Gli artisti del Clondike

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In terra aspra e selvaggia gli uomini andavano in cerca spasmodica di materia pregiata.
Oh, che vita arrabbiata!

Gambe e braccia nell’acqua alla ricerca di polvere e pepite e quando tutto mancava: ok, dinamite.

Con setaccio alla mano, roteando il buono e il malsano, il cercatore scrutava accecato e trepidante i residui di terra.
“Pietrisco e fanghiglia nessuno le piglia ma quel luccichio deve essere mio”.
Così ragionava il cercatore incallito, che per un po’ d’oro si giocava il dito.

Tra pagliuzze e sassolini, una volta accumulati, finalmente riscuoteva da chi poi li comprava.

Tra i destinatari dell’aureo bottino vi erano gli orafi, artisti del bulino e del cesello, ideali accaparratori ma artefici del bello.
Lo fondevano per ricrearlo, lo giostravano e lo gestivano, lo spazzolavano, lo incidevano spesso accompagnandolo di rubini e smeraldi, zaffiri e diamanti.

Maestri del metallo luminoso, attenti manovratori del desiderio dei più, creavano prodigi nati in un fiume milioni di anni fa.

Da terra angusta, dall’intuito del cercatore alla sua accortezza e fortuna nello scuotere il setaccio, passando per mani ben più ripulite depositarie di precisione e pignoleria, un’ opera d’arte per dama anglosassone, che grandi tragitti in quel tempo faceva.

Bracciali intrecciati, collane sfarzose; orecchini e brillanti, anelli esaltanti.
Tutto nasceva da fiume e sudore, mercurio e paure ma l’arte, anche l’arte, ha sempre avuto bisogno di eroi…

ROViRO’

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