“44”, IL PRIMO ALBUM IN ITALIANO DI LORENZO SEMPRINI

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Oggi incontro e intervisto Lorenzo Semprini. Lorenzo nasce davanti al mare di Rimini nel 1974, nello stesso giorno in cui i Genesis pubblicano “The Lamb Lies Down on Broadway “, mentre “Amarcord” di Federico Fellini è ancora nei cinema italiani e a pochi giorni da The Rumble in The Jungle, lo storico incontro di pugilato tra Muhammad Alì e George Foreman, tenutosi a Kinshasa Zaire. Dal 2000 è stato, ed è ancora, il leader di Miami & the Groovers una delle band italiane di cui andare fieri, capace di sapersi guadagnare attenzione anche a livello internazionale” (ilsussidiario.net), con cui ha prodotto 4 album in studio (Dirty roads 2005, Merry go round 2008, Good things 2012,The ghost king 2015) ed un box live cd/dvd nel 2013 (No way back). Alle spalle ha centinaia di concerti in tutta Italia ed anche in Inghilterra, Stati Uniti (New York, Asbury Park, Chicago), Lussemburgo, Svezia, Austria e collaborazioni live ed in studio con artisti come Elliott Murphy, Alejandro Escovedo, Billy Bragg, Southside Johnny, Joe D’Urso, Jake Clemons, Willie Nile, Marah Jesse Malin, Ron, Gang, Graziano Romani, Michael McDermott, Riccardo Maffoni, Vini Lopez, Bill Toms, Martyn Joseph, Joel Guzman, Jono Manson, Erin Sax Seymour, Ron, Bobo Rondelli, Bound for Glory, Mike Peters, inoltre ha condiviso per due volte il palco con Bruce Springsteen, in occasione del benefit Light of day che si tiene annualmente ad Asbury Park, New Jersey. Nel 2020 scrive e pubblica il singolo benefico “Siamo rimasti noi” con la collaborazione di Paolo Fresu ed altri musicisti denominati “Suonatori in casa”.

Ciao Lorenzo, bentrovato al Corriere dello Spettacolo. Il 2021 ti vede esordire con un nuovo progetto da solista e in italiano anticipato dal singolo “Lei aspetta”. Questo insieme ad altri due brani: “Occhi verdi” e “Rimini 85” (questo disponibile disponibile in rotazione radiofonica e digitale dal 17 settembre) ha anticipano tra l’altro il tuo nuovo album e primo da solista che si chiama “44”, prodotto da Gianluca Morelli e vede coinvolti 22 musicisti tra cui Federico Mecozzi, Vanessa Peters, Alex Valle, Massimo Marches, Diego Sapignoli, Elisa Semprini, Antonio Gramentieri, Daniele Tenca. Mi parli di questo album?

Come hai detto i brani citati sono singoli che anticipano questo nuovo album e primo album da solista in italiano. Perché prima ho prodotto sempre brani in lingua inglese coi “Miami & the Groovers”, di cui faccio parte ancora parte. Sono giunto a compiere questo passo, perché mi è venuta la voglia di lanciare una sfida con me stesso, fare qualcosa a mio nome e farla in italiano, proprio in una lingua che non avevo mai utilizzato, nel senso che non avevo mai scritto e mai cantato in italiano. Quindi per me è stata una specie di sfida. Nel far questo – come hai detto – mi sono fatto accompagnare da 22 musicisti diversi che ho incontrato negli anni.

L’album si chiama “44” ed è uscito il 13 ottobre. E’ composto da 12 canzoni, tra cui L’equilibrio fragile, la terra brucia, lei aspetta, Occhi verdi, Rimini 85, Un respiro per me, Adrenalina, Il tempo di un battito, Una notte così, Johnny Solitario, Gospel Rain, Siamo rimasti noi. Cosa ti hanno detto le persone che hanno ascoltato i primi tre singoli che l’hanno anticipato?

Il disco, oltre ai brani che abbiamo detto, è stato anticipato da 6 o 7 concerti estivi, dove io ho suonato con la band e qualche volta da solo. Il riscontro del pubblico è stato molto buono sia da parte del pubblico che mi seguiva e mi segue con “Miami & the Groovers” e sia anche dal pubblico italiano. Sono molto contento, tra l’altro è un disco a cui ho lavorato per due anni, c’è anche la produzione musicale molto curata e attenta di Gianluca Morelli, che è produttore del disco. Tornando a parlare di questo, sicuramente è un passo diverso rispetto a quello che ho fatto prima senza aver stravolto le mie radici musicali. Queste si sentono, l’unica cosa nuova sta nel fatto che si è unita la matrice americana come suono con quella più italiana. Quindi ho continuato a fare tutto seguendo le miei radici musicali ma con una veste e colori nuovi.

Quale brano dell’album ti ha dato – diciamo – la scintilla per scrivere in italiano?

Il primo brano che ha dato la scintilla è “Siamo rimasti noi”, scritta nel periodo del lockdown. Si tratta di una canzone che in realtà è uscita nel 2020 per una raccolta benefica ed è la canzone che chiude il disco, ma con una versione diversa, perché quella che era uscita era una versione che vedeva la partecipazione di vari cantanti. “Siamo rimasti solo noi” mi ha dato la certezza e sicurezza di scrivere in italiano.

E voglio dire che ci sei riuscito molto bene. Io ho ascoltato il disco e contiene veramente dei brani molto belli. Ti faccio i miei complimenti perché non è facile compiere un passaggio del genere, poiché scrivere in italiano è molto diverso che scrivere in lingua inglese o altra lingua.

Sì! infatti alcune delle canzoni che si trovano nell’album le ho iniziate a scrivere in inglese e poi le ho trasformate in italiano. Questo mi ha un po’ aiutato e solo dopo tutto è avvenuto in modo abbastanza naturale. Comunque scrivere musicalmente in italiano o in inglese sono due percorsi diversi, però il filo conduttore che mi aiuta molto sta nel fatto che, sia che io scriva in inglese o in italiano, sento il bisogno di raccontare una storia.

Benissimo. Non ti faccio altre domande, ricordiamo che “44” è il titolo del tuo nuovo album. Un disco che invito il pubblico ad ascoltare e di cui ti faccio ancora i miei complimenti. So che ti stai preparando per suonarlo dal vivo, per te questo è importante e ti auguro di farlo in tanti luoghi. Ti ringrazio del tuo tempo dedicato al Corriere dello Spettacolo, un caro saluto e buon lavoro.

Grazie a te Giuseppe.

Giuseppe Sanfilippo

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