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PARTE LA RASSEGNA “SALVIAMO I TALENTI” AL TEATRO VITTORIA PER IL PREMIO “A. CORSINI 2022”. LA STORIA DI J. BONNOT E DEGLI ANARCHICI INSURREZIONALI IN “IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO”

Data:

Dal 17 al 22 maggio 2022

Conclusa la stagione ufficiale del teatro Vittoria, il mese di maggio si chiude con il consueto appuntamento ormai da tredici anni a questa parte con la kermesse di testi inediti di giovani autori, attori e registi, per valorizzare le meritevoli forze nuove ed assicurare al vincitore la programmazione negli eventi del prossimo anno. Gli spettacoli previsti sono 4 e verranno rappresentati progressivamente uno per sera : il 24, 27, 29 e 31 con la decisione finale. Le giurie, come normalmente avviene in questi casi, saranno due : una d’addetti ai lavori ed una “popolare” con persone scelte tra coloro che assisteranno a tutte le “pièce”, dato che nella trascorsa annata teatrale il pubblico ha concorso sulla produzione dei lavori “Attori e Tecnici” per la migliore critica “popolare” con in palio una settimana al mare per due a settembre. Come ricorda la direttrice artistica Viviana Toniolo, la cultura va sempre incoraggiata dai cultori dei valori intellettuali! Gli spettacoli in ordine d’allestimento saranno : “Volevo vedere il mare” di A. Quaranta, “Disperato eretico show” di G. Perrone, “ de Pretore Vincenzo” di E. de Filippo e “Meridiani” di G. Galiero. Aspettiamo di visionarli per avere un quadro panoramico del livello artistico delle nuove leve. Intanto l’ultima rappresentazione dello spettacolo in cartellone è stata veramente interessante ed è durata quasi tre ore per illustrare il sorgere del gruppo degli anarchici ribelli, spregiudicati e criminali senza scrupoli dai più umili e modesti impieghi e giacigli per dormire all’organizzazione in associazioni ideologiche e sociali, che si scontravano internamente per regolamento di conti e soprusi, inganni, a danno dei compagni. Dunque una storia politica autentica con al centro le vicende biografiche di Jules Bonnot e della giovane Trojon che, conosciutisi nell’apprendistato dei lavori più  infimi e degradanti nei magazzini e nei depositi di merci, erano cresciuti insieme unendo all’attività lavorativa il sentimento del cuore. Lui poi era diventato autista di Conan Doyle, aspirando ad una pragmatica ed indiavolata “scalata sociale” per raggiungere la felicità , mettendosi in affari e manifestazioni antiborghesi con il malvivente Pasquale Sorrentino alias Platonov per creare disordine esistenziale travolgendo le istituzioni, come ora fanno i “rivoluzionari bombaroli”. Naturalmente tutto questo aveva creato scalpore e sollecitato l’investigazione del commissario Guichard, l’inchiesta della giornalista Rirette Maitrejean e l’analisi psicologica dello scrittore Vicktor Serge, accentuatesi quando, dopo una rapina di 50.000 Franchi, i rapporti tra Bonnot e Platonov s’erano guastati in quanto Sorrentino accusava l’amico d’avergliene sottratti 10.000 e Jules, a sua volta, gli rimproverava d’avergli insidiato la  corteggiata compagna del custode del cimitero. In questa girandola d’esilaranti situazioni sono comparsi pure una dottoressa che ha cercato inutilmente di curare Pasquale, prostitute e capitani d’industria che avevano pregato la Polizia di non dare troppa rilevanza alle proteste sociali. Alla fine Bonnot e la signora intendevano salpare, per godersi il bottino incamerato, per la “Pampa” argentina, ma ormai le Forze dell’Ordine erano sulle loro tracce e lei fu arrestata a Le Havre dove avevano al porto l’appuntamento, costringendo lui a prendere atto delle fallite speranze con un drammatico epilogo. Lo sviluppo del testo è stato sottolineato dal suono armonico e melodico alla chitarra di Adele Pardi, con motivi lirici teneri e delicati di matrice romantica in idioma francese, inglese e gaelico. I temi affrontati erano tutti d’alto spessore : il diritto naturale positivo, secondo l’olandese  Ugo Van Groth, in nome della democrazia, del lavoro, dell’amore e della vita per ciascuno, senza escludere nessuno. La regia drammaturgica collettiva del testo di Pino Cacucci, giornalista un tempo corrispondente dall’America Latina, era dei Borgobonò” e lo straordinario cast sinergico era costituito da:  E. Proietti, A. Sorrentino e M. Pasqualini, che hanno veramente coinvolto riflessivamente la platea nello  spettacolo più lungo ed intrigante della programmazione che ha rilanciato il Vittoria, dopo il rischio di chiusura prima della pandemia e poi il distruttivo e deprimente “Lockdown”.

Giancarlo Lungarini

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