La redazione napoletana del “Giornale macchiato” ha scelto per i nostri lettori la presentazione della mostra itinerante di Frida Kahlo “Il caos dentro”. Intanto perché si chiama “Giornale macchiato”? Ci risponde Viviana Giorgio, autrice della presentazione/recensione della mostra “Il caos dentro” e redattrice del gruppo di lavoro guidato dal collega Massimiliano Craus. “Il nostro è un giornale macchiato – spiega Viviana Giorgio – perché in una calda mattinata di lavoro avremmo voluto prendere un caffè macchiato ma giunti al bar ci siamo resi conto di aver fatto troppo tardi. E da lì l’associazione indebita del nostro giornale accanto al caffè che avremmo voluto macchiato.” Tornando invece alla mostra della Kahlo, Viviana Giorgio ci spiega che <<è una mostra interattiva che ha come intento di ripercorrere la storia e la creatività di una grande artista del surrealismo messicano, Frida Kahlo. Essa è diventata un simbolo, un modello da cui poter prendere esempio grazie alla sua forza, alla sua indipendenza e al suo stile, ed inoltre assieme al suo compagno di vita Diego Rivera costituiscono una delle coppie più paradigmatiche della storia dell’arte. Frida Kahlo nasce il 6 luglio del 1907 a Coyoacàn, un villaggio oltre la periferia di Città del Messico, nasce nella Casa Azul dimora costruita dal padre tre anni prima della sua nascita. La sua passione per l’arte nasce in seguito ad un incidente che le procura un’immobilità momentanea, in quella occasione il padre le dona una scatola di colori e pennelli che custodiva già da anni, mentre la madre trasforma il letto della Kahlo in un letto a baldacchino ed in seguito monta su di esso un enorme specchio, da qui nascono i primi autoritratti dell’artista. In seguito a causa di molti eventi negativi che le procurano una grande sofferenza, per esprimere i suoi sentimenti riesce a creare un proprio linguaggio figurativo che si rifà all’arte popolare messicana e alla cultura precolombiana, infatti vi sono rappresentazioni di immagini votive, raffigurazioni della flora e della fauna del Messico. Negli anni Quaranta raggiunge l’apice della sua fama e le sue opere vengono richieste per quasi tutte le mostre collettive allestite in Messico. Muore per embolia polmonare la notte del 13 luglio, nella sua casa Azul. All’interno della mostra quindi si percorrono gli eventi più significati della vita dell’artista, potendo vedere dal vivo gli spazi in cui ha vissuto come la camera da letto ammobiliata con mobili in legno di origine messicana, lo studio costruito da Juan O’Gorman, su richiesta di Diego Rivera, illuminato con luci naturali, ed inoltre si trovano anche una riproduzione del giardino di casa Azul che grazie alle luci e ai suoni il visitatore avrà l’impressione di non trovarsi in un luogo chiuso ma di trovarsi nel vero e proprio giardino messicano della dimora della Kahlo. Si ammirano anche dipinti mai esposti prima come il “Ritratto di Frida”, francobolli della prima donna latinoamericana ad avere questo onore, oltre a lettere, disegni e pagine di diario.>> “Sono la mia musa. Il soggetto che conosco meglio. Il soggetto che voglio migliorare”, parole ed immagini di Frida Kahlo riprese dai curatori della mostra Milagros Ancheita, Alejandra Matiz, Maria Rosso e Antonio Arèvalo.
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Il Giornale Macchiato. La mostra “Il caos dentro” presentata da Viviana Giorgio
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