Si pubblicano le poesie di Paolo Marzocchi, secondo classificato al Premio Pierluigi Galli

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Cercarmi

Lasciatemi qui

lasciatemi così

mentre assopito balbetto parole

prima dell’ennessimo abbandono.

La porta sbatte. Forse è il vento, o forse

è un sogno al rovescio. Non lo so.

So solo che vorrei

un giorno senza cattive notizie,

senza dover rifare le solite valigie.

Vi prego, lasciatemi qui

davanti a questo specchio

che non sa chi sono

nessuno lo sa; ed è meglio così.

Voglio cercarmi da solo. Scavarmi dentro

fno a raggiungere l’epicentro, dove la verità

sta nel sangue, nel bambino nascosto

che ancora piange.

A mia madre

Che belle che erano le mattine

quando i tuoi occhi si aprivano dopo i miei.

Io restavo al tuo fanco a guardare come sognavi

che sai – lo facevi benissimo,

col tuo corpo pieno di terremoti

ti muovevi toccandomi – e non lo sapevi.

Ora invece non riposi mai

e ti credi una rondine, ma il tuo volo

è un disordine di ali troppo stanche

per restare ferma nel vento dei tuoi anni.

Non c’è più tempo

Non c’è più tempo per i sospiri

sospesi a mezz’aria, per le cose lasciate a metà

per cambiare idea.

La vita brucia in fretta la sua linfa

e s’indurisce la lingua

di parole che avremmo potuto dire.

Non c’è più tempo per le valigie chiuse

bene, per i compleanni

per perdere.

Bisogna imparare a bruciare

portarsi il fuoco dentro

farsi luce con le parole

la fiamma sta nel dialogo

il resto è un silenzioso reato.

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