Cenni storici, poco dopo la morte di Italo Calvino, un gruppo di estimatori e amici (Norberto Bobbio, Cesare Cases, Anna Chiarloni, Natalia Ginzburg, Massimo Mila, Lalla Romano e Cesare Segre) decisero di fondare poco dopo la morte del Calvino il Premio intitolandolo a lui fungendo da Talent scout rivolgendosi a scrittori esordienti e inediti. Come da consuetudine che si rispetti (salvo restrizioni), anche quest’anno si è assistito alla cerimonia di presentazione del Premio Italo Calvino 2022 XXXV edizione presso il prestigioso Circolo dei lettori situato in Via Bogino, 9 a Torino. La giuria composta da Mariolina Bertini (Laureata in filosofia all’Università di Torino, traduttrice e studi sui classici francesi dedicati alla Comèdie humaine di Honoré de Balzac non meno la narrativa di genere noir e giallo in particolare), Sandro Campana esordisce nella narrativa con il romanzo – È dolcissimo non appartenerti più – (Playground 2005), i suoi riconoscimenti spaziano tra il Premio Arturo Loira 2011, Premio letterario Castelfiorentino vinto nel 2012. Enzo Fileno Carabba fiorentino di nascita (scrive racconti fantastici e noir, sceneggiature radiofoniche e libri per bambini), nel 1991 vinse il Premio Calvino, ultimo suo titolo pubblicato – è il digiunatore – edito da Ponte alle Grazie), Donatella Di Pietrantoni, laureata in odontoiatria vince numerosi premi il Premio Brancati (2014 nel 2017, il Campiello da cui è stato tratto uno spettacolo per il Teatro Stabile d’Abruzzo e nel 2021 un film diretto da Giuseppe Bonito), si classifica seconda allo Strega ricevendo il Premio letterario Basilicata. Non ultimo Orazio Labbate, laureato in giurisprudenza alla Bocconi, critico letterario per la Lettura del Corriere della Sera. Negli States un saggio narrativo sui romanzi di Stephen King… uno tra i pochi definiti autentici re del terrore. Per il comitato di lettura, è stato un compito laborioso spiega il presidente del premio – Mario Marchetti, individuare la rosa dei dieci finalisti tra i 926 manoscritti partecipanti al bando – permettendo di lanciare uno sguardo nell’immaginario contemporaneo individuando un diffuso sentimento di incertezza esistenziale da parte delle voci femminili, rilevando un coinvolgimento rispetto ai rapporti familiari che fanno perno sull’individuo e gli ambienti locali, presentando queste opere in concorso.
Con il titolo Un chiodo storto di Stefano Casanova (Menzione), apre uno scenario cadorino del secondo novecento, protagonista un eroe semplice e malinconico animato da un profondo senso di ciò che è giusto senza venire meno alla propria dignità. Marianna Crasto nel suo romanzo Tanto poi moriamo, apocalittico a bassa intensità, a metà strada Black Mirror e Rumore bianco, vede un gruppo di personaggi ruotare intorno a un centro commerciale, luogo della contemporaneità giovanile. segue la narrazione tra le variegate reazioni in un viaggio che non lascia via di fuga. Di Loretta Franceschin è l’opera dal titolo – Sono d’acqua i nostri pensieri – un romanzo dalla limpida prosa delle acque del Polesine, lo sguardo smascherante di una bambina rompe l’apparente equilibrio della coppia in una provincia periferica in cui confliggono il – vecchio e il nuovo – grammatica dei sentimenti. Jessica La Fauce propone invece – Croste – al centro di questo testo è una figura femminile dove si traccia un percorso di estraniazione rispetto al mondo abitato da ricordi dove si depositano oggetti che non si possono buttare né tenere all’accumulo mnestico.
La – Risacca – è il titolo proposto da Francesco Marangi, in un piccolo centro di costa tra ulivi e l’azzurro del mare ligure, la vita di tre fratelli è immersa in un passato del quale sembra impossibile liberarsi. Lo spazio-temporale de – I calcagnanti – in un mondo sotto-sopra combatte il mondo dei potenti in un’utopica picaresca e anarchica scritto da Nicolò Moscatelli con intelligenza e ironia in un viatico di speranza… si aggiudica il primo posto di questa edizione 2022 del Premio Italo Calvino. Giulio Natali presenta – La scelta – una sorta di parabola sottilmente crudele tra sviluppo e regresso di tante provincie italiane dovendo accettare una scelta con lavori umili. Lo spaccato ambientale di Greta Pavan (Menzione) con – Quasi niente di sbagliato – che si susseguono con salti temporali tra presente e passato, tra infanzia e giovinezza la cui sofferta rivolta contro l’etica lombardo-veneta della fatica e dei valori costituiti non potrà essere dimostrativa e individuale. Altra narrazione è quella di Giorgio Benedetto Scalia (Menzione) con – Vita e martirio di Saro Scordia, pescivendolo – incuneato nel mercato palermitano della Vucciaria, ironico e surreale… innamorato della sua folta capigliatura…A differenza de – La favola racconta che – di Rita Siligato che intreccia la suspense accuratamente costruita, anellando segnali per terminare in una tragedia domestica con un finale abilmente criptato.
Daniele Giordano