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MOMENTI DI BELLEZZA SULLE PUNTE AL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI

Data:

Teatro degli Arcimboldi, dal 6 al 9 Giugno 2022

Il Teatro degli Arcimboldi di Milano torna ad ospitare la grande danza con Variazioni di Bellezza, uno spettacolo che comprende cinque diverse coreografie interpretate dal Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, in replica per quattro serate. Un misto di repertorio classico storico e modernità contemporanea: cinque coreografi diversi per stile, età e formazione, mettono alla prova diversi casts dei danzatori scaligeri.

La serata si apre con lo splendido Movements To Stravinskij, coreografia dell’ungherese András Lukás del 2017 su musica, ovviamente, di Stravinskij: lavoro di alta complessità tecnica e squisita eleganza. Senza trama apparente, astratto, alterna momenti corali, ad assoli, a passi a due, con costumi molto essenziali, uno diverso dall’altro, che non lasciano nascondere le imprecisioni tecniche, che peraltro ci sono state. Alcune danzatrici con le punte, altre no; unico tratto in comune, anche se non in tutti, il riproporsi del collo di foggia elisabettiana, in un caso anche come gonna del tutù di Virna Toppi. Dodici danzatori impegnati in parti completamente diverse, tanto che quando sono tutti in scena non si sa chi guardare; solisti, se così si può dire perché davvero le parti sono distribuite in modo molto equilibrato, Virna Toppi e Gabriele Corrado. Da qualche tempo il Direttore Manuel Legris sta rompendo con la tradizione che le coppie nella vita debbano esserlo anche sul palco; così la Toppi, decisamente più brava come danzatrice che come influencer, si muove bene ed interpreta altrettanto bene. Corrado la segue, ma decisamente non le sta dietro.

Segue un lavoro super classico, Verdi Suite dello stesso Direttore Legris su musica, anche qui abbastanza ovviamente, di Giuseppe Verdi. Coreografia estremamente complessa, pesantissima a livello tecnico, che fra salti, pirouéttes e fouettés al termine si può definire un vero massacro. Coreografia classica pura quindi abbastanza standard, con sette solisti ed il Corpo di Ballo, tra cui spicca senza dubbio Claudio Coviello per precisione e tecnica: è sempre un piacere vederlo, sembra che fluttui senza toccare terra e soprattutto senza fare fatica. Alice Mariani e Maria Celeste Losa, all’opposto fisicamente, non sono molto belle da vedere insieme; Mattia Semperboni fa e Federico Fresi lo rincorre, spesso in ritardo. I costumi leggeri e svolazzanti del mito Luisa Spinatelli danno un ulteriore tocco di leggerezza. Nel complesso, un po’ troppo lungo.

Chiude la prima parte The Labyrinth Of Solitude, un assolo di Patrick De Bana del 2011 su musica di Tomaso Antonio Vitali. Il dejà vu degli stessi passi ripetuti all’infinito per una serie di minuti interminabili che avevamo visto anche in In Your Black Eyes per Roberto Bolle, si è ripetuto anche qui. Domenico Di Cristo è bravo ed interpretativo, ma non ha molto su cui lavorare; certe scelte di scaletta sono sinceramente un po’ incomprensibili; dato il numero di ottimi coreografi che il panorama coreutico offre. Un vero peccato.

Birds Walking On Water apre la seconda parte. Coreografia di Natalia Horecna su musica mista di Arvo Part, Jean Sibelius e Vladimir Martynov, parte bene, ma si dilunga troppo in parti assolutamente non necessarie, risultando poi essere pesante quando, chiudendolo prima, sarebbe stato uno splendido lavoro. In breve, infinito. Molti danzatori in scena, anche qui alternati in gruppo, assoli o passi a due, con diverse imprecisioni tecniche e mancanza di insieme.

Chiude la serata un grande classico, il Divertissement da Paquita, coreografia originale di Marius Petipa su musica di Ludwig Minkus: banco di prova per ogni danzatore, complesso e molto tecnico, visto innumerevoli volte, è qui interpretato da Nicoletta Manni e Nicola Del Freo come coppia principale, più il Corpo di Ballo; tecnicamente bravi, anche troppo, spesso il cuore non si vede. A parte la mancanza di sincronia in alcuni momenti, nel complesso un bel lavoro che non stanca mai.

Nel complesso uno spettacolo di qualità, dove classico e contemporaneo, tradizione ed innovazione si fondono molto bene.

Chiara Pedretti

ph Brescia e Amisano

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