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KATIA FERRANTE, UN’IMMAGINE PER RITROVARE CULTURA E SPERANZA

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Nonostante la pandemia, nonostante la guerra, il bisogno di speranza c’è e si avverte. Una premessa da cui parte un progetto che vuole dare spazio al pensiero, alla riflessione, ai sogni e alle speranze di donne e uomini. Fra loro l’influencer Katia Ferrante che su Instagram ha un seguito di oltre 100mila followers (https://www.instagram.com/kfkatiaferrante/) è stata fotografata da Paolo Zavanella nello spazio culturale Civico5 in “Carrara museo a cielo aperto”. Una intera giornata di scatti per la ripartenza delle arti ospitata in una location da favola. Uno spazio in cui si respira cultura, autentica boccata d’ossigeno per chi va in cerca di significati sui quali soffermarsi. Così ha fatto anche Katia Ferrante. Pose, espressioni, scatti, che vogliono cercare di riportare tutti noi ad una apparente normalità mettendo l’arte e la cultura al centro. Sensazioni che vogliono riportare ciascuno di noi ad interrogarsi sul presente e sul futuro, mettendo l’arte e la cultura al centro di ogni ragionamento. “La forza della cultura è proprio questa: anche in un momento storico contrassegnato da tristezze, crudeltà e drammi senza precedenti, un’immagine può aiutare il pubblico a ricercare le risposte a domande esistenziali che caratterizzano la vita di ciascuno di noi” riflette Katia Ferrante, già protagonista di numerose esperienze mediatiche ed ora impegnata in un progetto che vola alto ma vuole intercettare un pubblico vasto. “Ho partecipato a questo shooting perché credo sia un valore aggiunto il desiderio di esprimersi attraverso la fotografia in un momento di inquietudine, incertezza e paura come è quello che stiamo vivendo. Penso possa essere letto anche come un messaggio di speranza e di fiducia verso il futuro”.

Gli scatti che hai realizzato si concentrano su volti, espressioni, contrasti, rigorosamente in black and white.

Proprio così: ho partecipato a Carrara ad uno shooting per il rilancio della cultura italiana Museo a cielo aperto, accettando una sfida che mi è stata proposta dagli ideatori del progetto: porre l’arte, la fotografia e ogni declinazione artistica, al centro di iniziative da presentare al pubblico. Spunti di riflessione, per non lasciarci sopraffare dall’inquietudine e per provare a dare delle risposte. Per me è un onore, oltre che un piacere, rilanciare e diffondere arte, cultura, tradizioni: lo farei tutti i giorni…

Hai scelto di farlo in un luogo davvero speciale.

Lo spazio culturale Civico5 di Carrara è intriso del desiderio di insegnare l’arte e di sperimentare. Qui si eseguono corsi di fotografia per bambini e la cultura viene divulgata attraverso progetti belli e attrattivi. Con la creatività si torna a fare ciò che si ama fare, e per gli artisti diviene un luogo in cui ritrovare se stessi, i propri percorsi. Al di là del progetto che il fotografo Paolo Zavanella svilupperà presso il centro culturale Civico5 di “Carrara Museo a cielo aperto “, io sono stata entusiasta di scattare ed interpretare espressioni e umori in bianco e nero: era da tempo che volevo partecipare a uno shooting in cui la moda lascia il campo alle arti visive.

Che esperienza è sentirsi musa di un progetto come questo?

È un onore, un orgoglio e sicuramente uno sprone a dare, ciascuno per il proprio ruolo, un contributo per il futuro dell’arte. La pandemia ha inciso sulle nostre vite e sulla vita degli artisti, ha inevitabilmente cambiato modalità, tempistiche e fruizioni dell’arte da parte del grande pubblico. In questo senso anche io, attraverso le mie potenzialità offerte dalla comunicazione digitale, mi sono sentita in dovere di dare il mio contributo. Che sia un quadro, una fotografia o un libro, dobbiamo riprenderci i nostri spazi e la nostra voglia di vivere. Solo così potremo davvero ripartire.

Attraverso l’arte, quale messaggio si può dare al pubblico?

Un messaggio di speranza, di sostegno, di dialogo. L’arte parla una lingua che va oltre le singole culture, raggiunge ogni persona, mette in discussione ogni valore. Gli artisti e i creativi non devono abbandonare i loro percorsi, le loro strade, i loro sogni, insomma non si devono arrendere. Una fotografia non è più una semplice immagine se la si guarda per discutere ciò che ci sta dietro. Questa è una sfida che la comunicazione digitale può vivere in prima persona ed è naturale, a mio avviso, che chi ha un ampio pubblico si senta parte in causa e agisca in prima persona. Bisogna tornare a vivere dei nostri sogni, delle nostre passioni, delle nostre libertà. Nonostante tutti questi brutti avvenimenti bisogna continuare a seminare arte, cultura e intrattenimento perché… “lo spettacolo deve continuare”.

Luca Fina

 

CREDITS FOTOGRAFICI
Ph. Paolo Zavanella
CONTATTI SOCIAL
https://www.instagram.com/kfkatiaferrante/

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