In scena il 2 agosto 2022 al “Anfiteatro Romano” di Lucera
Toni Servillo rende onore alla città di Napoli ed alla sua immensa cultura. Napoli ospita bellezze artistiche ineguagliabili. Napoli è la città del teatro e delle contraddizioni. Nei pittoreschi quartieri ricchezza e povertà convivono rispettando dignitosamente i ruoli che il destino ha loro assegnato. Il popolo vive ogni giorno la contrapposizione tra vitalità e fatalismo. La grande vigoria si legge negli sguardi della gente sempre briosa e propositiva. Anche lo scoramento è vissuto in modo singolare come fosse una parte in commedia. La teatralità in ogni mossa è presente, come fosse parte di un mito. Un folclore da rispettare e da perseverare con cura. Il napoletano vive ogni situazione anche la più avversa in modo atipico perché per tradizione è abituato a convivere con il tragico per poi definitivamente dominarlo. Nel quotidiano anche le gioie sono vissute con lo stesso travolgente vigore. La felicità è appagata con sfrenata e benevola dirompenza. Nessun attimo di gioia viene sprecato, perché in futuro potrebbe forse non ripetersi. In questa società che amplifica ogni cosa compreso lo stato sociale, ogni partenopeo è fortemente legato alla propria identità.” La lingua napoletana “è il vero orgoglio di appartenenza. Toni Servillo con la sua lettura teatrale ci svela il cuore della città che ama attraverso le illustri parole di Salvatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani a Eduardo De Filippo e Antonio De Curtis, fino alla voce contemporanea di Enzo Moscato, Mimmo Borrelli, Maurizio De Giovanni e Giuseppe Montesano.
Toni Servillo dice dello spettacolo:
“Dai testi che leggo, si alza un grido di dolore, lanciato da una città compromessa, ma che ha ancora voglia di reagire. Con le loro opere, Eduardo, Raffale Viviani, o anche Mimmo Borrelli trasformano il teatro in un gesto politico senza ideologie, espressione di una responsabilità morale, che noi attori non dovremmo mai dimenticare”. Un omaggio alla cultura partenopea che Toni Servillo rende immergendosi poetica di scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene ogni sfumatura, un ritratto di una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, di cui la lingua è un antico utensile, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni. Ho scelto questi testi, perché ne emerge una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le battute espressione, gesto, corpo”.
Il fine dicitore con la sua lettura esalta il palpitante cuore di una città ricca d’arte e di cultura. Una Napoli a tratti decadente ma sempre vitale e mai doma. Il mattatore campano con la sua grande dote attoriale anima la mai dimenticata cultura partenopea. L’ Istrionico Toni Sordillo incanta, ammalia, affascina il pubblico che ride e si commuove. L’artista ancora di più dimostra di essere uno dei più importanti attori italiani.
Giuliano Angeletti