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A tu per tu con Manuel Ferreira

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La compagnia Alma Rosé nasce a Milano nel 1997, anno in cui vince il Premio Eti – Scenario con lo spettacolo ALMA ROSE’, da cui prenderà il nome. Fin dall’inizio il teatro di Alma Rosé vuole raccontare il presente, radicato nella città, diffuso dentro il suo tessuto urbano e rivolto a un pubblico variegato. Il lavoro su Milano è continuo e importante per la città tanto che la compagnia riceve nel 2016 l’Attestato di Civica Benemerenza del Comune di Milano – Ambrogino D’Oro. Ora Alma Rosé, composta dai suoi fondatori Annabella Di Costanzo, Manuel Ferreira, è impegnata in una nuova sfida il Festival HUMUS (dall’8 al 21 settembre 2022 nella zona tra Parco Lambro e via Rizzoli), oltre 20 appuntamenti per scoprire nuovi terreni “fertili” nella città di Milano. Risponde alle nostre domande Manuel Ferreira.

Il legame della compagnia Alma Rosé con la città di Milano è strettissimo. Come nasce?

A cominciare dal 2005 Alma Rosé crea Il Giro della Città. Un giro “alternativo” di distribuzione degli spettacoli oltre che nei teatri in luoghi della cultura, del lavoro e del sociale. Una circuitazione che scardina i “tragitti” abituali e invita il pubblico a vivere la città in modo nuovo e la città a trasformarsi in un palcoscenico. Grazie al Giro della Città, nel 2008 la Compagnia riceve il Premio Hystrio – Provincia di Milano per l’attività svolta sul territorio. Da quel momento sono tanti i progetti di cui la Compagnia si fa promotrice, in tanti quartieri di Milano: Calvairate, Barona, Chiaravalle, viale Molise…

E ora c’è un quartiere nuovo sul vostro cammino, la zona di via Rizzoli e il Parco Lambro. Come è nato il Festival HUMUS?

La possibilità di partecipare al palinsesto di “Milano è Viva nei quartieri”, bando del Comune di Milano che ha permesso lo svilupparsi di numerosi progetti in zone non centrali della città, avviene in un momento di trasformazione della compagnia e obbedisce al bisogno di agire in zone più periferiche rispetto al centro dove da anni abbiamo la nostra sede. HUMUS è dunque il primo passo di un lavoro che vogliamo portare avanti in un territorio che ci interessa molto e dove abbiamo trovato numerose realtà attive e interessanti, come Cascina Biblioteca, Fondazione Exodus e la Scuola Mohole.

Che messaggio porta HUMUS?

Un tema centrale nel festival è la fragilità. La fragilità di una zona non centrale e percepita come “difficile” e periferica. Il lavoro su persone “fragili” è al centro dell’operato di molte realtà della zona che si adoperano affinché non esista più emarginazione e perché la fragilità possa diventare un valore da cui non si può prescindere.
La fragilità è al centro dei temi degli spettacoli proposti: la fragilità delle figure genitoriali è posto sotto esame nei primi due spettacoli della rassegna: Stabat pater (di cui Manuel Ferreira è il protagonista n.d.r.) è il racconto, intenso e toccante, di un padre alle prese con la disabilità del proprio figlio, Lucis in fundo è invece una riflessione forte e senza retorica di una donna che diventa madre e si scopre debole, smarrita e fragile. La fragilità del corpo, affrontata con ironia trascinante da Chiara Stoppa ne Il ritratto della salute. Anche i Concerto tra gli orti parla di fragilità, è il racconto della creazione di un orto urbano, una sfida umana di Anche La fragilità della metropoli sarà al centro de La scarpa sul tetto, teatro cittadino di Alma Rosé, un percorso teatrale aperto ai cittadini, per la sensibilizzazione verso i temi legati al nostro vivere metropolitano, che porterà alla realizzazione di uno spettacolo itinerante sulla solitudine in città.

E quale sarà il pubblico di HUMUS?

Noi lavoriamo da anni a contatto con la città. La sfida è portare a vedere questi spettacoli sia gli abitanti del quartiere e gli utenti di Cascina Biblioteca, sia il pubblico cittadino che in questo modo potrà scoprire nuovi luoghi, giardini segreti ai confini dell’abitato. Vogliamo essere lo sprone per uscire dalla confort-zone del proprio quartiere o del centro cittadino, vorremmo essere il motivo di una viaggio che porta a scoprire nuovi luoghi che poi potrebbero diventare mete di una gita o una passeggiata indipendentemente dal Festival.

Ippolita Aprile

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