In scena al Teatro Bellini di Napoli dall’8 al 23 ottobre e dal 2 al 13 novembre 2022
Il Teatro Bellini inaugura la stagione teatrale 2022/2023 con La cupa -Fabbula di un omo che divinne un albero: versi, canti, drammaturgia e regia Mimmo Borrelli, in scena al Bellini dall’8 al 23 ottobre e dal 2 al 13 novembre.
La cupa di Mimmo Borrelli si svolge in una notte, quella di Sant’Antonio, e il suo fucarazzo, quando secondo gli antichi, gli animali potevano parlare agli uomini, ma con un prezzo da pagare, sventura e dannazione. Ma Innocente Crescenzo e il suo maiale non possono che espiare, da sopravvissuti, ogni anno le sorti della degenerazione umana. Favola di uomini che come gli animali agiscono, ma con lo sterco della ragione, e animali che agli istinti sottopongo la ragione impossibilitati ad agire in modo perverso.
Abbattuto il muro della quarta parete, con un palco montato proprio al centro della scena ed in mezzo al pubblico, seduto su sgabelli, La Cupa arriva dritta al cuore, ma non prima di aver dato un pugno allo stomaco allo spettatore, per via della sua forte crudezza, grandiosità ed epicità e lo fa in maniera assolutamente maestosa.
Un teatro quello di Mimmo Borrelli davvero molto crudo, dove il corpo (ed il suo movimento) sono i veri protagonisti della messa in scena. L’agire è il moto della vicenda ma anche le parole talvolta forti, talvolta malevoli arrivano allo spettatore.
Non mancano momenti “ironici” dati da alcuni personaggi che in alcuni spazi servono a smorzare i toni tra un momento e l’altro…
Assistendo a La Cupa sembra di partecipare ad una messa sacra, una sorte di musical rituale con toni divini e solenni che raccontano una morale servendosi di un dialetto che sembra napoletano ma non lo è. Si tratta di un dialetto della zona flegrea di Napoli, non sempre chiara anche a chi è napoletano.
Personaggi maledetti, che bestemmiano, invocano Dio invano proprio a rimarcare lo stadio di miseria d’animo e di spirito. Sono maledetti dunque possono bestemmiare e parlare “sporco” e con allusioni continue alla sfera sessuale…
La cupa dunque è uno spettacolo “oscuro” che vuole indicare anche lo stato di prigionia che vivono i protagonisti della narrazione ma nel dialetto della zona flegrea indica anche una zona all’interno delle viscere della terra.
Marco Assante