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Elisa Menchicchi in “OLEANNA” di Mamet

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“Oleanna” dimostra che i temi di David Mamet sono e rimangono di una modernità inquietante. La figura stessa dell’insegnante e il rapporto che spesse volte ha nei confronti delle allieve è ancora fatto di cronaca. I personaggi creati dall’ Autore, vivono pienamente il conflitto drammaturgico e si adattano alla situazione ma non vengono assolutamente giudicati, evitando così ogni rigido moralismo. “Oleanna” è il titolo di una canzone universitaria, da cui prende il nome il dramma e ne percorre la trama attuativa. In scena: nell’aula di ricevimento di una università, un giovane professore, sul punto di ottenere una importante cattedra e quindi con prospettive di una brillantissima carriera, riceve nel suo studio una studentessa problematica, non contenta del suo profitto scolastico. Il docente (Francesco Bolo Rossini) pur rimanendo assorto dai suoi problemi familiari cerca di essere comprensivo e si offre di aiutarla. La conversazione tra i due in un primo momento si svolge mantenendo il classico protocollo. La giovane donna (Elisa Menchicchi) forse presa dall’emozione, manifesta un certo imbarazzo nell’esporre i propri problemi e il professore cercando di farla sentire a proprio agio, commette la leggerezza di evadere dagli etici schemi. Il rapporto tra i due diviene a dir poco confidenziale. Una conversazione, talmente personale da diventare aspra ed accusatoria, tanto che ben presto le più bieche offese prendono il posto delle parole forbite e di circostanza. La ragazza in preda ad una forte voglia di rivalsa lancia vere e proprie accuse nei confronti dell’insegnante. Accuse gravi, che vanno dal maschilismo, al razzismo fino alle molestie sessuali. Il professore preso alla sprovvista e quindi del tutto impotente non può che assistere al tragico naufragare delle proprie certezze. Ma subito dopo si riprende e partecipa attivamente al conflitto. Il loro rimbeccarsi non conosce pause, intermittente continua a travolgere perfino lo spettatore che diventa partecipe della drammaticità degli eventi. Ma soprattutto, non sa chi simpatizzare tra i due litiganti. I due attori, non solo si contendono le accuse a volte infondate. Anche le difese sono entrambe contraddittorie. La lotta tra la studentessa e il professore prosegue senza tregua, con feroci dialoghi e accuse interrotte e sovrapposte denigrazioni. Sempre in un crescendo di agitazione che deflagra repentinamente nell’ epilogo. Il tutto senza una verità di fondo, perché la realtà si nasconde tra vecchi rancori nascosti tra le pieghe della memoria e i falsi moralismi che aleggiano tra le parole e le loro contraddizioni. Perché mai come in questa drammaturgia i protagonisti si mettono a nudo di fronte agli spettatori, tanto che confermano le parole di Mamet.

“lo scopo di un lavoro teatrale è quello di portare sulla scena l’anima vivente dell’uomo,
l’Autore in teatro ci rende partecipe ad emozioni realistiche le cui regole sono talmente ciò a cui assistiamo”

il teatro è dunque, solo il riflesso di una realtà le cui regole sono cosi illusorie da superare gli schemi stessi della stessa apparenza. Una eccellente regia di Emiliano Bronzino porta in scena il capolavoro del famoso drammaturgo statunitense rispettando il senso del testo, ma rendendolo più consono alla realtà italiana. Elisa Menchicchi nel ruolo della studentessa e Francesco Bolo Rossini nel ruolo del professore calcano la scena in maniera ottimale. Valorizzano lo spettacolo di un grande autore e lo rendono ancora più ammaliante.

Giuliano Angeletti

“OLEANNA”
Produttore:
Teatro Eliseo, Ass. Cult. Argo
Regista:
Emiliano Bronzino
Autore:
David Alan Mamet
Protagonista:
Elisa Menchicchi, Francesco Bolo Rossini
Durata:
80 minuti
Numero atti:
1
Anno di produzione:
2019

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