Per non deludere i lettori… parafrasando il Manzoni, eccoci al consueto appuntamento mensile, illustrandovi un personaggio femminile “quasi sempre tra le stelle” nel più assoluto silenzio dell’universo…
Quante persone sognerebbe essere al suo posto, guardare fuori dall’oblò e vedere l’oscurità ricoperta di luccichii vicini e lontano che compone questo magnifico disegno stellare.
L’intrepida Samantha, contemplò come astronauta europea donna gioendo di questo meraviglioso scenario ma non fu la prima ad esserne coinvolta… infatti, le pioniere che l’hanno preceduta in questa avventura stellare è stata Valentina Tereskova, (partecipando alla missione Vostok 6 – 1963 – Tempo nello spazio due giorni, 22h e 50m), scelta tra le ottomila ragazze pronte nel superare le selezioni, fu ammessa nella prima squadra di cosmonaute donne. A seguire Svetlana Evgen’eva Savickaja, primo lancio nello spazio 19 agosto 1982 – Tempo 19 giorni, 17 ore, 6 minuti, molte missioni con la Soyuz. Poi fu la volta della statunitense Sally Kristen Ride, la più giovane (1983 – lanciata a bordo dello Challenger – Tempo14 giorni, 7 ore e 46 minuti, la sua foto è apparsa come la prima persona LGBT su una moneta. Christina Hammock Koch, con la sua permanenza tra le stelle (Tempo 328 giorni, 12 ore e 58 minuti) riuscì a “strappare“ il record a Peggy Whitson, tutto questo fantastico e fantasmagorico sogno per pochi non finisce qui, poiché si affaccia dal mondo arabo un’altra figura femminile: Nora Al Matrooshi, nel 2021 è riuscita a superare la selezione su quattrocento candidature del programma spaziale degli Emirati Arabi Uniti, ora tornando al punto di partenza… si odono le urla degli attenti lettori a seguito di questo articolo mensile…
Si sapeva sin dall’inizio che qualcuno attento avrebbe sollevato obiezioni. In quanto non era Piemontese, ma questo esempio di donna che abitualmente spazia tra l’Alenia (Centro Spaziale Europeo, ESA e Nasa) veniva doveroso parlarne di questa bellezza tra le stelle… ricordate è uscita dalla ISS per fare una passeggiata, esponendosi a rischi inimmaginabili e se tutto andrà come previsto il primato di permanenza non glielo toglie nessuno (almeno per il momento), cinque mesi nell’immenso cielo stellato e infinito… rimirando quel piccolo pianeta azzurro tanto bistrattato… ci piacerebbe avere una risposta in merito…
Ed ora come sempre le solite curiosità, grazie all’assenza di gravità la tuta e l’equipaggiamento indossato da Samantha Cristoforetti pesa 112 kilogrammi (peso terrestre), poi ci aggiungiamo quello del cosmonauta e relativo “cordone ombelicale” di ancoraggio, altro peso da sommare al precedente.
La stazione spaziale viaggia circa ad una velocità di 27.600Km/h con quindici orbite circa al giorno, distanza approssimata dal pianeta azzurro tra i trecentotrenta e quattrocento chilometri.
La passeggiata effettuata dall’ingegnere Samantha Cristoforetti fuori dall’Iss, non sono di piacere ma strettamente necessarie e alquanto pericolose, in sintesi la nostra beniamina “viaggiava” a 7,7km al secondo, come minimo dieci volte la velocità di un proiettile. Se per puro caso la tuta dovesse imbattersi in un granello di sabbia (badate ho detto granello) a quella velocità… sarebbe un disastro!
Ora spiegato dello strappo alla regola e del perché si è voluto metterla come personaggio del mese… mica per niente la chiamano: AstroSamantha…
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