Non mi aspettavo un David Di Donatello di questa smisurata bellezza dopo due anni di assenza dalle sale cinematografiche, presentato e donato a tutti gli spettatori con classe, intelligenza e bellezza dalla iconica Drusilla Foer, un personaggio azzeccato, contemporaneo, dei nostri tempi, che ha vinto contro gli stereotipi proposti.
Un accostamento perfetto accanto ad un professionista come Carlo Conti.
Colpita dalla spontaneità di questa trasformista, con modalità di avere tutte le carte in regola per essere come dire, nei secoli e dei secoli, un camaleonte futuristico che sa cantare, parlare, ascoltare, ironizzare, e immagino ballare.
Mi ha toccato profondamente il suo monologo riprodotto più bello della storia, ovvero quello di Charlie Chaplin, contro ogni forma di violenza, come non dire che di questi tempi non ne avevamo bisogno?
Troviamo un look di Drusilla a partire dalla Dama di Corte, quindi Donna, femminile, eccentrica, fino ad arrivare ad una tuta elegante e raffinata che porta i pantaloni.
Una serata dove tutti i vincitori per qualche sezione hanno sottolineato l’importanza della famiglia, dei valori, della bellezza di fare Cinema. Il Cinema sofferto in questi ultimi anni dove anche quando i soldi non c’erano, il film si è portato avanti perché doveva continuare.
Molti dei premiati hanno guardato metaforicamente il cielo, come a ricordare che quei film che hanno vinto sono dedicati a chi oggi non è più su questa terra, e quindi stimolati per orgoglio del Cuore.
La sala era piena, emozione pura.
Paolo Sorrentino con “ È Stata La Mano di Dio “ ha vinto come migliore Regista e il film ha ricevuto nel corso della serata 5 statuette.
Paolo ci ha ricordato quanto sofferto è stato fare questo film dopo la tragica scomparsa dei genitori, ma felice anche per aver vinto il David dei giovani, ci teneva in modo particolare, come a ringraziare tutti i napoletani, con tutta la sua umiltà di cui ne va fiero. Inoltre affascinato anche lui dal luogo in cui si è trasmessa la diretta su Rai Uno. Circondati da tanta Arte e Storia, tanto che ammetto ci sembrava di stare nell’Olimpo. Una scenografia MEMORABILE.
Aggiungo, Uno scenario degno di un futuro pieno di film come ai tempi di Fellini, quindi il mio augurio speciale.
Altre sei statuette per Freaks Out.
Gabriele Mainetti ha esordito così “ Ho continuato a girare anche quando i soldi sono finiti, per fortuna Lucky Red non ha continuato a investire più, altrimenti la battaglia finale non sarebbe finita più, GRAZIE alla RAI che ci ha risollevato e ci ha sostenuto nella scelta poi di andare in sala dopo la pandemia “
Il Documentario che mi ha toccata personalmente e chiaramente è quello di Giùseppe Tornatore, che ha ritirato la statuetta con un grande omaggio al Maestro Ennio Morricone ricordando l’importanza del segreto del film.
Tornatore afferma che il SEGRETO del film non sta nel montaggio o nella musica, ma di come questo GRANDE UOMO si è rivolto al pubblico come un amico.
Posso dire che sono stata fortunata a toccare le mani del Maestro, di averlo incontrato in più occasioni e di averci parlato, di aver ascoltato una sua intervista accanto a Tornatore live.
Mi ha stimolato la vita, ciò che mi porto nel cuore di Morricone è questa sua spiegazione “ Fare musica non è semplice, come niente lo è, anche se io sono un uomo semplice, andavo a suonare la tromba all’insaputa di mio padre che voleva facessi altro, partivo con una valigia con il cambio dentro e tutto ciò che mi occorreva, andavo a suonare per 4 lire nei locali, non pensavo ai soldi ma a suonare. Quando componevo musica non avevo bisogno di ispirarmi davanti ad una finestra, io lavoravo, lavoravo e lavoravo, scrivevo scrivevo e scrivevo, componevo molto, a forza di comporre e fare è uscito il mio pezzo migliore che dopo tanti anni ha vinto l’Oscar, e tutto quello che vinco lo dedico a mia moglie Maria, il mio Amore “
Dopo tanti anni anche in questa sala è emerso tutto ciò che ha a che fare con i valori e l’Amore in qualsiasi forma, più che della vincita stessa o dell’apparire.
Grandi incitazioni ai giovani che oggi vivono nei loro paesini, quindi ragazzi di provincia con sogni, invitandoli a fare del tutto per rendere un sogno magico in qualcosa di concreto, trasformandolo in lavoro.
Ho trovato tutti gli Attori molto sereni, devoti a ciò che hanno realizzato con sacrifici e impegno, credendo nel Cinema anche quando sembrava aver perso le speranze.
Sono tempi difficili è vero, ma non dobbiamo mai mollare e soprattutto continuare a credere nei propri sogni, portarli avanti e cercare di realizzarli uno ad uno tutti insieme con la forza e il potere di crederci.
Ringrazio l’ufficio stampa di Cristiana Caimmi per avermi concesso una serata memorabile.
Debora Cattoni