Dal 7 al 17 dicembre 2021 al Teatro Roma
Siamo in un momento cruciale non solo per la pandemia del COVID 19 che ha gettato quasi tutta l’Europa in una notevole crisi sanitaria e quindi in zona rossa con limitazioni per il turismo dei fragili e degli over 60 con il bisogno di fare il “buster “ ovvero la terza dose per rinnovare gli anticorpi, mentre ad Est si corrono seri rischi perché la gente diffida dei vaccini e perciò la prevenzione terapeutica s’è attestata sul 30% ed ora la giusta precauzione si sta riversando pure sulla fascia dei bambini fino agli 11 anni con un terzo della dose normale, ma anche per il rischio di provocare la distruzione dell’universo per la crescita dell’emissione dei gas serra per cui s’è cercata un’intesa a Parigi nella conferenza sul clima, da contenere entro il 2030 nella misura del 2,5% nonostante Cina, Russia, India e Stati Uniti non siano d’accordo. Ecco il motivo per cui papa Francesco ha scritto l’enciclica “laudato sii” ed Eva Tunberg la giovane e pugnace ragazza svedese che guida il movimento per la tutela del pianeta ha detto che nella capitale transalpina si è fatto solo un “ bla bla bla” vacuo e sterile con una pedante e fastidiosa retorica. Ispirandosi a tale grave problematica sociale , Marco Capretti, Federico Moccia e Valter Delle Donne hanno composto un grottesco, paradossale surreale testo in cui immaginano che il Padre Eterno voglia mandare un nuovo diluvio universale in quanto gli uomini non hanno saputo conservare il gratuito dono della C reazione causando guerre mondiali, disastri ecologici con diluvi, uragani ed esondazioni dovute ad una scriteriata opera di costruzione edile non rispettando la Natura ed inquinandola, dandole fuoco con gli incendi devastanti dell’immondizie scaricate a cielo aperto, tanto da avere la “ terra dei fuochi” in Campania e rifiuti gettati selvaggiamente fuori dei cassonetti, basta che non siano egoisticamente in “ my garden”. Tuttavia Dio è Caritas e dunque, prima di rinnovare la punizione inflitta all’umanità ai tempi di Noè, pensa di concedere una prova d’appello ai suoi figli adottivi in Cristo Salvatore e Redentore che sta di nuovo per nascere, a questo proposito auguri a tutti da chi lo vivrà con un suo riservato magone, scegliendo due Adamo ed Eva situati in Cina ed in Italia per il Vecchio Continente. Da noi c’è la coppia formata dal cattolico ed istruito Marco, dotato di intuito logico, furbizia e cultura cattolica, mentre la moglie Simona, interpretata con verve satirica e carattere dominante da Livia Cascarano, è piuttosto confusa mentalmente e priva di un’ accettabile cultura di base cosicché scambia San Tommaso che, per credere al Risorto, voleva mettere il dito nella mano di Cristo e toccare il Suo costato con la ferita generata dalla lancia del soldato, che fece scaturire sangue ed acqua simboli del Battesimo e dell’Eucarestia, per San Girolamo. Non vanno molto d’accordo poiché Marco ritiene che non sia ancora giunto il tempo opportuno per un figlio quando improvvisamente sentono suonare alla porta e, con profonda meraviglia e stupore di Marco, si presenta Dio vestito con un paio di sandali, calzini, barba bianca ed un idioma calabrese marcato. Egli informa i coniugi che sono stati selezionati per superare la verifica sul meritare o meno la bontà ed il perdono con 7 prove con cui dovranno riscattare e cancellare i 7 vizi capitali. Il tentativo di centrare l’obiettivo non riesce, ma il cinese per accendersi la sigaretta ha usato il lanciafiamme e pertanto s’è incenerito per cui Marco dovrà congiungersi con la consorte dell’asiatico, come avviene per la legge ebraica del Levitico data da Mosè ed Aronne al popolo eletto. A Simona toccherà il soccombere amaramente e ciò determina la disperazione ed il pianto di Marco che, pur essendo in netto contrasto con la moglie sulla conduzione della vita familiare, non vuole accettare che tutto sia finito tra loro e che lui sia destinato a piangere per sempre, unendosi ad un’altra donna che nemmeno conosce. Tale virtuosa concezione sentimentale del ménage domestico, la pienezza di grazia che regola, pure in modo finora latente, la loro relazione di coppia, commuove il Padre celeste e l’induce a rinunciare a mandare il novello diluvio universale, auspicandosi che l’individuo abbia finalmente capito la lezione e si sia coscientizzato e responsabilizzato. I due sposi ritrovata la serenità decidono di mettere al mondo una creatura frutto della loro amena gioia d’unione fisica e spirituale, che risultando femmina dagli accertamenti clinici del genere chiameranno Speranza, che in senso lato si deve riferire alla tematica centrale del lavorio sulla sopravvivenza o meno del pianeta. Marco Capretti è superbo nella divertente parte dell’esaminato Marco inizialmente votato a correggere e riprendere la moglie, sospettata anche di tradimento con l’amico Riccardo che alla fine si scoprirà essere confidenziale con Simona unicamente per ricevere un aiuto di psicologica saggezza ed etica comportamentale non sapendo come confessare alla sua metà un delicato e critico segreto personale. Gennaro Calabrese è straordinariamente arguto e causticamente esilarante, umorista, nei panni di Dio tratteggiato con dei risvolti prettamente umani con forte sarcasmo, di cui vedremo il massimo grado nella “performance” che terrà a marzo sempre sul palcoscenico del Roma di via Umbertide, vicino a Largo Volumnia e Santa Maria Ausiliatrice. Vincente è la regia di Moccia imperniata su un’allegria sfrenata ed una psicanalisi didascalica con indagine psico – sociale della coppia e dei suoi due partner della moderna borghesia.
Giancarlo Lungarini