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Bruce Willis compito da Afasia “Malattia Silenziosa” il professore Lodovico Berra ci spiega cos’è

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La notizia arriva da oltreoceano L’attore americano ha annunciato di ritirarsi dalle scene a causa del disturbo che impedisce di parlare e anche di comprendere bene ciò che viene detto

 

La recente notizia sulla diagnosi di afasia riscontrata nel noto attore hollywoodiano Bruce Willis ha portato alla ribalta un disturbo molto diffuso nella popolazione di cui poco si parla.

Chiediamo ulteriori delucidazioni al prof. Lodovico Berra, medico psichiatra a Torino, docente di Neuroscienze presso l’Università IUSTO, international Fellow dell’American Psychiatric Association. Così ci spiega il prof. Berra: “L’afasia è un disturbo del linguaggio caratterizzato da una alterazione della comprensione e dell’espressione delle parole, sia parlate che scritte. Deriva in genere da una lesione delle aree cerebrali che controllano il linguaggio, vale a dire l’area motoria di Broca, posta nel lobo frontale, e l’area di Wernicke posta nel lobo temporale. A seconda della localizzazione della lesione, l’afasia può essere di tipo motorio, vale a dire vi è una difficoltà nell’espressione del linguaggio; quindi, il soggetto non riesce a pronunciare in modo corretto le parole o usa parole errate. Oppure vi è una difficoltà nella comprensione del linguaggio, quindi il soggetto non capisce cosa gli viene detto o ciò che legge.

Le cause di questo disturbo possono essere varie e frequentemente dipendono da lesioni ischemiche, cioè un deficit di afflusso sanguigno, che provoca la morte del tessuto cerebrale. Oppure possono essere tumori o patologie degenerative del sistema nervoso, come la demenza di Alzheimer.

La diagnosi richiede l’uso di specifici test neuropsicologici ed esami neuroradiologici come la Tac o la Risonanza magnetica.

La prognosi, quindi l’evoluzione della malattia, dipende dalla causa, dalla estensione della lesione e dall’età del paziente. Una terapia effettuata precocemente e in modo idoneo in genere limita notevolmente il danno nella comunicazione orale o scritta.

La terapia comprende l’uso di farmaci neurotrofici o farmaci che migliorino la vascolarizzazione sanguigna.  Fondamentale è la riabilitazione, con esercizi mirati come quelli attuati in logopedia.

Infine, da non sottovalutare, le ripercussioni psicologiche che possono comportare uno stato depressivo nel paziente che spesso è ben consapevole del proprio deficit”.

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