“Non restava che una canzone”, il nuovo singolo di Michele Bonomini

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Abbiamo il piacere di essere qui con Michele Bonomini, cantautore, gli domandiamo qualche cosa di più del suo singolo “Non restava che una canzone” disponibile sui maggiori Store digitali.

Michele, perché questo titolo “Non restava che una canzone”?

Mi ritrovo spesso a rispondere come mai e perché compongo, da dove viene l’ispirazione. La risposta è molto semplice: ciò che vivo, quello che sento in un determinato periodo. Ci sono stati momenti dell’esistenza in cui avevo solo qualche canzone a confortarmi. Questa è una canzone dentro ad una canzone. Volevo cantare di me e di lei mentre la stavo scrivendo. Avevo l’intenzione probabilmente di ringraziare questa forma d’arte.

 

In quanto tempo l’hai composta?

Credo in un quarto d’ora, testo e musica. È stato tutto molto rapido. A volte le canzoni rimangono incomplete o rinchiuse in un cassetto per molto tempo, per poi riprenderle oppure abbandonarle. Oppure come in questo caso nascono subito. Non ho delle regole precise.

Il pezzo è molto raffinato ed orecchiabile con il tuo timbro nitido, risaltano sia le chitarre che le tue due voci con il controcanto molto presente.

Sì. Sia nella produzione e sia nell’arrangiamento delle chitarre c’è la mano di Djah Stone Senaya a cui va tutto il mio grazie. Abbiamo deciso anche di sovrapporre la mia voce con i controcanti.

In questa composizione intimista e molto dolce il verso che forse colpisce di più è “cosa importa di quella ferita io ho fatto l’amore con la vita”…

Ma sì… stavo pensando ad una donna? Credo che l’amore, le ferite, i fallimenti, siano comunque vita. Ed io con lei a volte ci faccio l’amore. Anche se poi in un altro verso prima dico di ingannarla, arrossendo.

L’hai dedicata a qualcuno?

Nei soggetti ci sono io, un’altra anima a me molto vicina, e poi lei, la canzone. La vorrei dedicare a chi le scrive. Cioè i primi poeti, i cantautori.

I tuoi prossimi obbiettivi?

Sono al lavoro su altre nuove canzoni. Anche se quando si tratta di arte non voglio chiamarli obiettivi ma desideri e il desiderio maggiore è riuscire a regalare qualche emozione.

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