell’identità, non solo la propria ma anche quella degli altri, attraverso un iter in completa relazione e fusione con la natura. Il vero protagonista del film infatti è proprio l’ambiente, di cui il regista ha sottolineato l’importanza e centralità durante la conferenza tenutasi il tre settembre 2021 al Palazzo del Casinò presso il Lido di Venezia. Ed è sulla questione dell’ambiente che lo spettatore deve interrogarsi, un problema che oggi fa paura e che porta a conseguenze che attualmente e inconsapevolmente stiamo affrontando, soprattutto in un momento storico post pandemico. Queste le parole di Denis Villeneuv: “Le grandi società affronteranno davvero il problema ambientale? Il mio lavoro cinematografico dona questa risposta: faremo qualcosa!”

Dune detto anche Arrakis è l’unica fonte più preziosa nell’universo, poiché produce la “spezia”, polvere presente nelle sabbie che ricoprono il pianeta, che permette lo spostamento interstellare ed è la sostanza più ambita per il controllo tra le caste imperiali. In un distante futuro dell’umanità è questo ambiente l’unico elemento vero del film, così come veri sono gli attori di un cast magnifico (Timothée ChalametRebecca FergusonOscar IsaacJosh BrolinStellan SkarsgårdDave BautistaStephen McKinley HendersonZendayaChang ChenSharon Duncan-BrewsterCharlotte RamplingJason Momoa e Javier Bardem) che ha confessato di aver lavorato sul set in un rapporto di comunicazione fraterna.

Altro tema principale, rafforzato dalla suggestiva colonna sonora di Hans Zimmer, sono le donne: la loro storia, le trame, la messa al mondo di un prescelto e le responsabilità che comportano le loro scelte, le loro paure che affrontano con coraggio e potenza inequivocabile.

Il film scorre in modo fruibile anche per chi non ha letto il romanzo nonostante quest’ultimo sia così ricco di dettagli e si muova in uno spazio temporale molto ampio: questo era fin da subito l’intento del regista, il cui lavoro si è distaccato di gran lunga dal Dune di David Lynch che si rivelò un flop del cinema americano degli anni ’80.

Tra gli artisti, Timothée Chalamet si conferma il miglior attore della nostra generazione a livello mondiale, tanto che il regista stesso ha dichiarato di avergli dato immediatamente fiducia intellettuale:

Timothée possiede una grande intelligenza emotiva e anche nei gesti è visibile la sua potenza come attore; si è letteralmente trasformato in una scena ed io ho pianto di gioia per la sua capacità recitativa. Anche se la sfida più grande delle riprese sono stati i suoi capelli, che sono letteralmente “una cosa viva”! – Denise Villeneuv.

Resta infatti l’attore più amato non solo per la bellezza esteriore dal tratto antico e lo stile anticonvenzionale e al tempo stesso informale, ma anche per la grande umiltà e la continua gratitudine verso il pubblico, che decisamente lo contraddistingue.

Non resta che aspettare il sequel, anche se sento già odore di Oscar!

Elena Dentato

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